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Erede vs terzo beneficiario: accesso alla documentazione completa, non è questione di privacy!
Il signor G. scopre che la signora D.D., di cui era erede legittimo, aveva sottoscritto una polizza vita, versando un premio di € 76.500,00, cifra superiore al valore dei beni caduti in successione, designando come beneficiario un soggetto terzo, il quale aveva poi incassato il premio. Richiedeva, quindi, alla società di assicurazioni I.S.V. copia del contratto di assicurazione nella sua interezza nonché copia delle successive dichiarazioni di nomina dei beneficiari. Il materiale richiesto gli perveniva ma oscurato nelle sezioni relative ai dati del terzo beneficiario.
Facebook e il pericoloso passo in avanti verso la privatizzazione della giustizia digitale
«La libertà di espressione è sovrana, ma ci sono momenti in cui i contenuti possono essere in contrasto con autenticità, sicurezza, privacy e dignità. Alcune forme di libera parola possono mettere a rischio l'abilità di altre persone di esprimersi liberamente. Quindi bisogna trovare un bilanciamento». Con queste parole Facebook ha annunciato ieri il lancio di un non facilmente traducibile “Indipendent Oversight Board”, una sorta di “consiglio globale di supervisione” che si autodefinisce indipendente.
Firmato protocollo d’intesa tra Garante privacy e Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale
Il Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, e il Presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa sulla tutela di soggetti privati della libertà personale. Le due Autorità coopereranno per proteggere la dignità e i diritti dei detenuti e di altre persone sottoposte a forme di limitazione della libertà, come i migranti trattenuti nei Cpr (Centri per i rimpatri) e gli ospiti delle Rems (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza).
Il 98% dei siti web non tiene conto dei diritti privacy degli utenti svantaggiati
Il GDPR richiede che tutti gli interessati debbano essere informati in modo facilmente accessibile su come vengono trattati i loro dati personali, ma la maggioranza dei siti italiani tralascia le categorie svantaggiate. Solamente nell’1,3% dei casi i contenuti delle informative privacy sono messi a disposizione sotto forma di video, audio, icone ed altre modalità alternative per agevolare i meno fortunati. Lo studio su 400 siti condotto dal Gruppo di Lavoro di Federprivacy, che ha stilato anche un vademecum per supportare gli addetti ai lavori nel mettere a punto siti web più inclusivi.
Il Codacons denuncia WhatsApp al Garante per la Privacy e minaccia la class action
Il Codacons ha denunciato WhastApp al Garante per la Privacy, chiedendo all’autorità di inibire comportamenti lesivi dei diritti degli utenti e di ordinare all’azienda di conformarsi alle disposizioni europee in tema di privacy. Al centro dell’esposto dell’associazione, l’impossibilità di disattivare la funzione di backup delle chat dall’applicazione WhatsApp negli smartphone con sistema operativo Android.
Il concetto di accessibilità come base imprescindibile per l’esercizio dei diritti sulla privacy
Torniamo a parlare di esercizio dei diritti degli interessati, questa volta osservando la questione da diverso punto di vista. L’effettiva possibilità di comprendere agevolmente, per chiunque, quali e quante informazioni vangano richieste o carpite. Da chi e perché tali informazioni verranno utilizzate. Il concetto è del tutto complementare, ma non identico, a quello di trasparenza.
Il controllo dei propri dati personali: note minime in materia di diritto di accesso
Il diritto di accesso ai propri dati conservati da aziende e pubbliche amministrazioni costituisce il nucleo essenziale dei diritti riconosciuti dalla normativa europea ai cittadini. Si pensi ad esempio all’accesso ai referti medici, alle cartelle sanitarie oppure ai dati del traffico telefonico. Ad ogni diritto corrisponde un obbligo. Ed in tali casi il mancato riscontro alla richiesta di accesso può comportare maxi sanzioni per le aziende.
Il diritto a capire come funziona l'algoritmo prima di dire di sì
Quando si chiede a una persona il consenso a trattare i suoi dati personali perché siano dati in pasto a un algoritmo chiamato ad assumere una qualche decisione il consenso non è valido se la persona non è adeguatamente informata delle logiche alla base dell’algoritmo. È la sintesi di una bella Sentenza depositata nei giorni scorsi dai Giudici della Corte di Cassazione.
Il diritto per i lavoratori a non essere discriminati a causa dell’orientamento sessuale vale anche per gli autonomi
Il contrasto alle forme di discriminazione lavorativa fondate sull’orientamento sessuale non può rimanere confinato dentro il perimetro del lavoro subordinato, ma si estende anche a tutte le forme lavoro autonomo. Con l’affermazione di questo principio, la Corte di giustizia europea segna un momento fondamentale per la lotta contro ogni forma di discriminazione.
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Il pretesto del rispetto della privacy di altri studenti ripresi non esenta dal diritto di accesso alla registrazione video di un esame
L'accesso alle riprese video è possibile in versione integrale e in chiaro, anche se sono ripresi terzi. Il Garante privacy della Finlandia (decisione del 5/5/2022 resa nel caso n. 1788/152/22) ha ordinato a una università di consegnare all'interessato una registrazione video di un esame, nonostante nel video risultassero altri studenti. Una decisione applicabile anche in Italia.
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