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Via libera all’uso rafforzato delle telecamere comunali per pizzicare anche chi getta a terra fazzoletti e mozziconi di sigarette
In Gazzetta Ufficiale il DL “Terra dei Fuochi” che potenzia il controllo ambientale e l'abbandono dei rifiuti. Lo smaltimento illegale dei rifiuti non pericolosi di piccolissime dimensioni a piedi o con l’impiego dei veicoli ora potrà essere sanzionato anche ai sensi del codice stradale senza necessità di contestazione immediata. Ma sul tappeto restano tanti dubbi privacy.
Videocamere, email, e investigazioni: la privacy del lavoratore non è un diritto assoluto
La privacy del lavoratore non è un diritto assoluto. Negli anni la giurisprudenza ha dettato precisi confini per bilanciare da un lato la tutela alla riservatezza e la dignità dei dipendenti; dall’altro la protezione del patrimonio e dell’immagine aziendale.
Videorveglianza, se non ci sono mutamenti all'azienda che subentra può bastare la notifica
Il mero subentro di una impresa in locali già dotati degli impianti audiovisivi o altri strumenti similari non integra di per sé profili di illegittimità qualora gli impianti stessi siano stati installati osservando le procedure (accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato) previste dall’articolo 4 della legge 300/1970 e non siano intervenuti mutamenti.
Videosorveglianza & minori: il caso delle telecamere installate in un convitto
Recentemente l’Autorità Garante si è occupata di un sistema di videosorveglianza installato da un Istituto comprensivo. Si tratta di un tema particolarmente delicato per la natura pubblica del titolare e per la categoria di interessati coinvolti: minorenni.
Videosorveglianza con riconoscimento facciale nelle stazioni della metro a Roma, il Garante della Privacy apre un'istruttoria
Il Garante della privacy ha inviato una richiesta di informazioni a Roma Capitale su un progetto di videosorveglianza nelle stazioni della metropolitana che avrebbe in previsione di installare telecamere con riconoscimento facciale, “in grado di verificare azioni scomposte” all'interno dei vagoni e sulle banchine da parte di chi in passato si è reso protagonista “di atti non conformi”.
Videosorveglianza condominiale e nuove Linee Guida 2025: trasparenza, proporzionalità e responsabilità documentata
Le Linee Guida del Garante Privacy del 10 aprile 2025 ridefiniscono i confini tra sicurezza e tutela dei dati personali nel condominio: nasce l’obbligo del Registro dei trattamenti, si rafforza la posizione dell’amministratore e si chiarisce il caso – tutt’altro che raro – del condomino che installa da sé una telecamera.
Videosorveglianza condominiale, in assenza della delibera assembleare il trattamento risulta illecito
In assenza di delibera assembleare per l'installazione della videosorveglianza in un condomininio, il trattamento risulta illecito perché effettuato in violazione dei principi generali di liceità, correttezza e trasparenza (art. 5, par. 1, lett. a del Regolamento UE 2016/679) nei confronti di tutti gli interessati (condomini e non) nonché in assenza di un idoneo presupposto di legittimità.
Videosorveglianza conforme al GDPR, seminario online il 29 settembre
La videosorveglianza è uno dei settori che presentano maggiori criticità per i professionisti che devono occuparsi del rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali. Per questo Federprivacy ha organizzato un seminario che si pone l'obiettivo di fornire un quadro generale sulla disciplina applicabile ai sistemi di videosorveglianza.
Videosorveglianza fai da te nell’esercizio commerciale: occhio all’effetto boomerang delle dichiarazioni fornite al Garante Privacy
L’esercente che decide di installare nel proprio locale un impianto di videosorveglianza deve affrontare una serie di adempimenti tutt’altro che formali. E di certo non potrà installare le telecamere allo scopo di controllare in maniera indiscriminata i propri clienti e i dipendenti.
Videosorveglianza illegittima, per il risarcimento del danno occorre dimostrare un pregiudizio effettivo
Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale per violazione del diritto alla riservatezza, è necessario che l'offesa sia grave, ossia che il diritto sia inciso oltre una soglia minima, cagionando un pregiudizio effettivo. Occorre cioè una certa soglia di offensività, che renda il pregiudizio tanto serio da essere meritevole di tutela. Per valutare il livello della gravità della lesione e della serietà del danno deve procedersi ad un giudizio di bilanciamento tra il principio di solidarietà verso la vittima e quello della tolleranza, con la conseguenza che il risarcimento del danno non patrimoniale è dovuto solo laddove sia superato il pregiudizio di tollerabilità e il pregiudizio non sia futile. A ribadire queste regole è il Tribunale di Palermo con la sentenza n. 912/2021.
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Siamo tutti spiati? il presidente di Federprivacy a Cremona 1 Tv
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