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"E-state in privacy", le best practices del Garante
Per molti italiani stanno arrivando le vacanze, e staccare un po' la spina dà senza dubbio sollievo, ma per evitare brutte sorprese durante l'estate è sempre opportuno stare attenti a non abbassare la guardia mentre utilizziamo smartphone, tablet, e anche strumenti di svago come i droni. Allora, anche se in questo periodo vi trovate sotto l'ombrellone, ci sono alcune utili best practices suggerite dal Garante con il vademecum "E-state in privacy":
App gratuite girano i dati personali a Facebook senza consenso degli utenti
Privacy International, l'ente londinese che si batte per una maggiore privacy degli utenti, ha scoperto che molte applicazioni per cellulari, che usano il sistema operativo Android, inviano i dati personali a Facebook senza il permesso degli utenti. Non un fatto da poco.
Attenzione alle app spia che fotografano il display del vostro smartphone
Il nostro smartphone potrebbe mandare a nostra insaputa foto o video dello schermo a terze parti, in molti casi società di analytics o marketing. Lo ha scoperto un team di ricercatori della Northeastern University di Boston, Massachusetts, conducendo dei test su 17.260 app per cellulari Android, comprese le app sviluppate da Facebook. La ricerca è stata in parte finanziata da Google ed è stata avviata, spiega il team di Boston, per verificare i rumor secondo cui i telefoni “spiano” gli utenti tramite i microfoni, raccogliendo e inviando i dati personali verso altre aziende, tra cui, ma non solo, i social network.
Garante Privacy: attenzione alle app 'rubadati' installate sullo smartphone che vi carpiscono informazioni
Microfoni degli smartphone sempre accesi a carpire informazioni rivendute poi a società per fare proposte commerciali. Un fenomeno sempre più diffuso, che sembrerebbe causato anche dalle app che scarichiamo sui nostri cellullari. Molte app, infatti, tra le autorizzazioni di accesso che richiedono al momento del download, inseriscono anche l’utilizzazione del microfono. Una volta che si accetta, senza pensarci troppo e senza informarsi sull’uso che verrà fatto dei propri dati, il gioco è fatto.
Hacker cinesi infettano 5 milioni di smartphone
Un malware in Cina sta costruendo un’enorme botnet, ovvero una rete di dispositivi infettati da un malware che vengono controllati da remoto da un hacker, contenente quasi cinque milioni di smartphone Android.
Hacker, il nuovo obiettivo è il numero di cellulare: a rischio soldi e privacy
Dammi il tuo cellulare e mi prenderò il tuo mondo. È il principio che sta dietro un boom di furti di numeri di cellulare, riportato negli ultimi tempi dalle autorità americane. Ma sempre più diffuso anche in Italia, a quanto risulta agli addetti ai lavori. In sostanza, i pirati informatici riescono a prendere il controllo di un numero di cellulare e di lì a un conto corrente bancario o bitcoin, a un account su Facebook, a foto private, per esempio.
Tutto questo perché il numero di cellulare è, sempre di più, porta di accesso a un mondo di contenuti e servizi, anche molto importanti. Come appunto il conto corrente, da cui l’attaccante può fare un bonifico a proprio favore.
La base giuridica per l’utilizzo e la memorizzazione dei dati personali archiviati nei dispositivi degli utenti per finalità di marketing può essere solo il consenso
Il Regolamento (UE) 2016/679 nel prevedere che ogni trattamento debba trovare fondamento in un’idonea base giuridica individua, come noto, nell’articolo all’articolo 6 le seguenti basi giuridiche: consenso, adempimento obblighi contrattuali, interessi vitali della persona interessata o di terzi, obblighi di legge cui è soggetto il titolare, interesse pubblico o esercizio di pubblici poteri, interesse legittimo prevalente del titolare o di terzi cui i dati vengono comunicati.
La batteria dello smartphone potrebbe essere usata per spiarci
I nostri smartphone sono sempre più vulnerabili. Un recente rapporto del Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica) ha evidenziato il trend preoccupante sui rischi della cybersecurity, dovuti anche all’impiego su larga scala dell’intelligenza artificiale. Adesso, si scopre che i pericoli possono arrivare anche dalla batteria del cellulare.
Lo smartphone sequestrato deve essere restituito al legittimo proprietario dopo che è stata realizzata la copia forense
Lo smartphone sequestrato deve essere restituito al legittimo proprietario dopo che è stata realizzata la copia forense. Una volta che la memoria del telefonino è stata clonata, possono essere svolte ulteriori indagini e viene meno la necessità di mantenere il sequestro probatorio sul cellulare e sulla scheda. Così la sentenza 44010/22 della Cassazione, VI sez. pen.
New York regala un’app che protegge i cellulari dagli hacker e tutela la privacy
Il sindaco di New York Bill de Blasio ha presentato una nuova app gratuita per cellulari che servirà a proteggere i dati online dei cittadini newyorkesi. La app fa parte di un’iniziativa chiamata NYC Secure e aiuterà le persone a monitorare le reti Wi-Fi non sicure e i contenuti dannosi per i loro telefonini.
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