Dipendente in malattia viene licenziata dopo essere stata filmata da un collega mentre è al ristorante: sanzionato il comune per violazione della privacy
Assente dal lavoro per malattia, una dipendente del Comune di Curtarolo veniva filmata mentre era a pranzo al ristorante, fuori dagli orari di reperibilità, e per questo veniva licenziata, motivo per cui l’impiegata decideva di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali, che ha sanzionato l’amministrazione veneta per violazione della privacy.
(Foto descrittiva di archivio non riguardante la vicenda riportata in questo articolo)
Come spiega il Gazzettino di Padova, in precedenza, le telecamere di videosorveglianza installate sulla pubblica via avevano già mostrato comportamenti non compatibili con le condizioni di salute dichiarate al Comune per cui la donna lavorava.
Nei filmati si vedeva infatti la lavoratrice passeggiare davanti al Comune mentre era in corso il certificato di malattia, anche se fuori dagli orari di reperibilità previsti dalla normativa, per cui la persona malata deve restare in casa in attesa di un potenziale controllo medico.
La ciliegina sulla torta proveniva però da un collega improvvisatosi detective, anche lui dipendente comunale, che realizzava un filmato con il proprio smartphone al ristorante e lo aveva inoltrato tramite Whatsapp al cellulare privato della sindaca.
Le immagini mostravano la donna a tavola a pranzo insieme ad altre due colleghe, anche loro assenti per malattia.
Tra le motivazioni del licenziamento anche altri video, ripresi in altri momenti (non in malattia), che la ritraevano fare avanti e indietro dal municipio in orario lavorativo senza notificare le assenze, per gestire all'esterno delle questioni private e tardare il rientro in ufficio.
Le 'prove', che sembravano essere schiaccianti per scovare uno dei tanti "furbetti del cartellino" e rendere legittimo il licenziamento della dipendente, sarebbero state però inutilizzabili per questioni disciplinari nell'ambito del rapporto lavorativo.
L'Autorità Garante, a cui la ex dipendente aveva presentato ricorso ha infatti ritenuto che le modalità di acquisizione e la successiva gestione delle informazioni de parte dei dipendenti del Comune abbiano violato la normativa sulla privacy, e per questo con provvedimento del 23 ottobre 2025 ha multato l'amministrazione comunale veneta per «trattamento illecito dei dati personali» con una sanzione di 15.000 euro.







