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Da qualche tempo si fa un gran parlare di etica nel e del mondo digitale. L'argomento principale di discussione – modificabile a vario titolo nell’oggetto - è che tutto deve essere eticamente orientato. Che è certamente un giusto proposito. Ma si sa, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.

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Social network sorvegliati speciali. Anche quelli personali devono essere utilizzati con cautela. Per darsi regole certe, gli istituti scolastici sono sollecitati a scrivere protocolli interni per l'uso delle reti sociali. A mettere i social sotto la lente è il nuovo articolo 11-ter del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, introdotto dal dpr 81/2023.

Il criterio discretivo tra ingiuria e diffamazione va individuato nella presenza o meno dell'offeso tra i destinatari delle comunicazioni offensive. È quindi la nozione di "presenza" dell'offeso ad assurgere a criterio distintivo; implicando questa necessariamente la presenza fisica, in unità di tempo e di luogo, di offeso e terzi; ovvero una situazione a essa sostanzialmente equiparabile realizzata con l'ausilio dei moderni sistemi tecnologici.

Venerdì, 07 Gennaio 2022 08:19

Social spam: è legittimo alla luce del Gdpr?

II c.d. "social spam" consiste in un insieme di attività mediante le quali lo spammer veicola messaggi e link attraverso le reti sociali online. Ciò si inquadra nel problema dell'indiscriminato e spesso inconsapevole impiego dei propri dati personali da parte degli utenti nell'ambito dei social network, tanto più rispetto a profili di tipo "aperto". L’argomento è stato affrontato a suo tempo da alcuni provvedimenti del Garante come le Linee guida in materia di attività promozionale e contrasto allo spam del 4 luglio 2013 oppure al provvedimento sul Consenso al trattamento dei dati personali per finalità di "marketing diretto" attraverso strumenti tradizionali e automatizzati di contatto del 15 maggio 2013, ma sarà sicuramente oggetto del Regolamento e-privacy il cui schema approvato dal Consiglio UE adesso è in discussione presso il Parlamento europeo.

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Uno dei Cyber attacchi forse più “vecchi”, il phishing, non da segno di demordere, anzi il fenomeno è in costante aumento.  Ma non si tratta più delle vecchie email dove il “famoso” principe nigeriano promette ricompense milionarie in cambio di un piccolo anticipo da depositare sul suo conto. Oggi, i Criminal hacker si sono evoluti e sempre di più prendono di mira gli utenti mobile attraverso molteplici vettori come sms, piattaforme di messaggistica istantanea, social-media e qualsiasi altra app che consente la condivisione di link.

Il provvedimento del Garante della Privacy su Tik Tok e la campagna informativa che ha attivato l’autorità per sensibilizzare i genitori a prestare particolare attenzione sull’uso dei social network da parte dei giovanissimi figli rappresentano un importante primo passo per la tutela dei minori online. Nondimeno, rimangono molte preoccupazioni e perplessità di chi ha a cuore il benessere psicofisico dei propri bambini. Per questo Federprivacy ha deciso di effettuare un sondaggio per conoscere l’opinione di chi fa il mestiere più difficile del mondo.

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Sotto la lente del Tribunale di Trieste tutti gli elementi tipici del reato di sostituzione di persona attraverso l'uso di dati anagrafici e fotografie di altro soggetto. Con sentenza del 24 maggio 2021 n. 681, il Tribunale ha condannato un uomo alla pena di tre mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali, senza concessione delle attenuanti generiche, per aver commesso il reato di sostituzione di persona, previsto dall'articolo 494 del Cp. Nel caso di specie, l'imputato aveva utilizzato i dati e le immagini del figlio per creare un proprio account su un noto social network e tramite il falso profilo aveva indotto in errore una ragazza disabile, convincendola a intraprendere con lui una relazione virtuale, a inviargli fotografie e a compiere atti sessuali.

I politici devono vigilare sulle proprie pagine Facebook e sono responsabili se permettono la diffusione di commenti di terzi che incitano all'odio o alla violenza. È vero che, in particolare durante una campagna elettorale, va garantita la più ampia libertà di espressione, ma in questa libertà non rientrano i messaggi discriminatori nei confronti di un gruppo, che hanno l'obiettivo di incitare all'odio. È la Corte europea dei diritti dell'uomo a stabilirlo con la sentenza Sanchez contro Francia depositata il 2 settembre che fornisce ai giudici nazionali e agli Stati i criteri per sanzionare chi permette la diffusione di messaggi di odio, anche senza esserne l'autore.

La “South African Artificial Intelligence Association” (SAAIA) ha presentato un reclamo formale all'Information Regulator accusando Linkedin di violare le leggi sulla privacy sudafricane utilizzando i dati degli utenti per addestrare i suoi modelli di AI senza il consenso esplicito.

Qualche volta può essere una foto postata su un social; qualche altra una frase. Qualche altra una frase. Altre volte invece l’insidia passa anche attraverso la semplice condivisione di un appello: guardate quella fiction. Com’è, ad esempio, accaduto a un dipendente dell’ArcelorMittal di Taranto sospeso dal lavoro in via disciplinare.

Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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