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Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: urp@federprivacy.org 

Dal pc della sua stanza di casa, a soli 15 anni si divertiva a spostare le rotte delle petroliere in transito nel Mediterraneo, ma soprattutto riusciva in quello che era il sogno di intere generazioni: trasformare i 5 in pagella in 6.

In spedizione il nuovo numero della rivista “Privacy News”, dedicata al telemarketing.

L’AI Act, il regolamento europeo che affronta in modo specifico i rischi dell’IA e fornisce a sviluppatori e utilizzatori indicazioni sull’adozione di questa tecnologia, ha identificato alcune categorie di sistemi di IA considerati particolarmente pericolosi e che, a partire dal prossimo 2 febbraio 2025, saranno espressamente vietati.

Banca dati fattura elettronica accessibile anche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. L’ampliamento dei soggetti che possono accedere e trattare le delicatissime informazioni presenti nella banca dati fatture elettroniche integrate è contenuto in due diverse disposizioni della legge di bilancio 2025.

Bruno Gencarelli è stato indicato dalla Commissione Libertà civili del Parlamento europeo (LIBE) per il ruolo di nuovo Garante europeo della protezione dei dati. L’italiano, al termine di voto a scrutinio segreto, ha totalizzato 32 voti, due in più del candidato francese François Pellegrini.

La regolamentazione della privacy è un tema cruciale nell’era digitale, dove i dati personali costituiscono il carburante essenziale per l’utilizzo di algoritmi di machine learning e di intelligenza artificiale, specialmente in contesti commerciali.

L’ennesimo attacco informatico che colpisce l’Italia ha come obiettivo Conad, il consorzio di imprenditori indipendenti del commercio al dettaglio con sede a Bologna e che gestisce l’omonima catena di supermercati.

La sua privacy vale più di un like” è il claim della nuova campagna di comunicazione istituzionale lanciata dal Garante Privacy contro il cosiddetto “sharenting”, cioè la condivisione sui social, costante e ossessiva, da parte dei genitori di foto e video dei propri figli.

Un’estensione a pagamento per il browser Chrome consentiva di ottenere i dati delle persone che visitano il proprio profilo su LinkedIn, funzione sicuramente molto utile nelle attività di marketing per poter contattare gli utenti potenzialmente interessati al proprio business, peccato che violasse la privacy degli utenti.

No a scorciatoie sull’acquisizione di chat da parte della polizia giudiziaria. A tirare il freno è la Cassazione, intervenuta su un caso di un controllo effettuato dalle forze di polizia sull’auto di una persona indagata. Durante il controllo gli agenti avevano ottenuto il consenso ad accedere al suo smartphone attraverso il suo stesso consenso espresso.

Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3

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