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Sms senza consenso, il Garante multa Wind tre per 600 mila euro

Tra il 2015 e il 2016, per nove volte, Wind indirizza una pioggia di sms verso i suoi clienti. Cinque milioni di clienti, un'enormità. Sono tutte persone che non hanno dato il via libera a ricevere messaggini promozionali, o persone che addirittura hanno negato il loro consenso. Proprio per questo, il Garante della Privacy - dopo un lungo braccio di ferro con Wind (ora fusa con Tre) - decide ora una sanzione da 600 mila euro.

La prima contestazione del Garante è del 27 ottobre 2016. L'Autorità - presidente Antonello Soro - intima a Wind di fermare le sue campagne e decide una prima multa di modesto importo. Wind, però, tiene il punto. Sostiene che i suoi sms non sono affatto promozionali. La società si è limitata a chiedere ai propri clienti il permesso a spedire, in futuro, degli sms con finalità commerciale.

Wind, insomma, invoca la libertà d'impresa. A suo parere, le campagne si basano su una forma di relazione con il cliente che il Garante stesso considera lecita (il "soft spam"). Quindi ricorre al Tar del Lazio contro il primo altolà del Garante della Privacy dell'ottobre 2016.

Il Tar non si è ancora pronunciato sul caso. Ma intanto il Garante va avanti e sanziona Wind Tre (ormai una sola entità) una seconda volta e per ben 600 mila euro. Il Garante spiega che questi sms non hanno una natura semplicemente tecnica. I messaggini puntano a strappare il consenso a inviare, in futuro, "materiale pubblicitario o di vendita diretta o comunicazioni commerciali".

Dunque questi sms sono già parte di una campagna di marketing che può essere fatta a condizione di avere l'autorizzazione del cliente. E' vero: forme di relazione con gli utenti sono possibili (come il "soft spam"); ma possono utilizzare al massimo l'e-mail e non anche l'invasivo sms.

Pronto a una nuova sanzione, il Garante avrebbe potuto deciderne una di 150 mila euro. Ma la pioggia di sms ha investito un'enormità di persone (5 milioni). Dunque si configura come una forma particolarmente aggressiva di telemarketing.

Wind Tre, intanto. è diventato l'operatore di telefonia più grande del Paese, forte sul piano dei conti. Dunque solo una multa quadruplicata fino a 600 mila euro può rappresentare un deterrente perché certi comportamenti non siano ripetuti in futuro.

Fonte: Repubblica

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