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Scatta il reato di “frode informatica” con l’aggravante del “furto di identità digitale” (punito da due a sei anni) per chi sottrae fondi dall’home banking di una terza persona, qualsiasi sia il mezzo utilizzato per l’accesso: pin, chiavetta ecc. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, sentenza n. 13559/2024.

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In tema di reati informatici, il delitto di cui all'articolo 617-quinquies del Codice penale è assorbito in quello più grave di frode informatica ex articolo 640-ter del Cp nel caso in cui, installato il dispositivo atto a intercettare comunicazioni di dati informatici, abbia luogo la captazione, in tal modo trasformandosi la condotta preparatoria e di pericolo di cui al primo reato nell'alterazione del funzionamento o, comunque, in un intervento illecito sul sistema informatico, che sono modalità realizzative tipiche della frode informatica.

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Il Tribunale che sancisce la totale illegittimità del decreto di perquisizione e sequestro del PM, deve a sua volta disporre la restituzione delle copie forensi delle memorie contenenti i dati ivi registrati. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38460 depositata oggi, accogliendo il ricorso di una donna che aveva subito il sequestro di due telefoni cellulari nell'ambito di un procedimento contro ignoti per rivelazione del segreto d'ufficio.

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Il divieto di utilizzazione delle intercettazioni investigative in altro procedimento non opera se il reato diverso accertato tramite le captazioni informatiche rientra nelle deroghe previste dallo stesso Codice di procedura penale. I criteri sono la connessione qualificata dei reati in base ai fatti storico-naturalistici per cui sono state inizialmentge autorizzate le intercettazioni. Quindi, il legame tra il reato inizialmente indagato e quello che emerge dalle captazioni deve essere un collegamento non puramente di risultato investigativo.

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Da una lite tra avvocati la Cassazione penale coglie l'occasione di chiarire che il socio che videoregistra in spazi condominiali dello stabile dove si trova lo studio comune o in spazi dell'area privata, ma aperti alla vista, non commette il reato di interferenza illecita nella vita privata dell'altro socio di cui lamenta il comportamento persecutorio. E tali registrazioni ben possono fondare la condanna per stalking se risultano decisive al netto di quelle inutilizzabili perché effettuate nello spazio privato dello studio.

Sotto la lente del Tribunale di Trieste tutti gli elementi tipici del reato di sostituzione di persona attraverso l'uso di dati anagrafici e fotografie di altro soggetto. Con sentenza del 24 maggio 2021 n. 681, il Tribunale ha condannato un uomo alla pena di tre mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali, senza concessione delle attenuanti generiche, per aver commesso il reato di sostituzione di persona, previsto dall'articolo 494 del Cp. Nel caso di specie, l'imputato aveva utilizzato i dati e le immagini del figlio per creare un proprio account su un noto social network e tramite il falso profilo aveva indotto in errore una ragazza disabile, convincendola a intraprendere con lui una relazione virtuale, a inviargli fotografie e a compiere atti sessuali.

I dati contenuti nel pc aziendale in dotazione al dipendente e utilizzati per lo svolgimento dell’attività lavorativa sono patrimonio aziendale. Pertanto, il dipendente che cancelli o manipoli o trasferisca all’esterno tali dati attua una condotta disciplinarmente rilevante, commette illecito civile e penale e può essere tenuto al risarcimento dei danni. Per dimostrare la condotta illecita del dipendente, il datore di lavoro può legittimamente acquisire e produrre in giudizio i messaggi privati inviati dal lavoratore a soggetti terzi. Così ha stabilito la Cassazione nella pronuncia 33809/2021 che ha affrontato il tema anche sotto il profilo della privacy e dei controlli difensivi.

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Al pubblico ministero i tabulati telefonici solo per reati gravi (pena nel massimo di tre anni di reclusione o più e molestie telefoniche) e sempre sotto il vaglio del giudice. I paletti all'acquisizione dei tabulati, anche elettronici, sono posti dal decreto legge omnibus su giustizia, Irap, assegni familiari etc., approvato ieri dal consiglio dei ministri, che si applica anche ai procedimenti pendenti. Al centro dell'attenzione del governo l'art. 132 del codice privacy (dlgs 196/2003), che disciplina la conservazione da parte del fornitore di servizi di comunicazione dei dati di traffico telefonico e telematico per finalità di accertamento e repressione dei reati.

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Commette il reato di sostituzione di persona colui che, creando un falso profilo su Instagram e utilizzando nella sua immagine di profilo la foto di suo figlio adolescente, induce in errore la persona contattata via social, conducendo con la stessa una relazione a distanza, fatta di scambi di foto e richieste di compimento di atti sessuali. Questo è quanto emerge dalla sentenza del Tribunale di Trieste n. 681/2021.

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Facebook è sotto inchiesta penale negli Stati Uniti per gli accordi sulla cessione dei dati degli utenti ad alcune tra le più importanti società tecnologiche, compresi due produttori di smartphone e altri device. Lo scrive il New York Times, segnalando che grazie a queste intese strette con Facebook, i due produttori di telefonini avrebbero avuto accesso alle informazioni personali di milioni di utenti del social media.

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Privacy Day Forum 2023: Smartphone usati & Privacy

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