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Le app per combattere la dipendenza da sostanze stupefacenti accedono ai dati personali degli utenti e li condividono con Google e Facebook
App utilizzate da migliaia di persone in cerca di supporto per guarire dalla dipendenza da oppiacei accedono a informazioni personali sensibili e possono inviarle a Google e Facebook, che a loro volta sono in grado di identificare gli utenti. A renderlo noto è il Financial Times menzionando una ricerca pubblicata nei giorni scorsi da ExpressVPN Digital Security Lab, che ha esaminato il codice sorgente di 10 di queste applicazioni Android scoprendo che molte di esse stavano accedendo a dati privati come il numero di telefono, l’operatore telefonico e l’indirizzo IP dell’utente.
Le app possono mettere a rischio la riservatezza dei nostri dati personali. I consigli per tutelare la privacy
Le applicazioni per smartphone, Tablet, smart watch, ecc. (c.d. “app”) sono divenute parte integrante della nostra vita al punto che trovare, oggi, qualcuno che non abbia mai avuto a che fare con un “app” è sicuramente un’impresa ardua. Questa diffusione e massivo utilizzo delle app non è però scevro da rischi privacy. Infatti, come evidenziato dall’Autorità Garante i servizi che offrono (consultazioni home banking, monitoraggio delle condizioni di salute, controllo domotico delle nostre abitazioni, gestione video e fotografie, prenotazione viaggi, ecc,) possono mettere a rischio la riservatezza dei nostri dati personali.
Le implicazioni sociali di app e intelligenza artificiale: necessario ed urgente avviare una seria riflessione globale
E’ ancora impressa nella nostra memoria la storia della bimba di dieci anni originaria di Palermo morta nel 2021 impiccata a seguito della “blackout challenge” su Tik Tok: la sfida, lanciata sulla piattaforma di Zhang Yiming e consistente nel mostrare il proprio coraggio e capacità a resistere il maggior tempo possibile con una cintura, sciarpa o corda stretta al collo.
L’ Ufficio Anti-Cybercrime francese apre un’indagine su Apple per violazione della privacy da parte di Siri
Apple sotto accusa per potenziali violazioni della privacy degli utenti legate alla gestione delle registrazioni vocali di Siri. L'indagine, avviata dall' Office Anti-Cybercriminalité (OFAC), riguarda il modo in cui il colosso di Cupertino avrebbe raccolto, archiviato e fatto analizzare conversazioni degli utenti del suo assistente vocale da parte di collaboratori esterni.
L’80% delle informazioni sulla privacy delle app pubblicate sul Play Store sono false o ingannevoli
Gli esperti in materia di privacy consigliano spesso gli utenti di leggere bene le informative sul trattamento di dati personali prima di scaricare una app, ma neanche essere scrupolosi può essere sufficiente se un’applicazione mente dichiarando di fare una cosa e poi invece ne fa un’altra.
L’app anti Covid-19 che invia i dati a Google e Foursquare
L’app ufficiale di contact tracing anti-COVID-19 dello stato del Nord Dakota, negli Stati Uniti, progettata per rilevare se le persone sono state potenzialmente esposte al coronavirus, invierebbe i dati sulla posizione e un identificatore utente univoco a Foursquare, ed altri dati a Google. L’app si chiama Care19.
L’utilizzo sconsiderato di intelligenze artificiali mette a rischio i dati biometrici, soprattutto dei minori
Dalla fantascienza alla realtà, ormai le intelligenze artificiali hanno invaso le nostre vite, e non sono più fonte di sorpresa quanto piuttosto di curiosità. Lo sdoganamento dell’utilizzo di intelligenze artificiali per attività frivole come, ad esempio, modificare la propria immagine, può provocare gravi conseguenze, se viene fatto senza tener conto dell’importanza di tutelare la propria immagine da trattamenti che potrebbero implicare anche la raccolta dei dati biometrici. In particolare, sta spopolando, soprattutto tra i più giovani, un bot su Telegram per trasformare la propria foto in un cartone Manga.
Minori online: 5 rischi su privacy e sicurezza per i giovani che usano TikTok
Negli ultimi tempi hanno fatto il giro del mondo notizie allarmanti su TikTok, passando dalle dichiarazioni rilasciate dal direttore dell’FBI Chris Wray che ha alzato i toni durante un’audizione al Congresso degli Stati Uniti, fino all’ordine firmato lo scorso 29 dicembre dal presidente Joe Biden, che ha bandito l’uso della popolare app da tutti i cellulari in uso ai dipendenti federali.
New York regala un’app che protegge i cellulari dagli hacker e tutela la privacy
Il sindaco di New York Bill de Blasio ha presentato una nuova app gratuita per cellulari che servirà a proteggere i dati online dei cittadini newyorkesi. La app fa parte di un’iniziativa chiamata NYC Secure e aiuterà le persone a monitorare le reti Wi-Fi non sicure e i contenuti dannosi per i loro telefonini.
Nota app per il controllo della fertilità accusata di condividere i dati sensibili delle utenti con società cinesi
Una nota app per monitorare il ciclo mestruale è accusata di aver ceduto dati personali delle inconsapevoli utenti a società terze cinesi. Ad essere coinvolta nella condivisione dei dati sarebbe la versione Android dell’applicazione Premom, una delle tante app utilizzate dalle donne per tenere sotto controllo la propria fertilità, soprattutto quando sono alla ricerca di una gravidanza.
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Ansa: presentato alla Camera il libro 'Smetti di farti spiare difendi la tua privacy'
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