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Se siete in dolce attesa o siete diventati da poco genitori e vi piace cercare consigli e supporto su internet, tutte le vostre informazioni sensibili, ed anche quelle dei vostri bebè potrebbero essere sfruttate e cedute alle agenzie di marketing a vostra insaputa.

Molte app legate alla salute, presentano seri problemi di privacy e raccolta dati, tanto che almeno il 25% dei programmi gratuiti non rispetta quanto stabilito dai termini per la tutela dei dati personali. A documentarlo uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, condotto dagli scienziati della Macquarie University, in Australia, che hanno valutato più di 20mila applicazioni per smartphone relative alla salute. I ricercatori ribadiscono che i pazienti dovrebbero essere più informati sulle politiche legate alla protezione dei dati nelle applicazioni per la salute.

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Mentre “Immuni” fa il suo esordio sugli store di Apple e Google, una campagna di hacking che prova a sfruttare questo evento investe l’Italia. A renderlo noto è l’Agid-Cert, la struttura del governo che si occupa di cybersicurezza. Non si ha contezza, al momento, di quanti cittadini siano realmente coinvolti e a rischio. Ma la storia è abbastanza emblematica, e necessita di grande attenzione.

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Un recente studio della George Washington University, che nell’arco di circa un anno ha analizzato oltre 100 milioni di viaggi a Chicago, getta nuove ombre su Uber e Lyft sostenendo che gli algoritmi utilizzati dalle app delle note società di trasporto penalizzerebbero i passeggeri di colore applicando loro prezzi più alti. Dai primi risultati dello studio accademico condotto negli Usa, emerge infatti che le compagnie di trasporto passeggeri addebiterebbero tariffe maggiorate per le corse nella città dell’Illinois se la destinazione o il punto di raccolta ha una maggiore concentrazione di residenti non bianchi, o dove vi sono meno persone con un elevato livello di istruzione.

L'app musicale TikTok - creata in Cina ma oggi di proprietà di Bytedance, che lo scorso anno l'ha fusa con l'altra propria controllata Musical.ly - è stata multata dalla Federal Trade Commission, ente statunitense preposto alla tutela dei consumatori, per aver violato la privacy dei propri utenti minorenni: la sanzione record da 5,7 milioni di dollari è stata comminata per una palese violazione del Children's Online Privacy Protection Act, legge che negli USA regola la protezione della privacy dei minorenni in Rete, che vieta la raccolta di dati sensibili dai minori di 18 anni senza il consenso dei genitori o dei tutori legali.

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Diversi produttori e sviluppatori, anche di altri Paesi, hanno messo a disposizione sugli store on line app per la verifica del green pass che consentono a chi le scarica, inquadrando il QR Code, di leggere dati personali come nome, cognome, data di nascita, ma perfino dosi o tamponi effettuati. In alcuni casi le app richiedono anche una registrazione per il download e trasferiscono i dati a terzi.

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Dopo quello del Coronavirus, il contagio che maggiormente ha caratterizzato queste giornate di isolamento è stato certamente quello dell’installazione di software e “app” per eseguire videochiamate e effettuare riunioni a distanza. Tra le soluzioni che vanno per la maggiore c’è “Zoom”, la cui dinamicità non ha faticato a incontrare l’entusiasmo collettivo.Chi non ha esitato ad installare questo strumento probabilmente non ha mai preso in considerazione le possibili controindicazioni che – purtroppo – non mancano davvero.

Prosegue l’azione dell’Autorità per la privacy a tutela dei dati dei lavoratori delle piattaforme di food delivery italiane. Il Garante ha ingiunto a Deliveroo Italy il pagamento di una sanzione di 2 milioni e 500 mila euro per aver trattato in modo illecito i dati personali di circa 8000 rider. Per mettersi in regola, la società dovrà modificare il trattamento dei dati dei lavoratori adeguandosi, entro tempi determinati, alle prescrizioni dettate dall’Autorità. Dagli accertamenti effettuati anche presso la sede della società, che svolge attività di consegna di cibo e prodotti per mezzo di una piattaforma digitale, sono emerse infatti numerose e gravi violazioni della normativa privacy europea e nazionale, dello Statuto dei lavoratori e della recente normativa a tutela di chi lavora con le piattaforme digitali.

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Si chiama #numberneighbor ed arriva dagli Stati Uniti la nuova tendenza che si sta diffondendo anche in Italia come diversivo per socializzare sotto l'ombrellone con il proprio smartphone, ma che insieme al divertimento rischia di portare anche brutte sorprese per chi si presta a stare al gioco.

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25 maggio 2023: il Privacy Day Forum al CNR di Pisa nel giorno del 5° anniversario del GDPR

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