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Francia, sanzioni record per violazione della privacy con i cookie: 150 milioni di euro a Google e 100 milioni a Facebook

Sui siti web www.facebook.com e www.google.fr, nonché su www.youtube.com agli utenti non è consentito rifiutare i cookie con la stessa semplicità con cui li accettano, e questo significa che di fatto sono indotti (o forse rassegnati) a essere tracciati e profilati nei loro comportamenti online, dovendosi quindi sorbire pubblicità mirata in base ai loro gusti e alle loro preferenze, e anche “consentire” non proprio volontariamente che i loro dati personali vengano condivisi con agenzie di marketing e altre terze parti. Questi sono i motivi per cui l’autorità di controllo francese (CNIL) ha inflitto sanzioni da record a Google e a Facebook, rispettivamente 150 milioni di euro, e 100 milioni di euro.

l'autorità di controllo per la protezione dei dati francese (CNIL)

A rendere note le violazioni della privacy dei due giganti del web è la stessa Commission Nationale de l'Informatique et des Libertés con due rispettivi comunicati sul proprio sito istituzionale, in cui sottolinea che essi "offrono un pulsante per accettare immediatamente i cookie", mentre "sono necessari diversi click per rifiutare tutti i cookie", e per aumentare la confusione, il pulsante aggiunto da Facebook per rifiutare i tracker si chiama persino "Accetta i cookie".

Secondo l’autorità francese, gli elevatissimi importi delle sanzioni sono in linea “con il numero di persone interessate e con i notevoli profitti che le aziende traggono dagli introiti pubblicitari generati indirettamente dai dati raccolti dai cookie". In effetti, Alphabet (Google) e Meta (Facebook), sono leader nel mercato globale delle inserzioni pubblicitarie digitali, formando un duopolio che anche in Italia raccoglie l'80% degli investimenti.

Le due piattaforme americane hanno adesso tre mesi per adeguarsi, e nel caso in cui non dovessero farlo "le aziende dovranno pagare ciascuna una multa di 100.000 euro per ogni giorno di ritardo".

Fatto di assoluto rilievo sotto il profilo giuridico, nei suoi provvedimenti, la CNIL ha affermato di essere materialmente competente a controllare e sanzionare le operazioni relative ai cookie inseriti da Google e Facebook sui terminali degli utenti situati in Francia, perché il meccanismo di cooperazione previsto dall'art.60 del GDPR con il “one-stop-shop” non è destinato ad applicarsi a tali procedure in quanto le operazioni connesse all'uso dei cookie rientrano nella direttiva “ePrivacy”, recepita dall'art. 82 della Legge sulla protezione dei dati francese.

Stando alle prime reazioni a caldo intervenute a seguito dei provvedimenti del garante d’oltralpe, Google sembra aver mostrato il proprio impegno a cambiare le proprie pratiche e ad attuare nuove modifiche ai propri siti, nonché a collaborare attivamente con la CNIL nel quadro della direttiva europea ePrivacy.

Secondo il garante privacy francese, il pulsante aggiunto da Facebook per rifiutare i tracker si chiama persino "Accetta i cookie".

Più cauta invece Facebook, che pur ribadendo bontà della propria procedura, la quale consente ai suoi utenti "di avere un migliore controllo sui propri dati, incluso un nuovo menu all'interno di Facebook e Instagram in cui gli essi possono modificare le proprie decisioni in qualsiasi momento”, al quotidiano Le Figaro ha comunque dichiarato che sta "studiando la decisione della CNIL", e che “collaborerà le autorità competenti".

Note Autore

FederPrivacy FederPrivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati personali, iscritta presso il Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

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