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Telecamere, per autovelox e ztl non basta la motivazione per fini di sicurezza
L'accesso da parte delle forze di polizia dello stato ai dati acquisiti dalla polizia locale con le telecamere di lettura targhe e gli autovelox non può essere giustificato solo con generici motivi di sicurezza. Servono sempre rapporti formali, convenzioni e precise regole di sicurezza a tutela della privacy e dei principi di proporzionalità e necessità. Lo ha chiarito il garante della privacy con l'inedito parere n. 13588/2019 inviato alla provincia di Brescia.
Troppo facile dare sempre la colpa agli hacker se le nostre telecamere ci spiano
Da nostre alleate per proteggerci da ladri e malintenzionati a nemiche della nostra privacy che ci spiano nell’intimità delle nostre abitazioni. Sono le telecamere dei sistemi di videosorveglianza che sempre più spesso vengono prese di mira dai pirati informatici. Nell’operazione “Rear Window” la Polizia Postale e la Procura di Milano hanno sgominato un’organizzazione di criminali che spiavano migliaia di persone inserendosi nei sistemi informatici delle telecamere di videosorveglianza all’interno di spazi particolarmente intimi come camere da letto e bagni di abitazioni, alberghi, uffici, spogliatoi di palestre e piscine, con l’obiettivo di carpire immagini che ritraggono le ignare vittime durante la consumazione di rapporti sessuali o atti di autoerotismo, per poi poterne fare oggetto di commercio sui social.
UK: a Londra arriva il riconoscimento facciale nelle telecamere di sicurezza di King’s Cross
I sistemi di sicurezza installati nelle città di tutto il mondo fanno sempre più uso delle tecnologie basate sul riconoscimento facciale: c'è chi ne vuole limitare l'uso in nome della privacy, e c'è invece chi intende sfruttarlo sempre di più aumentando le telecamere CCTV connesse alla rete. Come riporta il Financial Times, è questo, il caso di Londra: a King's Cross sono in uso telecamere di sorveglianza in grado di monitorare oltre 270 mila metri quadrati, dalla affollatissima stazione dei treni fino alla sede di Google.
Una telecamera domestica posizionata verso un’area pubblica viola la privacy anche se non c’è l’intenzione di riprendere i passanti
Recentemente l’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali è tornata ad occuparsi dei sistemi di videosorveglianza installati in ambito personale o domestico. Se una telecamera domestica è posizionata verso un’area pubblica non basta affermare che non c’è effettivamente l’intenzione di riprendere i passanti.
Valutazione d'impatto e videosorveglianza con il Gdpr
Tra le tecnologie più evolute, la videosorveglianza occupa, con i suoi algoritmi di videonalisi, un posto di primo piano. Da qui la necessità da parte di produttori e utilizzatori finali di adottare idonei enterprise management system, capaci di tutelare efficacemente i diritti e le libertà degli interessati (le persone riprese e analizzate dal sistema di videosorveglianza).
Videocamere, email, e investigazioni: la privacy del lavoratore non è un diritto assoluto
La privacy del lavoratore non è un diritto assoluto. Negli anni la giurisprudenza ha dettato precisi confini per bilanciare da un lato la tutela alla riservatezza e la dignità dei dipendenti; dall’altro la protezione del patrimonio e dell’immagine aziendale.
Videorveglianza, se non ci sono mutamenti all'azienda che subentra può bastare la notifica
Il mero subentro di una impresa in locali già dotati degli impianti audiovisivi o altri strumenti similari non integra di per sé profili di illegittimità qualora gli impianti stessi siano stati installati osservando le procedure (accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato) previste dall’articolo 4 della legge 300/1970 e non siano intervenuti mutamenti.
Videosorveglianza & minori: il caso delle telecamere installate in un convitto
Recentemente l’Autorità Garante si è occupata di un sistema di videosorveglianza installato da un Istituto comprensivo. Si tratta di un tema particolarmente delicato per la natura pubblica del titolare e per la categoria di interessati coinvolti: minorenni.
Videosorveglianza condominiale, in assenza della delibera assembleare il trattamento risulta illecito
In assenza di delibera assembleare per l'installazione della videosorveglianza in un condomininio, il trattamento risulta illecito perché effettuato in violazione dei principi generali di liceità, correttezza e trasparenza (art. 5, par. 1, lett. a del Regolamento UE 2016/679) nei confronti di tutti gli interessati (condomini e non) nonché in assenza di un idoneo presupposto di legittimità.
Videosorveglianza conforme al GDPR, seminario online il 29 settembre
La videosorveglianza è uno dei settori che presentano maggiori criticità per i professionisti che devono occuparsi del rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali. Per questo Federprivacy ha organizzato un seminario che si pone l'obiettivo di fornire un quadro generale sulla disciplina applicabile ai sistemi di videosorveglianza.