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Google perde il ricorso sulla sanzione del garante francese e ora dovrà pagare 50 milioni di euro

Google perde il ricorso sulla sanzione del garante francese e ora dovrà pagare 50 milioni di euro

A gennaio del 2019, era stata la Cnil la prima autorità nazionale per la protezione dei dati che aveva imposto in Europa una sanzione ai sensi del Gdpr, bacchettando Google per non essere "sufficientemente chiaro e trasparente" in merito alle opzioni sulla privacy messe a disposizione degli utenti del sistema operativo Android, ma la decisione del Garante francese non aveva affatto trovato d’accordo il colosso americano che aveva subito annunciato di avere intenzione di fare ricorso, di cui adesso arriva però il verdetto negativo.

La Geox colpita da un ransomware

La Geox colpita da un ransomware

Geox, l’azienda italiana di calzature, è stata vittima di un attacco informatico che sta paralizzando i sistemi del suo quartier generale da due giorni. I cybercriminali sono riusciti ad attaccare i sistemi dell’azienda di Montebelluna grazie a un ransomware, ossia un virus informatico che riesce a criptare i dati delle macchine infettate rendendone impossibile, o molto difficoltoso, il recupero senza l’utilizzo di una chiave d’accesso. Chiave che i cybercriminali solitamente offrono a seguito di un riscatto.

Scoperte 70 estensioni del browser Chrome che spiavano gli utenti a loro insaputa

Scoperte 70 estensioni del browser Chrome che spiavano gli utenti a loro insaputa

Il browser Chrome, che secondo gli ultimi dati di mercato è di gran lunga il più utilizzato con il 69,81% degli utenti a livello mondiale, è stato sfruttato per "una massiccia operazione di spyware", cioè di un attacco informatico in cui vengono usati software che raccolgono informazioni sull'attività online delle persone a loro insaputa. Lo rende noto l'agenzia Reuters citando un report della società di sicurezza informatica Awake Security.

App di incontri, addio privacy per almeno 100mila utenti con 'vizietti particolari'

App di incontri, addio privacy per almeno 100mila utenti con 'vizietti particolari'

Un'enorme mole di fotografie, registrazioni audio, chat private, ricevute di pagamento per "prestazioni particolari", ed altre informazioni sessualmente esplicite di almeno centomila utenti di varie app di incontri sessuali erano online e potenzialmente accessibili da chiunque. La scoperta è stata fatta dai ricercatori di Vpn Mentor che hanno trovato i dati sensibili in un archivio di 845 gigabyte con quasi 2,5 milioni di record interamente ospitato su un singolo account di Amazon Web Services (AWS), e probabilmente riconducibile ad un unico sviluppatore denominato "Cheng Du New Tech Zone", il quale è menzionato in modo ricorrente nei database rinvenuti sul web dagli esperti di sicurezza informatica.

Arrembaggio hacker all’associazione degli assicuratori Ania

Arrembaggio hacker all’associazione degli assicuratori Ania

Altro che ‘Apriti Sesamo”. La caverna digitale in cui sono custoditi i tesori degli assicuratori si è spalancata con “Admin Admin”.  Si potrebbe banalmente etichettare l’episodio come l’ennesima burla e non dare alcun peso al ulteriore dimostrazione di incapacità e di impreparazione nella gestione del patrimonio informatico anche da parte di chi certi rischi non può non conoscerli.

Programma promette di recuperare i dati presi in ostaggio dagli hacker, ma in realtà è un ransomware

Programma promette di recuperare i dati presi in ostaggio dagli hacker, ma in realtà è un ransomware

Tra le varie minacce in circolazione sulla Rete, poche sono pericolose e devastanti come il Ransomware. Motivo per cui quando si cade vittima di questo attacco, che come suggerisce il nome ti tiene in ostaggio bloccando tutti i tuoi file, spesso si è tentati di cercare la chiave di decrittazione “magica” per sbloccare tutto. Solitamente chi è in cerca di questa soluzione si trova davanti a due scelte:

Il presidente di Federprivacy alla trasmissione Ore 12 su CR1 TV

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