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Il 98% dei siti web non tiene conto dei diritti privacy degli utenti svantaggiati
Il GDPR richiede che tutti gli interessati debbano essere informati in modo facilmente accessibile su come vengono trattati i loro dati personali, ma la maggioranza dei siti italiani tralascia le categorie svantaggiate. Solamente nell’1,3% dei casi i contenuti delle informative privacy sono messi a disposizione sotto forma di video, audio, icone ed altre modalità alternative per agevolare i meno fortunati. Lo studio su 400 siti condotto dal Gruppo di Lavoro di Federprivacy, che ha stilato anche un vademecum per supportare gli addetti ai lavori nel mettere a punto siti web più inclusivi.
Il cittadino che teme una violazione della sua privacy può fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo solo dopo il reclamo al Garante
Ricorsi a Strasburgo per violazione dei dati personali possibili solo dopo aver presentato il reclamo all’Autorità garante per la protezione dei dati che, pur non essendo un organo giurisdizionale, ha caratteristiche di indipendenza simili ed è in grado di adottare misure effettive di tutela. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo.
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Il Codacons denuncia WhatsApp al Garante per la Privacy e minaccia la class action
Il Codacons ha denunciato WhastApp al Garante per la Privacy, chiedendo all’autorità di inibire comportamenti lesivi dei diritti degli utenti e di ordinare all’azienda di conformarsi alle disposizioni europee in tema di privacy. Al centro dell’esposto dell’associazione, l’impossibilità di disattivare la funzione di backup delle chat dall’applicazione WhatsApp negli smartphone con sistema operativo Android.
Il concetto di accessibilità come base imprescindibile per l’esercizio dei diritti sulla privacy
Torniamo a parlare di esercizio dei diritti degli interessati, questa volta osservando la questione da diverso punto di vista. L’effettiva possibilità di comprendere agevolmente, per chiunque, quali e quante informazioni vangano richieste o carpite. Da chi e perché tali informazioni verranno utilizzate. Il concetto è del tutto complementare, ma non identico, a quello di trasparenza.
Il controllo dei propri dati personali: note minime in materia di diritto di accesso
Il diritto di accesso ai propri dati conservati da aziende e pubbliche amministrazioni costituisce il nucleo essenziale dei diritti riconosciuti dalla normativa europea ai cittadini. Si pensi ad esempio all’accesso ai referti medici, alle cartelle sanitarie oppure ai dati del traffico telefonico. Ad ogni diritto corrisponde un obbligo. Ed in tali casi il mancato riscontro alla richiesta di accesso può comportare maxi sanzioni per le aziende.
Il diritto a capire come funziona l'algoritmo prima di dire di sì
Quando si chiede a una persona il consenso a trattare i suoi dati personali perché siano dati in pasto a un algoritmo chiamato ad assumere una qualche decisione il consenso non è valido se la persona non è adeguatamente informata delle logiche alla base dell’algoritmo. È la sintesi di una bella Sentenza depositata nei giorni scorsi dai Giudici della Corte di Cassazione.
Il diritto di dire no a chi ci chiede di rinunciare alla nostra riservatezza: non una battaglia contro la tecnologia ma una difesa della nostra privacy
Affrontare il tema della privacy in modo più consapevole sarà determinante per il futuro. Per gli utenti il primo passo sarà capire quali rischi si corrono utilizzando una determinata tecnologia e valutare se tali rischi sono superiori ai vantaggi che ne ricaveremmo.
Il diritto per i lavoratori a non essere discriminati a causa dell’orientamento sessuale vale anche per gli autonomi
Il contrasto alle forme di discriminazione lavorativa fondate sull’orientamento sessuale non può rimanere confinato dentro il perimetro del lavoro subordinato, ma si estende anche a tutte le forme lavoro autonomo. Con l’affermazione di questo principio, la Corte di giustizia europea segna un momento fondamentale per la lotta contro ogni forma di discriminazione.
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Il minore può rivolgersi direttamente al Garante privacy per far oscurare foto e video in cui viene bullizzato
Il minore ultra14enne può chiedere direttamente al Garante di intervenire per far cessare atti di cyberbullismo. Anche la vittima, dunque, è abilitata ad avvalersi del mezzo di tutela previsto dall'articolo 2 della legge 71/2017.
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Il pretesto del rispetto della privacy di altri studenti ripresi non esenta dal diritto di accesso alla registrazione video di un esame
L'accesso alle riprese video è possibile in versione integrale e in chiaro, anche se sono ripresi terzi. Il Garante privacy della Finlandia (decisione del 5/5/2022 resa nel caso n. 1788/152/22) ha ordinato a una università di consegnare all'interessato una registrazione video di un esame, nonostante nel video risultassero altri studenti. Una decisione applicabile anche in Italia.
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Privacy Day Forum 2025: il trailer della giornata
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