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La Cassazione ribadisce che in caso non sia stato denunciato alcun furto d'identità digitale alla polizia postale la persona cui appartiene il profilo sui social è indiziato di avere la paternità dei post che vi appaiono. Compresi quelli di contenuto diffamatorio.

È l'invasività nella sfera privata del destinatario delle plurime comunicazioni, effettuate a fini di disturbo o molestia, a far scattare il reato previsto dall'articolo 660 del Codice penale. E non rileva che esse non siano realizzate con lo strumento del telefono come esplicitamente indica la norma. La Corte di cassazione - con la sentenza n. 34171/2023 - ha precisato che il reato può ben essere commesso anche con l'inoltro di messaggi di posta elettronica.

La Corte di Cassazione, accogliendo un rinvio pregiudiziale per questioni di competenza territoriale ex art. 24-bis del Codice di Procedura Penale sollevato dal Tribunale di Perugia, si è pronunciata sulla natura giuridica del reato di illecito trattamento dei dati personali.

Il 24 giugno 2025 la Commissione Europea ha presentato una roadmap che definisce la propria tabella di marcia per garantire che le forze dell'ordine nell'UE abbiano un accesso effettivo e legale ai dati. La tabella di marcia è un importante risultato nell’ambito di “ProtectEU”, la strategia di sicurezza interna dell’UE, che la Commissione ha presentato ad aprile di quest’anno.

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La responsabilità penale dell'intelligenza artificiale implica la necessità di stabilire se e come una macchina possa essere ritenuta colpevole di un reato, considerando che gli algoritmi operano sulla base di dati e istruzioni fornite dagli esseri umani.

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Con la sentenza n. 28887/2025, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato riguardante l’accesso abusivo a sistema informatico, aggiungendo però la rilevanza della violazione del codice di comportamento del pubblico dipendente, del codice di condotta interno all’azienda e dall’art. 64 ccnl di comparto con sanzione espulsiva prevista dall’art. 18, comma 8.

Lo smartphone sequestrato deve essere restituito al legittimo proprietario dopo che è stata realizzata la copia forense. Una volta che la memoria del telefonino è stata clonata, possono essere svolte ulteriori indagini e viene meno la necessità di mantenere il sequestro probatorio sul cellulare e sulla scheda. Così la sentenza 44010/22 della Cassazione, VI sez. pen.

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E’ esclusa l’applicazione di una misura cautelare più afflittiva qualora l’applicazione del braccialetto elettronico non sia tecnicamente possibile. Lo ha stabilito la Cassazione annullando l’ordinanza del Riesame del Tribunale di Milano che aveva disposto nei confronti di un indagato per il reato di atti persecutori il divieto di avvicinamento alla persona offesa e l’applicazione del braccialetto.

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A seguito dell’adozione della misura cautelare, il difensore ha diritto di ottenere l’accesso ai supporti magnetici o informatici, contenenti la registrazione delle conversazioni intercettate.

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Il Codice Penale punisce con arresto o ammenda chiunque in un luogo pubblico o aperto al pubblico ovvero col mezzo del telefono, per "petulanza" o per altro biasimevole motivo reca molestia o disturbo al prossimo. Secondo la Corte di Cassazione non è condivisibile la tesi secondo cui, a differenza della comunicazione fatta con il mezzo del telefono, la messaggistica telematica non presenta carattere invasivo, ben potendo il destinatario di messaggi non desiderati, evitarne la ricezione semplicemente escludendo o "bloccando" il contatto sgradito.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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