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Garante Privacy: via libera all’archivio digitale delle intercettazioni
Parere favorevole del Garante Privacy sullo schema di decreto del Ministero della Giustizia che regola l’attivazione dell’archivio digitale delle intercettazioni (ADI) presso le infrastrutture interdistrettuali e definisce tempi, modalità e requisiti di sicurezza della migrazione e del conferimento dei dati.
Giornalisti intercettati, condanna della Cedu
Le intercettazioni a danno dei giornalisti violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo perché compromettono il diritto alla confidenzialità delle fonti. Lo ha stabilito la Corte di Strasburgo con la sentenza Big Brothers Watch e altri contro il Regno Unito, depositata ieri. Al centro della vicenda arrivata alla Corte europea e che è costata la condanna di Londra, il sistema di intercettazioni svelato da Edward Snowden a causa del quale molte informazioni, raccolte a strascico, erano state condivise dai servizi segreti inglesi e statunitensi.
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Giustizia, più facile scovare le impronte digitali sul web: le nuove misure in un DDL al Senato
In Senato un DDL in materia di contrasto dei delitti informatici e del trattamento illecito di dati con nuovi reati e obblighi per le piattaforme che prestano servizi: si potrà risalire alle operazioni compiute su computer, tablet e smartphone.
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I file di log delle intercettazioni vanno considerati supporti necessari per l’esercizio del diritto di difesa
La Corte di cassazione ha chiarito che dalla diffusione delle nuove tecnologie deriva che in tema di intercettazioni sussiste la piena equiparabilità del file di log ai nastri registrati. Ne consegue che i file di log vanno considerati supporti essenziali per l’esercizio del diritto di difesa.
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I messaggi WhatsApp mantengono le stesse garanzie costituzionali della corrispondenza tradizionale
La Corte di Cassazione (sentenza n. 25549/2024) ha enunciato il principio di diritto secondo cui in tema di mezzi di prova, i messaggi WhatsApp e gli SMS conservati nella memoria di un telefono cellulare conservano la natura di “corrispondenza” anche dopo la ricezione da parte del destinatario.
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I tabulati delle chat sono documenti e non intercettazioni
Un’interessante sentenza per gli esperti di informatica è la n. 6363/2023 della Corte di Cassazione, emessa a seguito del ricorso presentato contro un provvedimento con cui il Tribunale del riesame ha confermato la decisione del Gip che ha applicato la sanzione cautelare della custodia in carcere nei confronti di un soggetto nei cui confronti sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in relazione all'omicidio di un soggetto grazie alla messaggistica o Chat ricondotta all'ID dell'indagato.
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I vizi sulle modalità di installazione del trojan non rendono inutilizzabile l’intercettazione
Se l’autorizzazione è corretta, allora i vizi delle modalità non travolgono tutta l’intercettazione con trojan. A questa conclusione approda la Corte di cassazione con la sentenza n. 32428 della Quinta sezione penale con la quale è stata respinta una serie di motivi di ricorso contro un’operazione di intercettazione disposta attraverso l’installazione di virus informatico.
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Il cliente che registra di nascosto l'avvocato che parla male del collega non viola il Codice Privacy, e il file audio è utilizzabile in giudizio
Avvocato che parla male del collega incastrato dalla registrazione effettuata di nascosto dal cliente nello studio legale. Il file audio è utilizzabile nel processo civile in quanto riproduzione meccanica ex art. 2712 del Codice Civile né l'uso è precluso dal Codice Privacy: anche nel penale, infatti, la registrazione eseguita all'insaputa dell'interlocutore da una persona che è presente alla conversazione costituisce una prova documentale non costituisce un'intercettazione e dunque resta fuori dal campo delle garanzie ad hoc. Lo stabiliscono le s.u. civili della Cassazione con la Sentenza 20384/21.
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Il decreto sulle intercettazioni è legge
A un soffio dalla scadenza del 29 febbraio diventa legge il decreto sulle intercettazioni. Il via libera arriva alla Camera con 246 sì e 169 voti contrari. Sul provvedimento martedì scorso il governo aveva chiesto e incassato la fiducia (304 voti a favore, 226 contrari e un astenuto). Nel mirino, soprattutto le norme sull'uso del trojan, il captatore informatico che viene inserito nei cellulari e negli altri dispositivi mobili.
Il fatto che il trojan sfrutti l'energia 'privata' della batteria dello smartphone dell'utente non rende illecita l'intercettazione
La finalità di intercettazione consente all'operatore di installare il cosiddetto trojan horse anche da remoto nel dispositivo elettronico indicato, mediante precise modalità tecniche. A ben vedere in tema di intercettazioni, l'intrusione nel dispositivo tramite trojan è una delle modalità più efficaci di ricerca della prova. Modalità da reputarsi legittima tenuto conto del bilanciamento tra il soddisfacimento dell'interesse pubblico all'accertamento di gravi delitti, con il principio di inviolabilità della sfera della riservatezza e segretezza di qualsiasi forma di comunicazione. Ebbene con la recente sentenza n.10981/2021 la Corte di Cassazione ha chiarito in proposito che detto bilanciamento opera anche in relazione al diritto di "proprietà privata" previsto dall'articolo 42 della Costituzione.
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