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Visualizza articoli per tag: social network

In Italia l’età minima per esprimere il consenso all’utilizzo dei propri dati personali è 16 anni. È l’orientamento espresso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), guidata da Filomena Albano, in un parere inviato al governo nell’ambito dell’adeguamento alla normativa dell’Unione europea. L’esecutivo ne terrà conto nel decreto legislativo da emanare per conformare la legge italiana a quanto prescritto dal regolamento Ue sulla privacy (Gdpr), che entrerà in vigore il 25 maggio prossimo.

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A 13 anni sui social network solo con la firma dei genitori. Per legge il bambino non può decidere da solo. Ci vogliono almeno 14 anni, che diventano 18 quando si conclude un contratto, anche online. Poi è tutto da discutere se usare un social su internet, anche se gratuitamente, non sia già un contratto: la conseguenza sarebbe che ci vogliono 18 anni. Ma una cosa è certa: a 13 anni non si può da soli aderire a un servizio online, o come viene più tecnicamente definito, a un servizio della «società dell'informazione».

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Con riferimento ai dati di circa 36 milioni italiani, compresi in molti casi numeri telefonici e indirizzi mail, disponibili online a seguito di una violazione dei sistemi di Facebook, il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto al social network di rendere immediatamente disponibile un servizio che consenta a tutti gli utenti italiani di verificare se la propria numerazione telefonica o il proprio indirizzo mail siano stati interessati dalla violazione.

"L'uso dei social network non va demonizzato né subito, ma governato con consapevolezza. Le stesse sfide sui social non presentano tutte e soltanto contenuti autolesionistici o comunque pericolosi: ve ne sono anche di innocue, come quella relativa alla pubblicazione della lista dei propri libri o film preferiti o di foto degli utenti da piccoli.

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Il messaggio con il quale Whatsapp ha avvertito i propri utenti degli aggiornamenti che verranno apportati, dall’8 febbraio, nei termini di servizio - in particolare riguardo alla condivisione dei dati con altre società del gruppo - e la stessa informativa sul trattamento che verrà fatto dei loro dati personali, sono poco chiari e intelligibili e devono essere valutati attentamente alla luce della disciplina in materia di privacy. A renderlo noto con un comunicato stampa è la stessa Autorità per la protezione dei dati personali.

Venerdì, 04 Gennaio 2019 12:08

Germania, hackerati i dati di centinaia di politici

I dati sensibili di centinaia di deputati tedeschi sono stati hackerati e pubblicati su Twitter in un cyberattacco di massa. Il blitz ha riguardato tutti i partiti rappresentati nel Bundestag (Cdu, Csu, Spd Verdi, Fdp e Linke), con un’unica eccezione: Alternative für Deutschland, la sigla di destra populista che ha varcato per la prima volta nel 2017 le soglie del parlamento.

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Davanti all'emergenza che le ricerche scientifiche e i fatti di cronaca evidenziano circa i danni prodotti dall'uso di smartphone e social sin da piccoli, occorre una norma che indichi espressamente il limite di età con riferimento all'apertura di account, profili e simili. Non è sufficiente, invece, intervenire sulla soglia minima per dare il consenso al trattamento dei dati.

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I giovani rappresentano una categoria di soggetti sempre più sovraesposta all’utilizzo dei social network e particolarmente vulnerabile, ma con le indicazioni fornite dall’EDPB e la corretta applicazione del Digital Service Act essi potranno scegliere piattaforme digitali rispettose dei loro diritti fondamentali e dei principi di privacy by design and by default.

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Domenica, 16 Agosto 2020 11:18

I dark patterns e la privacy dei social media

Nel 2010 la Electronic Frontier Foundation era talmente infastidita dal modo in cui Facebook stimolava gli utenti a rinunciare sempre di più alla loro privacy che coniò il termine “Privacy Zuckering” per indicare l’invasività della piattaforma che caratterizzava il noto social network di Mark Zuckerberg. A distanza di un decennio, anche se Facebook ha fatto fronte a numerosi scandali che fanno preoccupare le persone per tali manipolazioni, i ricercatori hanno scoperto che la “Privacy Zuckering“ persiste ancora con le sue strategie discutibili.

Dopo Facebook e LinkedIn anche la nuova piattaforma social Clubhouse finisce nel mirino degli aggressori con un apparente data leak che coinvolge più di 1 milione di utenti. Clubhouse, la startup che ha recentemente innovato il mondo dei social, con la sua app “a solo invito” è stata colpita dall’ultimo caso di furto di dati degli utenti, che è poi sfociato nella pubblicazione dei record stessi su un forum underground, senza il versamento di alcun corrispettivo (i dati sono consultabili pubblicamente). Si tratta di un file che contiene dati personali relativi a 1,3 milioni di utenti Clubhouse.

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Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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