Il Garante Privacy dell’Unione Europea è scaduto da ormai un anno ma da Bruxelles tutto tace
Il mandato dell'attuale Garante europeo della protezione dei dati è scaduto da dicembre 2024, ma a distanza di un anno la posizione resta ancora inspiegabilmente vacante, e da Bruxelles tutto tace.

Dopo ormai 12 mesi dalla scadenza del mandato del Garante europeo della protezione dei dati (European Data Protection Supervisor), i legislatori dell'Unione europea e i governi nazionali a quanto risulta non sono riesciti ancora a trovare un accordo su chi guiderà l'istituto, e da mesi hanno smesso pure di parlarne omettendo di fornire spiegazioni plausibili, per cui niente è noto su chi subentrerà all'attuale Garante europeo, il polacco Wojciech Wiewiórowski, lasciato nel limbo senza che ne sia stato finora nominato il successore per un ulteriore inacrico quinquennale.
A quanto risulta, il processo di selezione era stato afflitto da ritardi. Le audizioni, che avrebbero dovuto svolgersi entro il 5 dicembre 2024, data di scadenza del mandato di Wiewiórowski, erano state rinviate dalla Commissione Europea allo scorso gennaio a causa di ritardi nell'approvazione di una rosa di candidati.
In seguito, i politici non sono mai riusciti a trovare un accordo sul successore: sia il Parlamento europeo che gli Stati membri hanno appoggiato candidati diversi dai quattro selezionati dalla Commissione dopo le audizioni di gennaio 2025.
(Nella foto: il polacco Wojciech Wiewiórowski, attuale Garante europeo della protezione dei dati)
È stato anche istituito un gruppo di lavoro speciale con rappresentanti di entrambe le istituzioni, che si è riunito alcune volte, ma le riunioni sono state inconcludenti e non sono state convocate ulteriori riunioni sulla questione.
La Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo, Libe, aveva votato per la nomina dell'italiano Bruno Gencarelli, funzionario di lunga data della Commissione UE, mentre gli Stati membri sostengono la permanenza di Wiewiórowski per un altro mandato.
A marzo, il think-tank Centre for AI & Digital Humanism e un gruppo di accademici che si occupano di privacy avevano scritto ai presidenti del Parlamento e della Commissione, segnalando che a loro avviso Gencarelli avrebbe dovuto essere escluso dal prestigioso ruolo di Garante delle istituzioni dell’Unione Europea.
Secondo quanto riferito da Euronews, la sua nomina sarebbe "una violazione della completa indipendenza dell’European Data Protection Supervisor, costituzionalmente tutelata, e del principio di buona amministrazione. Ciò minerebbe anche il sistema europeo di pesi e contrappesi, a favore della Commissione", aggiungendo che il prossimo capo della privacy europea dovrebbe essere un "candidato la cui indipendenza è fuori discussione".
L'incarico di Garante europeo per la protezione dei dati non è mai stato ricoperto da un ex funzionario della Commissione. Wiewiórowski, così come i suoi predecessori Peter Hustinx (2004-2009 e 2009-2014) e Giovanni Buttarelli (2014 - 2019) avevano tutti lavorato in precedenza presso le autorità di controllo nazionali.
Istituito nel 2004, l’European Data Protection Supervisor non è in grado di sanzionare le grandi compagnie tecnologiche per le violazioni delle norme sulla privacy dell'Ue, perchè questa è prerogativa di competenza delle autorità nazionali per la protezione dei dati, ma esso pubblica pareri sulle proposte legislative e si esprime sulla prossima legislazione digitale.
In attesa di conoscere le intenzioni dalle istituzioni europee per la nomina di un nuovo capo dell'organismo di vigilanza per la protezione dei dati, nel frattempo Wiewiórowski sta così continuando a sedere su una poltrona da cui avrebbe dovuto alzarsi un anno fa. Così è l'UE, se vi pare.







