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Sparlare di superiori e colleghi nella chat aziendale non può essere motivo di licenziamento se il dipendente non è stato informato sui possibili controlli

Sparlare di superiori e colleghi nella chat aziendale non può essere motivo di licenziamento se il dipendente non è stato informato sui possibili controlli

L’azienda non può utilizzare, ai fini del licenziamento, la conversazione privata di una dipendente che, nella chat aziendale, sparla di un superiore e di alcune colleghe, se non ha comunicato ai dipendenti la possibilità di fare controlli. Una deroga, sarebbe stata possibile solo in caso di controlli difensivi, destinati a proteggere beni aziendali o finalizzati a contestazioni sulla prestazione lavorativa. Ma nulla di tutto questo era stato eccepito alla lavoratrice. Il suo sfogo dunque, destinato ad un solo interlocutore, rientra nella libera manifestazione del pensiero.

Madre condannata a rimuovere i video con la figlia su TikTok

Madre condannata a rimuovere i video con la figlia su TikTok

Anche i video pubblicati su TikTok finiscono nel mirino dei giudici. Per la prima volta il Tribunale di Trani, con l’ordinanza del 30 agosto 2021, si è occupato dei filmati condivisi sul social network dove vengono caricati contenuti di breve durata. Il caso riguarda una madre che aveva pubblicato diversi video della figlia di nove anni senza il consenso del padre, che li aveva visti ma non aveva mai accettato l’esposizione mediatica della figlia. Il consenso di entrambi i genitori - precisa il tribunale - deve essere espresso, a nulla rilevando che il ricorso venga proposto a distanza di mesi.

Consiglio di Stato: la richiesta del green pass non viola la privacy

Consiglio di Stato: la richiesta del green pass non viola la privacy

La richiesta del green pass non comporta la violazione della riservatezza dei dati sanitari. Lo ha stabilito la Terza sezione del Consiglio di Stato (Pres. Lipari; Est. Fedullo) con l'ordinanza n. 5130 depositata il 17 settembre 2021, respingendo l'appello sollevato da quattro cittadini italiani nei confronti dell'ordinanza cautelare del Tar Lazio n. 04281/2021, che a sua volta aveva dato loro torto.

Marketing digitale: il doppio delle possibilità di aumentare la propria market share per chi mostra attenzione alla privacy degli utenti

Marketing digitale: il doppio delle possibilità di aumentare la propria market share per chi mostra attenzione alla privacy degli utenti

Due diversi studi, entrambi commissionati da Google e realizzati in collaborazione con Ipsos (Privacy by Design: Exceeding Customer Expectations) e Boston Consulting Group (The Fast Track to Digital Marketing Maturity), hanno fornito riscontri inediti circa gli atteggiamenti che i consumatori assumono nei confronti della privacy online, facendo luce sulle possibili soluzioni a disposizione delle aziende per superare le difficoltà legate alle contraddizioni evidenziate dagli utenti. Dai due rapporti è emerso, inoltre, come i professionisti del marketing più esperti abbiano il doppio delle possibilità di aumentare la propria market share rispetto a chi presenta una minore esperienza nel campo della privacy.

La Asl di Roma organizza una ricognizione con il drone per controllare la temperatura in spiaggia, ma poi fa retromarcia

La Asl di Roma organizza una ricognizione con il drone per controllare la temperatura in spiaggia, ma poi fa retromarcia

La ASL Roma 3 prova una nuova contromisura per limitare la diffusione del Covid. Ma poi arriva la retromarcia. La Regione Lazio per il 4 e il 5 settembre, uno degli ultimi weekend in cui ci si poteva godere l'estate, aveva organizzato un volo di ricognizione con un drone sul litorale di Ostia. Nella locandina dell'iniziativa, che sarebbe dovuta durare dalle 11 alle 16, si possono leggere le modalità dei controlli: "Il drone viaggerà ad un'altezza non inferiore a 25 metri dal livello dell'acqua e ad una distanza non inferiore ai 30 metri dalle persone".

Sanzione da 2,5 milioni di euro alla catena di supermercati che usava il riconoscimento facciale per scovare i clienti con pendenze con la giustizia

Sanzione da 2,5 milioni di euro alla catena di supermercati che usava il riconoscimento facciale per scovare i clienti con pendenze con la giustizia

Il garante per la privacy spagnolo (AEPD) ha sanzionato una catena di supermercati per 2,5 milioni di euro per uso illecito di un sistema di videosorveglianza dotato di riconoscimento facciale che identificava il volto dei clienti raccogliendo una serie di dati biometrici che venivano automaticamente confrontati con una banca dati per determinare se il cliente aveva pendenze con la giustizia, bloccandone in tal caso l’ingresso e facendo scattare un allarme per richiedere l’intervento del personale della sicurezza.

Il presidente di Federprivacy a Rai Parlamento

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