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I dati di coloro che richiedono benefici economici vanno protetti in modo particolare per non rivelare la condizione di disagio economico e sociale delle persone interessate. È quanto ha ribadito l’Autorità privacy che, a seguito di una segnalazione, ha sanzionato la Regione Lombardia per aver diffuso sul sito web istituzionale i dati personali di più di centomila studenti, che avevano richiesto borse di studio statali o sussidi economici per l’acquisto di libri di testo, dotazioni tecnologiche e strumenti per la didattica.

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Non aver impedito che i dipendenti potessero “sbirciare” il dossier sanitario dei colleghi costerà ad un’azienda ospedaliera 30.000 euro. A tanto ammonta la sanzione comminata dal Garante privacy per tre violazioni di dati personali comunicate all’Autorità dallo stesso ospedale a conclusione di normali controlli periodici. Gli accessi indebiti hanno riguardato dati sanitari di dipendenti in cura presso lo stesso nosocomio.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha messo a punto una serie di indicazioni operative per chiarire a soggetti pubblici e privati come usufruire della definizione agevolata dei procedimenti sanzionatori pendenti. L’agevolazione è stata prevista dal recente decreto legislativo 101/2018 che ha adeguato la normativa italiana alle disposizione del Regolamento europeo 2016/679 in materia di privacy. Le FAQ sono disponibili sul sito dell’Autorità.

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Una società farmaceutica inglese che fornisce medicinali a clienti e case di cura teneva giacenti all'aperto nel retro della propria sede circa 500mila documenti contenenti dati sanitari, lasciandoli esposti alle intemperie e per questo danneggiati e bagnati, ma il Garante per la privacy inglese non ha mostrato alcuna indulgenza, infliggendo una multa di 275.000 sterline, corrispondente a un importo di oltre 322mila euro.

Sanzione del Garante privacy di 30.000 euro la Asl Napoli 3 Sud per non aver protetto adeguatamente da attacchi hacker i dati personali e i dati sanitari di 842.000 tra assistiti e dipendenti.

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Il Garante Privacy ha sanzionato per 75mila euro una Asl per non aver configurato correttamente le modalità di accesso al dossier sanitario elettronico (Dse). L’Autorità si è attivata a seguito di alcuni reclami e segnalazioni che lamentavano il trattamento illecito di dati personali effettuato tramite il sistema di archiviazione e refertazione delle prestazioni erogate dall’azienda sanitaria.

Squarciato il velo sui Dpo. Il Gdpr in materia di Responsabile della protezione dei dati è un campo minato. Pieno di insidie. E gli interventi punitivi, seppure limitati a qualche unità, fanno scorgere tempeste all’orizzonte. Non è tanto il tabellino delle sanzioni già elevate che preoccupa, quanto la possibilità, illimitata, di sanzionare qualsiasi titolare o responsabile del trattamento per fatti od omissioni riguardanti il Data Protection Officer.

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È eccessivo scattare foto al passeggero del trasporto pubblico che non ha un biglietto valido per contestargli la sanzione amministrativa. A questo risultato si giunge attraverso un’analisi del flusso dei dati nel caso in cui non ci sia un archivio fotografico per fare il raffronto delle immagini e il rintraccio del nome. Altra questione è la raccolta di prove per contestare reati.

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Le recenti decisioni prese dalle autorità per la protezione dei dati in tutta l'Unione europea mettono in luce quali sono le attuali tendenze dell'applicazione del regime sanzionatorio da parte dei regolatori nazionali, e su quali tipologie di infrazioni essi si stanno concentrando. Oltre al Garante italiano con la sanzione di oltre 3 milioni di euro comminata a Sky, particolarmente rigorose anche l’autorità austriaca, quella tedesca di Amburgo, quella norvegese, e quella francese, che messe insieme hanno ingiunto il pagamento di quasi 14 milioni di euro di sanzioni nell’arco di un solo mese.

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A seguito delle decisioni vincolanti sulla risoluzione delle controversie dell'European Data Protection Board (EDPB) del 5 dicembre 2022, l'autorità irlandese per la protezione dei dati (Data Protection Commission) ha adottato le proprie decisioni relative a Facebook e Instagram (Meta Platforms Ireland Limited, "Meta IE").  Queste decisioni sono il risultato di indagini basate su reclami sulle attività di Facebook e Instagram, in particolare per quanto riguarda la liceità e la trasparenza del trattamento per la pubblicità comportamentale. Meta è stata multata dalla Data Protection Commission per 210 milioni di euro nella decisione di Facebook e per 180 milioni di euro nella decisione di Instagram, per un totale di 390 milioni di euro di sanzioni.

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Privacy Day Forum 2024: il servizio di Ansa

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