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Visualizza articoli per tag: diritti

L’eterno dilemma che si pone l’amministratore di condominio: la richiesta del condòmino di visionare questo o quel documento può essere accontentata o si viola la riservatezza? Si rientra nell’esame sul “bilanciamento degli interessi” che per essere gestito necessita di una valutazione che non può prescindere dall’esame della norma ma anche dai principi di minimizzazione e di accountability.

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Non è un caso se nel giro di pochi mesi alcune delle principali istituzioni, europee e nazionali, hanno avuto l'occasione di occuparsi del diritto di accesso dell'interessato ai dati personali. In particolare, ma non solo, mi riferisco alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (sentenza 12 gennaio 2023, causa C-154/21) alla Corte di Cassazione (sent. 24 febbraio 2023, n. 9313) e l'European Data Protection Board, ( Linee guida 1/2022 adottate il 28 marzo 2023).

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In seguito al decesso di un signore decisamente abbiente si apriva la successione testamentaria dalla quale risultava istituita quale erede la figlia di primo letto mentre la parte disponibile veniva attribuita alla moglie di seconde nozze. Successivamente la figlia veniva a conoscenza dell'esistenza di diverse polizze vita sottoscritte dal de cuius in favore di terzi beneficiari, e di altre ancora intestate a terzi, stimando il valore complessivo di tali investimenti in circa sei milioni di euro.

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La possibilità di esercitare i propri diritti è sempre stato un nodo centrale per il corretto svolgimento della vita sociale. L’impossibilità o la difficoltà di accedere a quello che l’ordinamento ci assicura come una nostra prerogativa, è invero causa di profonda frustrazione. La materia del trattamento dei dati personali non fa ovviamente eccezione e ce ne rendiamo conto ogni volta che un contact center illegale ci telefona e non riusciamo ad ottenere nulla dall’operatore con cui parliamo, né a rintracciare la fonte della telefonata. Ma, come diceva qualcuno, il telemarketing è solo la puntura di spillo in un campo sterminato di situazioni in cui l’orecchio di chi dovrebbe ascoltare la nostra istanza è lontano e spesso difficile da raggiungere.

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L’ordinanza ingiunzione nei confronti di Deutsche Bank S.p.A. del 16 giugno 2022 offre la possibilità di analizzare nuovamente una tema che Titolare e Responsabile del Trattamento non devono sottovalutare: il riscontro alle istanze di esercizio dei diritti.

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I titolari del trattamento devono sempre consentire l’esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy. Il Garante ha sanzionato Autostrade per l’Italia e Amazon Italia Transport per non aver dato tempestivo e motivato riscontro, neppure di diniego o di differimento, alle richieste di accesso ai propri dati personali presentate da alcuni dipendenti ed ex dipendenti.

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Con il provvedimento n. 318 del 18 luglio 2023, il Garante ha ribadito che la risposta all’esercizio del diritto di accesso da parte dell’interessato deve essere tempestiva, completa e specifica, escludendo che possa ritenersi sufficiente fare ricorso a formule generiche.

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Che la privacy sia un diritto fondamentale è diventato ormai uno slogan che siamo abituati a sentire risuonare come un mantra, ma anche se l’art.8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma che “ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano”, la realtà della società digitale attuale è purtroppo ben diversa.

La comunicazione dei dati al RIAP (Registro Italiano ArtroProtesi) è facoltativa da parte del paziente e per questo l’Istituto Superiore di Sanità che lo gestisce chiede correttamente agli interessati il consenso per il trattamento, ma d’altra parte in Sicilia un decreto ha stabilito che in caso di mancato conferimento dei dati le prestazioni sanitarie non vengono remunerate alle strutture sanitarie accreditate. Siamo di fronte a un altro passo falso sul diritto alla protezione dei dati personali da parte della Regione Siciliana dopo il recente avvertimento ricevuto dal Garante lo scorso 22 luglio?

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Il 2018, nell’universo digitale, è probabilmente destinato a essere ricordato come l’anno dello scandalo di Cambridge Analytica e della riforma – sin qui mancata – della disciplina europea sul diritto d’autore. Ma il 2018 è anche l’anno con il quale, più che in passato, il mondo ha preso coscienza della relazione complessa, le cui regole sono tutte da scrivere, tra uomini e intelligenza artificiale.

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Privacy Day Forum 2023: il trailer della giornata

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