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Tutela della privacy e foto dei vip, esimente allargata alle attività ‘connesse'
Interessante decisione della Prima Sezione civile a cavallo tra diritto d'autore e privacy. Al centro del contenzioso alcune foto e frammenti "non sportivi" del fuoriclasse del pallone Gianni Rivera riprodotte all'interno di alcuni Dvd editati dal gruppo Rcs che pubblica la Gazzetta dello Sport e il Corriere della sera. Con l'ordinanza n. 19515, la Cassazione infatti ha accolto parzialmente (e con rinvio) il ricorso della media company, condannata a pagare 50mila euro a titolo di risarcimento all'ex calciatore e poi politico, affermando un principio di diritto che allarga il campo di utilizzo delle immagini dei vip.
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Tutela estesa su chat e messaggi WhatsApp
Ha portata generale la necessità per il Pm di procedere a sequestro per l’acquisizione di chat. A queste ultime infatti deve essere ricondotto il concetto di corrispondenza sulla base di quanto chiarito dalla Corte costituzionale. Lo puntualizza la Cassazione con la sentenza 31180/2024 della sesta sezione penale.
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Un tribunale condanna Meta a risarcire 5.000 euro a un utente per «sorveglianza pressoché permanente della vita privata» da parte di Facebook
Un utente di Facebook ha ottenuto dal tribunale regionale di Lipsia il diritto a ricevere un risarcimento di 5.000 euro da Meta Platforms Ireland per danni subìti dal social network di Mark Zuckerberg.
Una delibera assembleare non autorizza il datore di lavoro a mettere i dipendenti alla gogna di fronte ai loro colleghi
Si dovrà ora rassegnare a rispettare la normativa sulla privacy, la cooperativa di pulizie che ogni settimana affiggeva imperterrita nella bacheca aziendale un cartello con le foto dei lavoratori associate a delle “faccine” che rappresentavano i giudizi espressi su di loro e anche le eventuali contestazioni disciplinari adottate nei loro confronti, etichettandoli davanti a colleghi e perfino ad estranei con aggettivi come “assenteista”, “simulatore di malattia”, “scarso servizio”, oppure “licenziato”.
Una legge può obbligare un portale a comunicare dati all’amministrazione finanziaria
Una legge può obbligare gli intermediari di servizi immobiliari a conservare i dati sulle transazioni turistiche e a trasmetterli all’amministrazione finanziaria. Il principio è stato affermato ieri dalla Corte di Giustizia Ue (causa C-674/20).
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Una società può essere titolare del trattamento dei dati di geolocalizzazione anche se non vi accede
La messa a disposizione delle credenziali di accesso ai dati di geolocalizzazione dei clienti è condizione sufficiente ai fini della attribuzione di un'impresa della qualificazione di soggetto titolare del trattamento dei dati. La sentenza della Cassazione n.26969 del 21 settembre 2023.
Usare i titoli di cortesia viola la privacy: per rispettare il GDPR meglio essere maleducati
Dai conti pubblici al lavoro, dall’ambiente ai servizi, dal demanio alle imprese, e anche sugli alimenti e sull’abbigliamento, in Italia siamo ormai abituati da anni a sentirci dire che dobbiamo fare riforme o modernizzare il nostro ordinamento perché “ce lo chiede l’Europa”, e ora l’UE ci chiede persino di abbandonare il tradizionale bon ton per rispettare la privacy.
Utilizzabili i tabulati chiesti solo dal Pm e non dal giudice
Utilizzabili nei procedimenti penali pendenti al 30 settembre 2021, data di entrata in vigore della "Data retention" i tabulati telefonici, acquisiti su richiesta del solo Pm e non del giudice che procede se l'accertamento riguarda reati di particolare gravità. La Cassazione con sentenza 19890/2022 chiarisce gli effetti dell'introduzione della disciplina transitoria del Dl 132/2021, che è intervenuto sul Codice della privacy. All'attenzione dei giudici di legittimità è la nuova disciplina che detta le regole per l'acquisizione e la conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico per lo svolgimento di indagini.
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Utilizzabili le intercettazioni captate negli uffici della Procura: i locali aperti al pubblico non possono considerarsi un luogo di privata dimora
Deve escludersi che possa considerarsi luogo di privata dimora ai sensi della normativa penalistica ogni luogo nel quale sia consentito l'accesso ad un numero indiscriminato o comunque elevato di persone. Proprio per questa ragione in tema di intercettazioni ambientali secondo la Corte di Cassazione(sentenza 32010/2022) l'ufficio del Pubblico Ministero nella Procura non può essere ritenuto luogo di privata dimora in quanto è un luogo nel quale è ammesso l'accesso per ragioni di ufficio ad una platea ampia di persone, anche in assenza del suo titolare, e nel quale la regolamentazione dell'accesso non è rimessa alla sola determinazione del sostituto procuratore.
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Utilizzare su Facebook espressioni apparentemente offensive nei confronti di un politico non per forza costituisce reato di diffamazione
Secondo la Corte di cassazione (sentenza n. 46496 del 20 novembre) utilizzare su Facebook espressioni apparentemente offensive nei confronti di un’alta carica istituzionale o persino – come nella vicenda – nei confronti di un Ministro non per forza costituisce reato di diffamazione.
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Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale
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