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Corte di Giustizia Ue: i garanti privacy nazionali possono fare causa a Facebook pur non essendo l'autorità capofila

Corte di Giustizia Ue: i garanti privacy nazionali possono fare causa a Facebook pur non essendo l'autorità capofila

Una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea ha chiarito che i nmateria di protezione dei dati personali si può agire contro Facebook anche al di fuori dell’Irlanda, Stato in cui il social network ha la sua sede legale. Tutte le Autorità per la protezione dei dati personali degli altri Stati dell’UE possono quindi fare causa alla piattaforma di Mark Zuckerberg, nonostante quella “capofila” sia rappresentata in Irlanda dal Data Protection Commissioner.

Il 60% dei dipendenti convince i colleghi dell’IT a non aggiornare i dispositivi aziendali

Il 60% dei dipendenti convince i colleghi dell’IT a non aggiornare i dispositivi aziendali

Secondo quanto emerso da uno studio di Kaspersky che indaga sulle abitudini degli utenti in merito all’aggiornamento dei dispositivi aziendali, il 18% dei dipendenti italiani ammette di aver discusso con il dipartimento IT sull’importanza o la frequenza degli aggiornamenti sui dispositivi aziendali. Sorprendentemente, i team IT permettono a quasi due terzi (60%) dei dipendenti di non installare gli aggiornamenti su alcuni software o sistemi operativi. Gli aggiornamenti non si limitano solo a fornire nuove funzionalità e correggere bug, ma eliminano anche le vulnerabilità relative alla sicurezza.

Lecito criticare l'atleta professionista su Facebook, ma solo con toni appropriati e misurati

Lecito criticare l'atleta professionista su Facebook, ma solo con toni appropriati e misurati

Ai fini del riconoscimento dell'esimente prevista dalla disciplina penalistica in riferimento al legittimo esercizio del diritto di critica di comportamenti (asseriti come) professionalmente e umanamente "sleali" di un atleta professionista, qualora le frasi diffamatorie siano diffuse a mezzo social network, il giudice, nell'apprezzare il requisito della continenza, deve tener conto non solo del tenore del linguaggio utilizzato ma anche della "eccentricità" delle modalità di esercizio della critica, restando fermo il limite del rispetto dei valori fondamentali, che devono ritenersi sempre superati quando la persona offesa, oltre che al "ludibrio" della sua immagine, sia esposta al "pubblico disprezzo".

Amazon rischia maxi multa da 425 milioni di dollari per violazione del Gdpr

Amazon rischia maxi multa da 425 milioni di dollari per violazione del Gdpr

L’autorità per la protezione dei dati del Lussemburgo ha proposto una multa di oltre 425 milioni di dollari (circa 350 milioni di euro) contro Amazon.com. Il caso è quello riguardante la protezione dei dati degli utenti nell’Unione europea, che potrebbe terminare con la più alta sanzione inflitta per la violazione del GDPR, il regolamento Ue sulla privacy.

Centinaia di criminali incastrati dalla app 'Anom' che prometteva di rendere il telefonino non intercettabile ma era una microspia

Centinaia di criminali incastrati dalla app 'Anom' che prometteva di rendere il telefonino non intercettabile ma era una microspia

Mafiosi d’oltreoceano, narcotrafficanti e banditi della peggior razza sono caduti in una trappola magistrale. L’aver messo in vendita sul mercato nero e nelle profondità di Internet un cellulare “perfetto” per non essere intercettati e che invece era una sofisticata microspia merita – a dir poco – una “standing ovation”. 4500 agenti in azione, 500 mandati di cattura, 224 persone arrestate con oltre 525 capi d’accusa, 104 armi e 3 tonnellate di droga sequestrate, 45 milioni di dollari confiscati, 8 omicidi già pianificati sventati, 33 nazioni coinvolte.

Privacy Nutrition Labels vs Privacy Dynamic Targeting: un nuovo paper su informazioni all'interessato ed esercizio dei diritti

Privacy Nutrition Labels vs Privacy Dynamic Targeting: un nuovo paper su informazioni all'interessato ed esercizio dei diritti

Mentre il modello statico ex ante, come quello ideato da Apple con le Privacy Nutrition Labels, resta ancorato a dinamiche tradizionali di somministrazione delle informazioni (sebbene tradotte in forma creativa e innovativa) e rischia di comportare anche effetti collaterali sulla libera iniziativa economica e sulla libertà di espressione degli sviluppatori, l’approccio dinamico ex post che contraddistingue le politiche di altri operatori sembra rappresentare più nitidamente il futuro della privacy. Una nuova proposta arriva dall'Istituto Italiano per la Privacy.

Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3

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