Federprivacy
Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: urp@federprivacy.org
Il Principato di Monaco rafforza il suo impegno per la privacy recependo i requisiti della Convenzione 108
Il 6 marzo 2025, S.E. Monsieur Gabriel Revel, Ambasciatore, Rappresentante Permanente di Monaco presso il Consiglio d’Europa, ha depositato lo Strumento di Ratifica del Protocollo di modifica della Convenzione per la protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati personali, nota come Convenzione 108.
Il Garante della privacy italiano partecipa al CEF 2025 sul diritto alla cancellazione
Il Garante privacy partecipa al Quadro di attuazione coordinata (Coordinated Enforcement Framework) del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), dedicato nel 2025 all’attuazione del diritto alla cancellazione e del diritto all'oblio.
Fino al 31 marzo in omaggio per gli associati il libro ‘La NIS2 e il decreto cybersicurezza. Le norme e gli adempimenti’
Fino al 31 marzo tutti coloro che pagano la quota associativa con l’offerta del mese ricevono in omaggio il libro “La NIS 2 e il decreto cybersicurezza. Le norme e gli adempimenti”, volume a cura di Ranieri Razzante e Pasquale Spanò.
Diritto di accesso ai dati personali, tra esigenze di sicurezza e di effettività
In una recente sentenza, il Tribunale di Salerno si sofferma sull’esercizio del diritto di accesso ai dati personali, componente essenziale del diritto alla protezione dei dati personali, con risvolti di una certa rilevanza, sul piano pratico, per i titolari del trattamento, tenuti a garantirne l’attuazione.
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Webinar sul Data Protection Officer in ambito di lavoro e i diritti degli interessati con l’intelligenza artificiale
Organizzato un webinar sul ruolo, le responsabilità, ed i compiti del Data Protection Officer nella gestione delle risorse umane, che tratta inoltre gli adempimenti richiesti dalla normativa riguardo all' acquisizione dei dati di candidati e dipendenti, nonché i diritti degli interessati in ambito di lavoro in conformità al GDPR e all’Artificial Intelligence Act.
WhatsApp, messaggi vocali e emoticons accettati come prova nei processi civili e penali, ma attenzione alla privacy
Sempre più spesso le comunicazioni scambiate attraverso WhatsApp vengono accettate dai giudici come prove decisive nei processi, sia civili che penali. Non solo i messaggi di testo delle chat, ma anche quelli vocali e perfino le emoticon possono infatti avere valore giuridico. Un semplice pollice in su può rappresentare l’accettazione di spese straordinarie per i figli o persino di un contratto.
Ricerca e selezione del personale, un webinar sugli impatti privacy alla luce dell’intelligenza artificiale
Organizzato un webinar che affronta i temi della protezione dei dati nell'ambito della gestione e amministrazione delle risorse umane, che affrontano in modo approfondito i temi dalla ricerca e della selezione del personale, che sono sempre più impattati da decisioni automatizzate e sistemi di intelligenza artificiale.
Il dipendente che inoltra il video della chat di gruppo al datore di lavoro viola il principio di segretezza della corrispondenza tra privati
Il lavoratore che trasmette al datore di lavoro il video postato sulla chat costituita su WhatsApp da un gruppo chiuso di lavoratori, da cui poi deriverà il licenziamento della collega autrice del video, viola il principio di rango costituzionale di segretezza delle comunicazioni scambiate tra privati.
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No al licenziamento del dipendente che critica la propria azienda sul web
Più spazio al diritto di critica dei dipendenti. Non si può infatti pretendere che ogni opinione espressa nei confronti della azienda “sia esplicitamente costruttiva” e tale da provocare “un approccio autocritico ed una ragionata revisione […] delle politiche di gestione aziendale”. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 5331/2025.
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Corte di Giustizia Ue: anche un ente privo di personalità giuridica può essere un titolare del trattamento di dati personali
Anche un servizio, privo di personalità giuridica, può essere un titolare del trattamento di dati personali. È quanto ha stabilito la Corte di giustizia dell’UE (Cgue), con la sentenza del 27 febbraio 2025, resa nella causa n. C-638/23, che ha sciolto un nodo interpretativo riferito all’articolo 4, punto 7, del Gdpr.
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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai
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