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Visualizza articoli per tag: sentenze

Una donna barese posta sul proprio profilo Facebook un numero considerevole di immagini (trentasei album fotografici e circa un migliaio di foto) che li vedevano ripresi tutti insieme in ricordo dei “bei tempi andati”. L’ex partner la diffidava a cancellare tali immagini, ma la signora faceva orecchie da mercante ed ignorava la richiesta: non sono, dopotutto, immagini da lei riprese e che vedono anche lei presente? Viene così adito il tribunale pugliese di prime cure.

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Una recente sentenza del Tribunale di Genova, relativa a una dipendente licenziata dopo che il datore di lavoro controllando la sua email aveva scoperto che aveva inviato verso terzi dati riservati, permette di approfondire il tema della liceità delle verifiche sull’email di un lavoratore dipendente anche per scopi difensivi.

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I social network possono sospendere gli account degli utenti no vax e rimuovere i contenuti che veicolano disinformazione sanitaria. Lo ha stabilito il Tribunale di Varese con l’ordinanza 1181/2022, che fa il punto sulla complessa questione del controllo delle piattaforme sui contenuti pubblicati dagli utenti.

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Stretta della Cassazione in materia di privacy sulle piattaforme web per la creazione di profili reputazionali. L'algoritmo di funzionamento deve essere conosciuto ed oggetto di un consenso specifico da parte del cliente. Lo ha stabilito la Prima sezione civile, sentenza n. 14381 depositata oggi, accogliendo il ricorso del Garante privacy nei confronti di Mevaluate Onlus. Un'Associazione che si propone di contrastare "fenomeni basati sulla creazione di profili artefatti o inveritieri e di calcolare in maniera imparziale il cd. rating reputazione, in modo da consentire a terzi una verifica di reale credibilità".

La Cassazione torna sulle modalità di manifestazione del consenso per l’adesione alle piattaforme online di rating reputazionale. In particolare, quando si ha a che fare con un sistema di valutazione automatico basato su algoritmi il soggetto deve conoscere il procedimento che conduce al risultato e su questo deve fornire il proprio consenso.

È retroattiva la norma sulle intercettazioni contro la criminalità organizzata approvata quest’estate con decreto.  Ad affermarlo, intervenendo per la primissima volta sul punto è la Cassazione, con la sentenza n. 47643 della Seconda sezione penale depositata il 29 novembre.

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Nel caso di imputazione per riciclaggio sono utilizzabili le intercettazioni disposte per altro procedimento anche se vi è assenza di connessione tra i due processi.Lo afferma la Corte di cassazione con la sentenza n. 37143/2023.

L’utilizzo del riconoscimento facciale per individuare e arrestare un manifestante viola la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in particolare gli articoli 8 e 10 riguardanti rispettivamente il diritto al rispetto della vita privata e familiare e la libertà di espressione. Lo ha deciso la Corte europea dei diritti dell’uomo esprimendosi sul caso di Nikolay Glukhin, un cittadino russo che nell’agosto 2019 sulla metropolitana di Mosca portava con sé un cartonato a grandezza naturale del dissidente Konstantin Kotov, imprigionato per aver partecipato a manifestazioni non autorizzate, e la scritta “Rischio fino a cinque anni… per proteste pacifiche”.

La casa discografica paga i danni per violazione della privacy alla signora ripresa in un video di cantante famoso mentre sta mano nella mano, in una romantica serata napoletana, con un uomo che non è suo marito. Una relazione extraconiugale diventa così di dominio pubblico, in una zona nella quale il dvd venduto anche in abbinata con la rivista Sorrisi e Canzoni Tv, era andato a ruba. Nella stessa provincia in cui abitava la signora e dove le persone sono curiose.

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Non si deve esagerare con il risarcimento del danno privacy: l'indennizzo non ha funzione punitiva o dissuasiva, ma solo compensativa. L'importo riconosciuto al danneggiato, quindi, non può superare il valore del pregiudizio subito. È quanto deciso dalla Corte di giustizia dell'unione europea con la sentenza del 21/12/2023, nella causa C-667/21.

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Privacy Day Forum 2023: i momenti salienti

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