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Lecito il licenziamento per anomalie emerse dal Gps del veicolo aziendale utilizzato dal lavoratore
Il licenziamento deciso dal datore di lavoro sulla base di dati raccolti da un sistema di geolocalizzazione per tracciare i chilometri percorsi, installato su un veicolo utilizzato durante l’attività lavorativa, è conforme alla Convenzione dei diritti dell’uomo.
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Lecito l’utilizzo di investigatori per condotte non penalmente rilevanti
Con ordinanza del 14 marzo 2023 il Tribunale del Lavoro di Roma è tornato sull’annosa questione dell’utilizzo di agenzie investigative per l’accertamento di fatti disciplinarmente rilevanti nel rapporto di lavoro, dichiarandone la legittimità anche ove abbiano avuto a oggetto la verifica di condotte (illecite) non penalmente rilevanti e a prescindere dal fatto che il datore di lavoro avrebbe potuto accertare la sussistenza delle stesse ricorrendo ad altri strumenti a sua disposizione.
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Legittimo il licenziamento del bancario che spia i conti dei clienti vip
È legittimo il licenziamento del ‘bancario' che si metta a curiosare tra i conti correnti dei Vip in assenza di qualsivoglia autorizzazione. Lo ha stabilito la Sezione Lavoro della Corte di cassazione, sentenza n. 34717/2021 rigettando il ricorso un addetto al servizio clienti della filiale Unicredit di Foggia. A seguito di una segnalazione da parte della Outgoing Foreign Payments Office di UBIS (società del gruppo UniCredit), la banca, avuto contezza del comportamento scorretto e dell'assenza di alcuna autorizzazione, aveva contestato al dipendente "l'accesso abusiv o o comunque non consentito, al sistema informatico della Banca per controllare decine di schede-cliente di personaggi dello spettacolo carpendone quindi i dati sensibili". E poi lo aveva licenziato.
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Legittimo il licenziamento del dipendente che offende più volte i capi su Facebook
È legittimo il licenziamento del dipendente che ha pubblicato plurimi insulti ai suoi capi sulla propria pagina Facebook. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 27939/2021, respingendo il ricorso di un account manager di Tim. Confermata dunque la decisione della Corte di appello di Roma che nel novembre 2018, aveva respinto il ricorso contro il licenziamento "per giusta causa" di un addetto alla "Gestione della comunicazione pubblicitaria nazionale ad uso locale" (insegne della grande distribuzione, eventi, promozione locale dei negozi).
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Legittimo il licenziamento del sindacalista che lede la reputazione della sua azienda su Facebook
La qualifica di sindacalista non salva il dipendente dal licenziamento per le espressioni lesive della reputazione dell’azienda pubblicate sul suo profilo Facebook aperto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 35922/2023.
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Legittimo il licenziamento per troppe pause al bar smascherate dall'investigatore privato
La Corte di cassazione (sentenza n. 8707/2025) ha chiarito che il datore di lavoro che sospetta comportamenti infedeli di un proprio dipendente può legittimamente avvalersi di “detective privati”.
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Licenziabile chi cede la password a terzi per far passare in modo fittizio la revisione auto
Licenziamento disciplinare del dipendente che cede a terzi le proprie credenziali per l'accesso al sistema informatico dell'Amministrazione per effettuare revisioni di veicoli con esito positivo mai avvenute nella realtà. Il provvedimento. Questo il contenuto della sentenza n. 27960/2018, che di fatto ha respinto l'appello della lavoratrice.
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Licenziabile il dipendente Inps che accede illecitamente alla banca dati dell’Istituto
Legittimo il licenziamento del dipendente Inps che accede illegittimamente alla banca dati per conoscere conti e posizioni degli iscritti. Lo ha deciso la Cassazione con sentenza 7272 del 19 marzo 2024.
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Licenziamento disciplinare nullo se non si rende noto chi ha indagato
Il licenziamento disciplinare intimato dalla società al proprio dipendente per condotte apprese mediante investigazione privata è nullo se dal provvedimento di espulsione non viene resa nota l'identità del soggetto che in concreto ha svolto l'attività investigativa.
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Licenziamento dopo il whistleblowing: spetta al datore di lavoro dimostrare che non è un atto ritorsivo
Il Dlgs 24/2023, che ha attuato la direttiva europea 2019/1937 sul whistleblowing, ha introdotto nel nostro ordinamento una protezione rafforzata per i lavoratori che effettuano una segnalazione utilizzando il canale di whistleblowing, disciplinando specificamente all’articolo 17 l’onere della prova in caso di licenziamento ritorsivo.
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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3
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