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L'invio a più caselle Pec di un messaggio diffamatorio non fa scattare l'aggravante della diffusione su internet
L'invio di un messaggio di posta elettronica certificata - anche a più destinatari - non costituisce di per sè l'aggravante del terzo comma dell'articolo 595 del Codice penale che punisce la diffamazione. Inizialmente la norma prvedeva l'aggravante per la condotta commessa a mezzo stampa. Oggi la nozione è quella della potenziale pubblicità che, con i nuovi mezze di comunicazione, può raggiungere un contenuto diffamatorio. L'immissione in internet di un messaggio è già stata considerata dalla giurisprudenza come presunzione di un alto rischio di diffusione dei contenuti condivisi.
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L’Inps si salva dagli hacker ma scivola maldestramente sulla privacy
Dopo che l'Inps aveva resisitito a un attacco hacker, i dati sensibili di migliaia di cittadini sono finiti online accessibili a chiunque, ma non per mano di qualche pericoloso criminale informatico, in quanto stavolta l'istituto previdenziale ha fatto tutto da solo.
Migliaia di Green Pass online, chi li ha pubblicati è un irresponsabile
La notizia è, ormai, drammaticamente nota: online si trovano migliaia di green pass autentici o, almeno, apparentemente autentici in vendita o gratuitamente disponibile per chi, magari non essendo vaccinato e non intendendo vaccinarsi né farsi periodicamente un tampone non voglia, comunque, rinunciare alla maggior libertà offerta dal possesso dell’ormai celeberrima certificazione verde.
Migliaia di videochiamate su Zoom finite su internet ad insaputa degli utenti
Pubblicate sul web ad insaputa degli utenti migliaia di registrazioni di videochiamate effettuate dal servizio di Zoom, l’app diventata molto popolare in questo periodo di pandemia del Coronavirus. Come riportato sul Washington Post, sono infatti risultati accessibili su piattaforme di video sharing come Youtube e Vimeo i video di riunioni di lavoro, di attività scolastiche, riunioni religiose, e di conversazioni private.
Monito del Garante Privacy: no alla condivisione del video dello stupro di Palermo
Il Garante della privacy mette in guardia sulle conseguenze, anche di natura penale, della diffusione e condivisione dei dati personali della vittima dello stupro di Palermo e dell’eventuale video realizzato.
Nominativo di un paziente leggibile sul manifesto del pronto soccorso di Arezzo, la ASL toscana scivola sulla privacy
Grossolano scivolone sulla privacy dell'Asl Toscana Sud Est che lo scorso anno aveva preso l’iniziativa di celebrare la “la sanità di tutti per la salute di tutti” diffondendo dei cartelloni con questo slogan che ritraevano in primo piano un'infermiera intenta a lavorare sul computer del pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo, senza accorgersi però che sul suo schermo era nitidamente leggibile il nominativo di un paziente.
Non risarcibili le lesioni minime della privacy che non hanno prodotto danni comprovati
L’affissione in bacheca di notizia già resa nota verbalmente in assemblea e subito rimossa non produce danno risarcibile. Lo ha stabilito il Tribunale ordinario di Milano con sentenza numero 7732 del 6 ottobre 2023.
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Online per errore i dati sanitari di un paziente: nessuna procedura ma solo istruzioni orali, multato l’ente
Dopo aver ricevuto un reclamo per l'illecita pubblicazione di dati sensibili di un paziente ricoverato in una clinica psichiatrica forense sul sito web della Regione di Örebro, il Garante per la privacy svedese ha avviato un'indagine, appurando che la segnalazione era fondata. Infatti, nel comunicato reso noto dalla stessa autorità per la protezione dei dati personali lo scorso 13 maggio, viene confermato che "le informazioni sensibili del paziente sono state erroneamente pubblicate e quindi rese accessibili al pubblico sul sito web della regione ".
Pasticcio Green Pass: la Regione Toscana diffonde un valido QR Code impossibile da revocare e acquistabile online per pochi euro
Per i furbetti del Green Pass non c’è bisogno di andare nel Dark Web o su qualche canale Telegram di truffatori per procurarsi un valido QR Code pagando centinaia di euro, perché si può comprare con pochi click a 9,99 euro su Alamy, noto sito di vendita online di immagini in stock.
Privacy violata all'asilo, telecamere di videosorveglianza puntate sui bambini e immagini diffuse online
La riservatezza e la dignità dei bambini vanno tutelate sin dalla primissima infanzia. È questo, in sintesi, il principio alla base del provvedimento con il quale il Garante ha vietato a un asilo nido l’ulteriore diffusione online delle foto dei piccoli ospiti (di età compresa tra i 3 e i 36 mesi) e ha ordinato la cancellazione delle immagini illecitamente trattate.
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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3
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