Visualizza articoli per tag: Google
Alla sentenza per diffamazione deve seguire la deindicizzazione dal motore di ricerca
Chi di noi, almeno una volta, non ha inserito le proprie generalità in un motore di ricerca per vedere cosa si dice di noi “in rete”? Quando un ingegnere effettuò una ricerca simile si rese conto che il motore di ricerca reindirizzava a siti che propinavano sul suo conto notizie false e diffamatorie. La fonte originaria delle notizie lesive era già stata condannata con sentenza penale passata in giudicato; il tecnico chiedeva quindi a Google di provvedere alla cancellazione di tutti gli URL a cui si veniva reindirizzati digitando il proprio nome, ma il colosso informatico non adempiva o lo faceva solo in parte.
Anche la Francia bacchetta Google Analytics sulla non conformità al Gdpr
Se inizialmente le criticità sollevate in Austria sulla non conformità al Gdpr dei siti web che utilizzano Google Analytics potevano sembrare un fenomeno isolato, adesso la questione sta prendendo una piega tale da iniziare a preoccupare seriamente le società che sui propri siti utilizzano il sistema di statistiche di Big G.
Australia, commento negativo sulla pagina del dentista, il tribunale obbliga Google a fornire i dati dell'utente anonimo
Il tribunale federale australiano ha ordinato a Google di fornire i dati personali di un utente anonimo che ha lasciato un commento negativo sull'operato di un dentista di Melbourne, secondo quanto riferito da The Guardian.
Australia, le autorità accusano Google di aver ingannato gli utenti sulla privacy
L' Autorità australiana per la tutela della concorrenza e dei consumatori (Accc) ha annunciato oggi di aver avviato un procedimento legale contro Google con l’accusa di aver ingannato gli utenti per ottenere il loro regolare consenso all'uso di dati personali per veicolare pubblicità mirate.
Chiude Google+ dopo il "bug" nei dati personali di 500mila utenti
Una falla nel software ha messo a rischio per anni i dati personali di oltre 500mila utenti di Google+. La piattaforma social lanciata nel 2011 per contrastare il dominio di Facebook, che è stata invece uno dei più grandi flop della società californiana. A causa del bug informatico gli sviluppatori esterni di 488 app di Google hanno avuto accesso potenziale ai dati di mezzo milione di persone – nome e cognome, e-mail, ma anche data di nascita, sesso, professione e indirizzo di residenza - tra il 2015 e il marzo 2018. Quando il problema è stato individuato e risolto da Big G che però, allora, decise di non darne notizia per i timori di maxi multe da parte delle autorità garanti della privacy e per i danni di immagine.
Consumatori sul piede di guerra contro Google per la geolocalizzazione: "non rispetta il Gdpr"
Sette associazioni di consumatori in Europa sono pronte a denunciare Google ai rispettivi garanti nazionali perché con il suo sistema di geolocalizzazione degli utenti non rispetterebbe le nuove regole Ue sulla privacy. Lo rende noto l'associazione ombrello europea dei consumatori Beuc, di cui fanno parte la Forbrukerradet (Norvegia), Consumentenbond (Olanda), Ekpizo (Grecia), dTest (Repubblica ceca), Zveza Potrosnikov Slovenije (Slovenia), Federacja Konsumentow (Polonia) e Sveriges Konsumenter (Svezia).
Corte UE: Google non dovrà garantire il diritto all'oblio su scala globale
Google non dovrà applicare il diritto all'oblio su scala globale: il motore di ricerca non sarà obbligato a rimuovere i link a contenuti che alcuni utenti non vorrebbero più far vedere in nome del diritto all'oblio, fuori dall'Unione europea. La decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea farà sì che i contenuti che in Europa sono considerati "dimenticabili" potranno essere in ogni caso visibili nei risultati di ricerca di Google all'esterno dell'Unione.
Ex consulente di Google: "Schedati anche i miei nonni, le aziende raccolgono dati anche di chi non è sul web"
Si può essere 'schedati' dalle aziende informatiche anche senza aver mai avuto una connessione internet. Lo dimostra il caso raccontato da Joe Toscano, un ex consulente di Google, sul sito della rivista Forbes, che ha scoperto tra le informazioni registrate dal browser Chrome anche alcuni dati sui propri nonni, che appunto non erano mai stati connessi.
Francia, multe per 135 milioni di euro a Google ed Amazon per utilizzo dei cookies senza esplicito consenso
Nuovi guai per Google e Amazon in Europa. Questa volta i due colossi sono finiti nel mirino della Cnil (Commission nationale de l’informatique et des libertés), l’equivalente francese del nostro garante della privacy, per aver violato le norme sull’uso dei cookies di tracciamento online.
Francia, sanzioni record per violazione della privacy con i cookie: 150 milioni di euro a Google e 100 milioni a Facebook
Sui siti web www.facebook.com e www.google.fr, nonché su www.youtube.com agli utenti non è consentito rifiutare i cookie con la stessa semplicità con cui li accettano, e questo significa che di fatto sono indotti (o forse rassegnati) a essere tracciati e profilati nei loro comportamenti online, dovendosi quindi sorbire pubblicità mirata in base ai loro gusti e alle loro preferenze, e anche “consentire” non proprio volontariamente che i loro dati personali vengano condivisi con agenzie di marketing e altre terze parti. Questi sono i motivi per cui l’autorità di controllo francese (CNIL) ha inflitto sanzioni da record a Google e a Facebook, rispettivamente 150 milioni di euro, e 100 milioni di euro.
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Ue, rischio multe per chi non si adegua al Gdpr
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