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Corte Costituzionale: illegittima la sospensione della prescrizione introdotta dal Gdpr
Illegittima la sospensione della prescrizione introdotta dalla riforma del codice privacy. La Consulta con la sentenza n. 260 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 18, comma 5, del decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101, recante «Disposizioni per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati)».
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Corte Costituzionale: le regioni non possono disciplinare autonomamente il trattamento dei dati personali
È incostituzionale una disciplina regionale che regola il trattamento dei dati personali nella installazione degli impianti di videosorveglianza, in quanto vìola gli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea e invade le competenze legislative esclusive dello Stato nella materia "ordinamento civile".
Corte Costituzionale:email e WhatsApp sono corrispondenza
La Corte costituzionale ha accolto il conflitto di attribuzione proposto dal Senato nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nella parte in cui era diretto a contestare la legittimità dell'acquisizione di corrispondenza del sen. Renzi in violazione dell'art. 68, terzo comma, Cost.
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Corte di Cassazione, accertamenti bancari sui soci leciti solo se riferibili all’ente
È illegittimo l’accertamento bancario alla società fondato sulle movimentazioni risultanti dai conti dei soci, se l’ufficio non giustifica adeguatamente la loro riferibilità all’ente. A fornire questo importante principio è la Cassazione con la sentenza n. 33596/2019, depositata il 18 dicembre 2019.
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Corte di Cassazione, le ultime sentenze in tema di trattamento illecito di dati personali
In tema di trattamento illecito di dati personali, nella norma incriminatrice di cui all'art. 167, d.lgs. 196/2003, anche dopo le modifiche introdotte dal d.lgs. n. 101/2018, il richiamo alla necessità del verificarsi di un nocumento è rimasto immutato, sebbene nell'attuale versione normativa la determinazione del nocumento si configura come un elemento costitutivo della fattispecie penale e non più come condizione obiettiva di punibilità, idonea cioè ad attualizzare.
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Corte di Cassazione: nessuna sanzione penale per l'ingiuria in video chat
Non incorre nel rischio di una sanzione penale chi insulta l'interlocutore in una video chat, anche se alla presenza di più persone. Non scatta infatti il reato di diffamazione, dal momento che la persona offesa è presente, ma si rientra nella fattispecie dell'ingiuria che però è stata depenalizzata dalla legge n. 7 del 2016. La Corte di cassazione, sentenza n. 10905 del 31 marzo 2020, ha così accolto il ricorso di un uomo che era stato condannato al pagamento di 600 euro di multa.
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Corte di giustizia UE, anonime le cause pregiudiziali
A partire dal 1° luglio 2018, le cause pregiudiziali nelle quali sono coinvolte persone fisiche saranno rese anonime. Alla luce dell'entrata in vigore del nuovo Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali, la Corte di Giustizia UE ha deciso di rafforzare la protezione dei dati nell'ambito delle pubblicazioni relative alle cause pregiudiziali. Sarà eliminato anche qualsiasi elemento supplementare atto a consentire l'identificazione delle persone implicate.
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Corte di Giustizia UE, il dato pseudonimo non e' per sempre: dipende dalla identificabilità dell'interessato
La sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 4 settembre 2025 ha invalidato la pronuncia del Tribunale dell’Unione europea del 26 aprile 2023 nella causa C-413/23-P, promossa dal Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) contro il SRB (Single Resolution Board, agenzia dell'Unione Europea per la gestione delle crisi bancarie).
Corte di giustizia Ue: accesso a tutte le comunicazioni elettroniche giustificato solo dalla lotta al crimine organizzato
La Corte di giustizia dell'Unione europea con la sentenza sulla causa C-746/18 nel risolvere un rinvio pregudiziale sulla normativa dell'Estonia chiarisce le finalità che giustificano l'accesso all'insieme dei dati relativi alle comunicazioni di un soggetto attenzionato dalla giustizia penale. Il punto è la tutela dei dati personali coperti dalla privacy che può risultare violata da un accesso indiscriminato, che consente di analizzare tutto il traffico delle comunicazioni di un dato soggetto e l'ubicazione dello stesso.
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Corte di Giustizia Ue: anche un ente privo di personalità giuridica può essere un titolare del trattamento di dati personali
Anche un servizio, privo di personalità giuridica, può essere un titolare del trattamento di dati personali. È quanto ha stabilito la Corte di giustizia dell’UE (Cgue), con la sentenza del 27 febbraio 2025, resa nella causa n. C-638/23, che ha sciolto un nodo interpretativo riferito all’articolo 4, punto 7, del Gdpr.
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