FederPrivacy
Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati personali, iscritta presso il Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected]
Non risarcibili le lesioni minime della privacy che non hanno prodotto danni comprovati
L’affissione in bacheca di notizia già resa nota verbalmente in assemblea e subito rimossa non produce danno risarcibile. Lo ha stabilito il Tribunale ordinario di Milano con sentenza numero 7732 del 6 ottobre 2023.
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Sanzionabile l’ente che pubblica i dati dei premi sulle performance con nomi e cognomi
Configura illiceità del trattamento la diffusione da parte del Comune sul proprio sito web delle determinazioni dirigenziali riferite alla liquidazione del fondo incentivante recanti gli elenchi dei nominativi dei dipendenti, la posizione economica di ciascuno nonché l’ammontare del compenso individualmente percepito in relazione alla performance individuale.
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Molestie via social, niente reato se la vittima può disattivare le notifiche al cellulare
La Cassazione ha chiarito che sono i sistemi di alert o preview che affiancano la forma di comunicazione a distanza a rendere la stessa evidentemente invasiva da dover essere considerata molesta nel significato penalmente rilevante, e per la configurazione del reato non dipende dal soggetto che invia la mail o il messaggio, ma da quello che riceve.
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Ad Abano Terme il Corso di alta formazione per Data Manager
Ai professionisti che si occupano della protezione dei dati non basta possedere conoscenze giuridiche in materia di privacy o skills sulla cybersecurity, ma occorrono anche competenze organizzative sulla governance dei dati trattati da aziende pubbliche e private. A febbraio il Corso di alta formazione per Data Manager.
Sempre più donne nella cybersecurity, ma l’Italia resta indietro
Secondo il Women in Cyber Security Report le donne occupano il 25% dei lavori nel campo della cybersicurezza a livello globale, e secondo le previsioni rappresenteranno il 35% globale della forza lavoro nella sicurezza informatica entro il 2031. Ma in Italia solo il 10% della popolazione femminile lavora nella sicurezza informatica.
Cartelle cliniche e documenti sanitari abbandonati nell'ex ospedale, il Garante della Privacy sanziona la ASL
Cinquantamila euro di multa all’Asl Toscana centro per violazione dei dati sensibili di alcuni pazienti dell’ex sanatorio Banti, a Pratolino nel comune fiorentino di Vaglia: cartelle cliniche, ricette e altri documenti, presenti all’interno e all’esterno della struttura ormai abbandonata da oltre 30 anni.
Risparmiare sul DPO nominando un soggetto in conflitto di interessi diventa un boomerang
Risparmiare sul responsabile della protezione dei dati (DPO) incaricando un soggetto in evidente conflitto di interessi rischia di diventare un boomerang per il primo cittadino. In particolare se il comune decide di affidare il compito al dirigente della società partecipata che si occupa della gestione informatica del municipio.
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Glovo geolocalizza i rider anche fuori dall'orario di lavoro e condivide i loro dati con le agenzie di marketing
La società di food delivery Glovo sa dove si trovano i suoi rider anche al di fuori degli orari di lavoro, e senza informarli ne condivide i dati con le agenzie di marketing. Tra le informazioni inviate a terze parti all’ insaputa dei lavoratori vi sono la posizione gps, il nome e il cognome della persona ed il suo codice identificativo.
Secondo il Tribunale di Udine non ci fu violazione della privacy sui vaccini da parte dell'Asufc: accolto il ricorso e annullata la sanzione
Secondo il Tribunale di Udine non ci fu violazione della privacy dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale sulle vaccinazioni, e per questo ha accolto integralmente il ricorso presentato da dall’azienda sanitaria contro l’ordinanza ingiunzione emessa dal Garante per la protezione dei dati personali, annullando la sanzione di 55mila euro.
Videosorveglianza sulle parti comuni del condominio per un legittimo interesse in presenza di un reale pericolo
L’attivazione di un sistema di videosorveglianza è giustificabile in relazione a una situazione di pericolo reale, comprovata da furti o atti vandalici verificatisi in passato: questi precedenti costituiscono un solido elemento a supporto della sussistenza del legittimo interesse ed è pertanto opportuno che vengano documentati.
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