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Google cancella migliaia di app da Play Store per proteggere la privacy degli utenti
Cala la scure di Google sul Play Store: migliaia di app verranno cancellate nei prossimi mesi se non aggiorneranno i permessi richiesti agli utenti. Come mai questo cambio di strategia da parte dell’azienda di Mountain View? Per proteggere i dati personali degli utenti, anche a causa delle nuove normative entrate in vigore lo scorso anno con il GDPR.
Google rimuove tre note app per bambini per violazione delle norme sulla privacy
Appena qualche settimana fa l’Osservatorio di Federprivacy aveva pubblicato una ricerca che evidenziava come il 93,8% delle più diffuse app di giochi rivolte ai minori contengano tracker che spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti, e adesso Google ha rimosso alcune delle applicazioni “incriminate”.
Google, migliaia di app su Play store violano la privacy dei bambini
Migliaia di app gratuite disponibili su Google Play Store potrebbero violare la legge sulla protezione della privacy dei bambini, 'seguendoli' sul web. E' quanto rivela uno studio riportato dal Washington Post e condotto su 6.000 app, molte delle quali raccolgono dati personali di bambini con meno di 13 anni senza il consenso dei genitori.
I consigli del Garante della Privacy per l’uso delle app
È diventato un gesto comune, quasi inconscio per molti di noi. Se gli smartphone sono un oggetto indispensabile nella vita di tutti i giorni, capace di generare nuove patologie come la “Sindrome del collo da smartphone”, le app sono diventati strumenti fondamentali per informarsi, comunicare, divertirsi o svolgere altre attività fondamentali o secondarie. Negli ultimi mesi del 2020 il Garante della Privacy ha pubblicato un pratico documento contenente le linee guida per un utilizzo consapevole delle applicazioni per dispositivi mobili. Troppo spesso infatti l’utente medio trascura importanti aspetti di sicurezza a fronte di una maggiore immediatezza d’uso.
I rischi sulla privacy delle chatbot: da Replika a ChatGPT
Quando scarichiamo le tanto famigerate app da internet ci accorgiamo che spesso sono accompagnate da tante, anzi moltissime recensioni che sembrano celare un desiderio, una debolezza o una ricerca di attenzione da parte di chi le scarica. Un esempio di questa necessità di comunicare o di intavolare rapporti con chicchessia, che magari non si riescono a costruire nel mondo reale, è rappresentato dall’app Replika, un’applicazione statunitense di tipo chatbot dotata di un algoritmo di intelligenza artificiale programmato per creare “un amico virtuale”.
Il Garante della Privacy blocca l'app 'Replika': viola il GDPR
Il Garante della privacy ferma “Replika”. Il chatbot, dotato di una interfaccia scritta e vocale che basandosi sull’intelligenza artificiale genera un “amico virtuale”, per il momento non potrà usare i dati personali degli utenti italiani. L'Autorità ha infatti disposto con effetto immediato, nei confronti della società statunitense che sviluppa e gestisce l’applicazione, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati.
Il Garante Privacy blocca ‘Mitiga’, l'app ideata per gestire gli accessi 'Covid free' a eventi sportivi e spettacoli
Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco provvisorio dei trattamenti dei dati personali nei confronti della Società che gestisce l’app “Mitiga Italia”. L’app era stata utilizzata per la prima volta il 19 maggio scorso per consentire l’ingresso alla finale di Coppa Italia degli spettatori in possesso di certificazione attestante l’avvenuta vaccinazione, la guarigione o lo stato di negatività dal Covid-19.
Il ruolo privacy dei produttori di applicazioni, servizi e prodotti basati sul trattamento di dati personali
Nessuna responsabilità in relazione al trattamento dei dati personali è attribuita dalla normativa eurounitaria sulla privacy (GDPR) ai produttori degli strumenti utilizzati da titolari e responsabili per eseguire i trattamenti.
India: TikTok vietato da quasi tre anni, ma i dipendenti della società cinese accedono ancora ai dati personali degli utenti
Da quasi tre anni l'India ha vietato TikTok a causa delle tensioni geopolitiche, ma a tutt’oggi i dati personali dei cittadini indiani che una volta utilizzavano TikTok rimangono ancora ampiamente accessibili ai dipendenti della ByteDance, azienda sviluppatrice dell'app di proprietà cinese e alla sua società madre con sede a Pechino.
Insieme allo smartphone usato attenti a non vendere anche i vostri segreti più intimi
In giro per il mondo ci sono circa 6,6 miliardi di smartphone attivi. Solo in Italia sono più o meno 80 milioni, quindi più degli abitanti. Nessuna sorpresa, quindi, se accanto al mercato degli smartphone nuovi ce ne sia uno sempre più fiorente di smartphone di seconda mano nel quale circolano telefonini venduti, comprati e scambiati direttamente tra utenti e dispositivi, come si dice, ricondizionati, da società specializzate che, prima li "rimettono a nuovo" e poi li rivendono.
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