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Il consenso collettivo o individuale dei dipendenti non può legittimare a posteriori la presenza in azienda di strumenti di videosorveglianza se il datore di lavoro li ha installati in violazione delle prescrizioni dello Statuto dei lavoratori, cioè senza consultazione e accordo con le rappresentanze sindacali o senza l'autorizzazione dell'Ispettorato del Lavoro provinciale. Passaggi che vanno compiuti prima di mettere in funzione i predetti strumenti. 

Salvo specifiche disposizioni, spetta all’azienda individuare i tempi di conservazione delle immagini in caso di videosorveglianza, anche nei luoghi di lavoro. È uno dei chiarimenti forniti dal Garante della privacy nelle Faq pubblicate il 5 dicembre 2020. Il Garante ha chiarito alcuni adempimenti legati alla tutela della privacy, che si aggiungono a quelli previsti, sul fronte giuslavoristico, dallo Statuto dei lavoratori.

Sul controllo a distanza, i lavoratori non possono sostituirsi al sindacato. Anche se fossero tutti d'accordo a far installare, ad esempio, le telecamere nell'azienda, in mancanza del placet della rappresentanza sindacale (Rsa o Rsu) l'installazione sarebbe illegittima e il datore di lavoro penalmente responsabile. Lo precisa l'Inl nella nota 2572/2023 in cui fornisce indicazioni sul rilascio del provvedimento di autorizzazione all'installazione di strumenti di controllo diretto o indiretto dei lavoratori, in considerazione anche degli orientamenti del Garante Privacy. L'Inl precisa, inoltre, che la disciplina vale anche per rider e co.co.co. di terza generazione, ma non per i volontari.

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Anche gli spazi esterni di uno stabilimento industriale possono essere "luogo di lavoro", ma in caso di videosorveglianza non è sempre necessario il nulla osta dell’Ispettorato. Lo ha stabilito il TAR Toscana, annullando il diniego dell’Ispettorato del Lavoro a una società che intendeva installare alcune telecamere in una zona periferica dell’impianto.

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Con il provvedimento n. 571 dell’11 settembre 2025, il Garante per la protezione dei dati personali ha affrontato un caso relativo al diritto di accesso ai dati personali, previsto dall’articolo 15 del GDPR.

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L'Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) ha imposto una sanzione di 70.000 euro a LVMH Iberia, S.L. (una filiale del gruppo del lusso che gestisce marchi come Louis Vuitton) per aver incluso in un gruppo di WhatsApp il numero di telefono cellulare personale di una dipendente senza il suo consenso.

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Al dipendente di un ufficio postale è costato la sanzione disciplinare della sospensione dal lavoro senza retribuzione lo sfogo sui social network con cui ha rivelato dati sanitari dei quali è vietata la diffusione non autorizzata in base al Regolamento Ue 2016/679, Gdpr. Il Tribunale di Rovigo, con la sentenza 85 del 20 aprile 2021, ha confermato la legittimità della sanzione, solo rideterminata in due giorni al posto dei cinque disposti dall’azienda.

Le organizzazioni di grandi o piccole dimensioni sono composte da persone che prestano la loro opera a tutti i livelli e delle quali vengono trattati numerosissimi dati personali e talvolta anche dati appartenenti alle categorie particolari del lavoratore e dei suoi parenti. Tali trattamenti sono necessari per l’applicazione delle norme fiscali, giuridiche, per la gestione delle procedure necessarie al fine di garantire il godimento dei diritti e il riconoscimento delle agevolazioni per i lavoratori. Proprio tali dati personali, contenenti talvolta informazioni particolarmente intime e relative alla sfera personale e/o di un familiare del lavoratore, potrebbero essere considerati “appetibili” per finalità, purtroppo, differenti da quelle istituzionali.

In partenza a febbraio il Corso di alta formazione "Privacy e gestione del personale" con un articolato programma composto da 16 moduli di 6 ore ciascuno per una durata complessiva di 106 ore. Nuovo manuale in omaggio e voucher formativo per partecipare gratuitamente a un modulo del corso per chi attiva l'offerta speciale messa a disposizione da Federprivacy. 

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Organizzato per martedì 25 febbraio 2025 un seminario online gratuito dal titolo "Privacy & impatti dell'intelligenza artificiale nel contesto lavorativo" in cui sarà illustrato il panorama dei più rilevanti impatti in materia di privacy dei sistemi di intelligenza artificiale nell'ambito dei rapporti di lavoro, le criticità che ne derivano, nonché i relativi punti di attenzione per gli addetti ai lavori.

Il presidente di Federprivacy alla trasmissione Ore 12 su CR1 TV

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