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La colpa per la violazione della privacy ricade sull'organizzazione anche se non è identificata la singola persona che l'ha causata
La colpa per le violazioni privacy ricade sull'organizzazione (impresa, ente privato o pubblico), chiamata a pagare le sanzioni, anche se non è identificata la singola persona (ad esempio il dipendente), che ha materialmente commesso la violazione.
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La diffusione del video del neonato abbandonato? un indicatore dello ‘stato di salute’ della privacy nel nostro Paese
Proprio nel giorno del Data Privacy Day, ovverosia la giornata europea della protezione dei dati personali, telegiornali e testate online hanno pubblicato un video delle telecamere di sicurezza in cui una donna abbandona un neonato al pronto soccorso di Aprilia. Quanto accaduto fornisce una rappresentazione plastica dello stato di salute della privacy nel nostro Paese.
La donna costretta a recarsi all’estero per praticare l’aborto terapeutico subisce una violazione della privacy e della vita familiare
La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha stabilito che un tribunale polacco ha violato il diritto di una donna alla vita privata e familiare costringendola a viaggiare all'estero per abortire a causa di un'anomalia fetale.
La privacy è sempre una pietra angolare della democrazia italiana, servono più risorse per proteggerla
È servita una sequenza inedita di episodi di violazioni della privacy in danno di interessati eccellenti o in contesti eccellenti perché il nostro Paese si accorgesse della centralità del diritto alla protezione dei dati personali nella società nella quale viviamo e della sua natura di ultimo baluardo delle libertà individuali e della nostra democrazia.
La pubblicità mirata viola il Gdpr e rende una miseria ai siti web
Anche se gli utenti di Internet si sono da tempo abituati a visualizzare sul display annunci pubblicitari mirati in base ai loro gusti e ai loro comportamenti online, ora i siti web potrebbero dover rivalutare le loro strategie di business digitale.
La ricerca di Federprivacy, in Europa ammontano a 307 milioni di euro le sanzioni per violazioni della privacy nel 2020
Sono state 341 le sanzioni per violazioni della protezione dei dati personali lo scorso anno nei 30 paesi dello SEE. Ben 133 dei 341 provvedimenti amministrativi complessivi sono stati irrogati dal garante spagnolo, ma l’autorità più severa è quella francese con 138,3 milioni di euro concentrati in soli 8 procedimenti. Nel 59% dei casi le multe riguardano trattamenti illeciti per scarsa trasparenza, mancanza di consenso o altra valida base giuridica. Bernardi: “Mercato digitale è un’opportunità ma necessario sviluppare maggiore sensibilità per i temi della privacy”. Settore più bersagliato quello delle telecomunicazioni con 69 sanzioni.
La vicenda H&M fotografa un radicale disprezzo per i princìpi fondamentali della privacy dei lavoratori
Il Garante privacy di Amburgo ha condannato H&M, la nota multinazionale dell’abbigliamento, per una grave violazione della privacy dei dipendenti verificatasi presso la sede di Norimberga, in Germania (il comunicato stampa in lingua inglese è disponibile nel sito dell’Autorità. Il provvedimento integrale non risulta, allo stato, disponibile, ma da quello che emerge dal comunicato stampa si comprende che il management del centro servizi di Norimberga, dal 2014 al 2019, ha monitorato diverse centinaia di dipendenti, violando – come dichiarato dalla multinazionale nel proprio sito internet – le istruzioni e le line guida aziendali.
La violazione della privacy di Stefano De Martino ci ricorda che nessuno è immune da intrusioni fraudolente tra le mura domestiche
La vicenda che vede involontario protagonista Stefano De Martino si connota come opportunità didattica e dovrebbe costituire un monito a chi si affida a certi dispositivi senza avere sufficiente coscienza di quelle che possono esserne le immancabili controindicazioni.
Le autorità non possono imporre ai cittadini un limite sul numero di reclami per violazioni della privacy
Nella sentenza resa nel caso C-416/23 il 9 gennaio 2025, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha chiarito che ai cittadini non si può limitare di esercitare i diritti sulla privacy impedendo loro di presentare non più di due reclami al mese al Garante per la protezione dei dati personali, così come invece aveva imposto l’autorità austriaca.
Linkedin, maxi multa da 310 milioni di euro per violazione del Gdpr
Al termine di un’indagine durata ben 6 anni, la Commissione irlandese per la protezione dei dati ha annunciato di aver inflitto una sanzione da 310 milioni di euro a Linkedin, nota la piattaforma social dedicata al mondo del lavoro, per violazioni del Gdpr, in particolare riguardo le modalità di ottenimento del consenso, liceità, equità e trasparenza del trattamento dei dati personali degli utenti.
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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3
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