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Divieto di cellulari a scuola: in caso di violazioni della privacy o diffusione di contenuti illeciti, il dirigente può essere chiamato a risponderne
Con la Circolare Ministeriale n. 3392 del 16 giugno 2025, il divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole è diventato vincolante, non più una scelta della singola scuola. In assenza di un regolamento efficace, se si verificano episodi di cyberbullismo, violazione della privacy o diffusione di contenuti illeciti, il dirigente può essere chiamato a risponderne
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Eccessivo fotosegnalare un minore perché sprovvisto di valido biglietto di viaggio
È eccessivo scattare foto al passeggero del trasporto pubblico che non ha un biglietto valido per contestargli la sanzione amministrativa. A questo risultato si giunge attraverso un’analisi del flusso dei dati nel caso in cui non ci sia un archivio fotografico per fare il raffronto delle immagini e il rintraccio del nome. Altra questione è la raccolta di prove per contestare reati.
Educazione digitale a scuola, lo prevede la legge
Nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica e, in particolare, dell’educazione alla cittadinanza digitale trova posto l’approfondimento delle modalità di uso dei dispositivi e dei servizi digitali nei diversi contesti, compreso, quindi, il contesto scolastico. A prevederlo è l’articolo 5 della legge 92/2019 sull’insegnamento dell’educazione civica.
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È reato diffondere i selfie erotici di una minorenne
La diffusione via WhatsApp a un solo destinatario delle fotografie pornografiche minorili, anche se originate da selfie, rientra nell’ipotesi di reato prevista dall’articolo 600-ter, comma 4, del Codice penale, che punisce con la reclusione fino a tre anni la cessione, anche a titolo gratuito, di materiale pedopornografico, a prescindere da chi abbia scattato le fotografie. La pronuncia della Cassazione 5522 depositata il 12 febbraio scorso chiude il cerchio sulla divulgazione dei selfie erotici autoprodotti dai minorenni.
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Facebook nel mirino: 'dati personali di minori venduti alle società di alcol e tabacco'
Questa volta i guai per Facebook arrivano dall’emisfero australe e riguardano sempre il trattamento dei dati degli utenti del popolare social. L’accusa stavolta, però, è tanto pesante quanto inquietante. Secondo gli attivisti australiani di Reset (un’associazione mondiale di contrasto delle minacce digitali alla democrazia), la creatura di Mark Zuckerberg sembrerebbe adottare politiche scorrette in tema di trattamento dei dati, arrivando addirittura a usare le informazioni di navigazione degli adolescenti non solo all’interno del recinto della famosa piattaforma, ma anche al di fuori di essa, con grave pregiudizio per i fanciulli.
Fino a che punto i ragazzi possono gestire la propria privacy?
L’ordinamento giuridico italiano riconosce la piena capacità di agire al compimento del diciottesimo anno. I giovani devono quindi rinunciare alla propria riservatezza fino alla maggiore età, rimettendosi del tutto alle decisioni dei propri genitori?
Foto di figli minorenni sui social, no ai post della nuova compagna di papà
Le fotografie di minori sono materiale delicato: non tutti hanno diritto di caricare le foto sul profilo social. Se papà e mamma divorziano, il nuovo partner di uno dei genitori non può, senza il consenso dell’altro genitore, pubblicare le foto di figli dell’ex coppia.
Foto sui social dei figli minorenni, genitori rischiano multa fino a 10mila euro
Il sorriso di Sofia mentre mangia un gelato o quello di Francesco che tira un calcio al pallone: ricordi che ogni genitore vuole conservare e condividere con parenti e amici, spesso anche utilizzando i social network. Ma attenzione: un gesto che può sembrare innocente potrebbe costare caro a mamma e papà.
Foto sui social della figlia che sfila: non basta il consenso di un solo genitore per autorizzare la pubblicazione online
Non basta il consenso di un solo genitore per autorizzare la pubblicazione online delle foto dei figli minorenni. Questo vale anche se marito e moglie sono separati e se i figli sono in regime di affido condiviso. Ma se mamma o papà assistono all’evento che poi finisce postato sui social non possono ottenere il risarcimento del danno: perché, essendo presenti, avrebbero potuto intervenire per tutelare i figli.
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Fuorilegge le app senza filtri per i minori
Fuori legge le app senza filtri per i minorenni. Questo il principio applicato d'urgenza dal Garante della privacy nel provvedimento n. 39 del 2/2/2023, con il quale ha disposto la limitazione dei trattamenti di dati e cioè la sospensione dell'attività della applicazione denominata Replika: usando quest'ultima, l'utente costruisce, su una piattaforma on line, un amico del cuore, un partner o un mentore, tutti virtuali e creati dalla tecnologia digitale, cui si può confidare tutto, che scrivono e parlano e da cui si ricevono consigli e suggerimenti. Sembra tutto positivo: solo che non c'è nessun ostacolo all'accesso di minori di età e talvolta i contenuti sono inappropriati; alcuni riferiscono di avere ricevuto sollecitazioni sessualmente esplicite o inviti a commettere reati.
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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai
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