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Accesso civico ai dati sull’emergenza sanitaria detenuti da una scuola: necessario rispettare la privacy dei minori
Un caso affrontato dal Garante della Privacy durante la pandemia ha riguardato un comitato, costituito da famiglie, professionisti della scuola e studenti attivi nella società civile, con l’obiettivo unico di rendere piena trasparenza dello stato di diffusione del Covid-19 nelle Scuole. A questo fine inoltrò istanze di accesso civico generalizzato – ai sensi dell’art. 5 comma 2, del d. lgs. n. 33/2013 – a diversi Istituti scolastici per ottenere dati sotto la forma di «“Report Sars-Cov2”.
Adozione minori: diritto del familiare all'accesso agli atti
Il TAR del Lazio (sentenza n. 10284 del 9.10.2020) ha riconosciuto il diritto del fratello della minore all'accesso agli atti anche per la verifica del corretto esercizio delle funzioni svolte dal tutore.
Affidamento esclusivo: resta 'immaturo' il papà che posta il tema della figlia dodicenne su Facebook
Nel corso di una separazione e poi di un divorzio travagliato, anche la pubblicazione del tema della figlia su Facebook, senza però prima informarla, al punto da farla sentire "tradita", diventa un indicatore della assenza di una "matura consapevolezza del proprio ruolo genitoriale" da parte di un papà ospite di una comunità di recupero, contribuendo a determinare l'affido esclusivo alla madre. Nel novero delle condotte censurate rientra anche l'aver fatto ascoltare "senza remore ad altri, persone estranee alla famiglia, un dialogo molto intimo tra lui e la figlia", e il tentativo di "sminuire il proprio passato in cui aveva fatto uso di droghe e di alcol".
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Allarme minori su social e web: il 61% è vittima di cyberbullismo
Allarme Internet per i minori in rete: il 68% dei ragazzi, dai 13 ai 23 anni, dichiara di aver assistito ad episodi di bullismo o cyberbullismo, mentre ne è vittima il 61%. Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%). Tra i partecipanti alla rilevazione 6 su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online e, tra i rischi maggiori, sia i maschi che le femmine, pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%). Questi sono alcuni dei numeri forniti dall’Osservatorio Indifesa in occasione del Safer internet Day.
App di giochi per i giovani, spesso legittimità dubbia e dati in paesi dove le tutele non sono adeguate
App per i minori pericolose e molto spesso illegittime. Sono pericolose perché spiano i bambini, li tracciano e, prendendo il controllo dei dispositivi utilizzati, diffondono i loro dati anche in paesi in cui la tutela della riservatezza non è adeguata. Sono a rischio di illegittimità se non c'è stato il consenso dei genitori, perché secondo la legge italiana il minore di età non può concludere un contratto e, di conseguenza, scaricare una app (che per la disciplina italiana è assimilabile in molti casi a un contratto).
App di giochi, a rischio la privacy dei bambini. La circolare su minori e protezione dei dati personali
Una ricerca di Federprivacy evidenzia che su 500 tra le più diffuse app di giochi rivolte ai minori il 93,8% contiene tracker che spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti, e quasi la metà delle app trattano dati in paesi non sicuri per la privacy. Nell’87% dei casi non risulta nominato un Data Protection Officer. Bernardi: “Vengono presentate come innocui giochi per i soggetti più vulnerabili ma raccolgono massivamente informazioni profilando su larga scala i loro comportamenti online”.
Apple scansionerà il tuo iPhone per tutelare i minori. Ma scatta l'allarme sulla privacy
La nuova mossa di Apple contro la pedopornografia è destinata a far discutere. Fermo restando il sostegno alla lotta contro gli abusi sui minori, i mezzi scelti dall'azienda di Cupertino hanno lasciato aperto più di un interrogativo sul fronte della privacy. Secondo quanto riferito da alcune fonti statunitensi, Apple starebbe per introdurre un sistema di scansione automatico dei dispositiv come iPhone e iPad, per la ricerca di immagini di abusi su minori. A preoccupare come sempre sono i possibili abusi a danno della privacy degli utenti, ai quali non sarà chiesta alcuna autorizzazione per procedere ai controlli.
Bambini schedati a scuola, chiesta l'impronta digitale per mangiare alla mensa
Se volevano mangiare alla mensa dovevano passare dal rilevatore biometrico e lasciare le loro impronte digitali per ottenere il nulla osta ad accedere al servizio ristoro. Non erano però le misure di sicurezza adottate nei confronti dei detenuti di un carcere, ma quello che fin dal 2015 avveniva ai 680 giovanissimi alunni di una scuola elementare, ai quali era richiesto di fornire l'impronta del loro dito indice per verificare che i genitori avessero regolarmente pagato la retta mensile dei pasti.
Bimba sul sito del Comune di Roma, indaga il Garante della Privacy
Il Garante della privacy aprirà un’istruttoria sul caso della bimba di 9 anni, di origine africana, finita con nome e cognome sul sito del Campidoglio perché la mamma non aveva pagato le rette della mensa scolastica. L’Autorità per la protezione dei dati personali, presieduta da Antonello Soro, vuole vederci chiaro sulla vicenda denunciata ieri dal Messaggero: l’Ufficio recupero crediti del Comune chiede 730 euro non pagati alla scuola. Ma, essendo la madre irreperibile - la donna non ha fissa dimora e la residenza annotata all’anagrafe è un indirizzo fittizio, via Modesta Valenti 81A - l’ingiunzione è stata pubblicata sull’Albo pretorio di Roma Capitale (e
Bisogna dare agli studenti gli strumenti per innescare la loro capacità di ragionare su ciò che trovano nella grande vetrina di internet
«Noi diamo il consenso ai cookie perché vogliamo tutto subito»: questa la risposta di un giovane studente nel corso di una conferenza sulla privacy in un liceo scientifico organizzata da Campus Orienta. L’affermazione nella sua spontaneità mette in evidenza l’urgenza di iniziative formative che la scuola deve promuovere a proposito di argomenti che, a vario titolo, trattano della protezione dei dati.
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