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Privacy e trasparenza amministrativa: una sentenza della Corte UE cerca di conciliare i due diritti
Una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea affronta uno dei dilemmi più attuali delle democrazie digitali: come conciliare il diritto dei cittadini alla trasparenza amministrativa con quello alla protezione dei dati personali.
Privacy online, l'84% dei siti italiani ignora i diritti degli utenti
Il 39% dei più importanti siti italiani non usa protocolli sicuri per trattare dati e sono a rischio hacker. Su trecento siti esaminati in uno studio, ben 252 non forniscono recapiti del DPO o altre informazioni per l'esercizio dei diritti degli utenti. Bernardi: "Scarsa trasparenza penalizza non solo i diritti degli interessati ma anche le stesse aziende nel mercato digitale". Violati noti siti italiani, la circolare dei Federprivacy sui data breach. Avanzano realtà come Ferrero e Qwant che puntano su privacy e sicurezza online. La fiducia degli utenti al centro del dibattito al 7° Privacy Day.
Privacy vs. Trasparenza: qual è la soluzione?
Nell’ambito della P.A. assume grande rilevanza la delicata problematica rappresentata dal possibile conflitto tra due interessi di rango primario che, in quanto tali, devono ritenersi entrambi meritevoli di costante ed adeguata tutela da parte dell’ordinamento giuridico:
Pubblicare il numero di matricola di un dipendente nell'albo pretorio può costare caro al comune
Pubblicare all'albo pretorio online anche solo un numero di matricola di un dipendente in contenzioso con l'ente può costare caro al comune. Anche se esiste un obbligo di pubblicazione infatti è sempre opportuno oscurare ogni riferimento personale per non incorrere in sanzioni privacy.
Pubblicati online documenti di riconoscimento e curriculum integrali, sanzionato il Ministero dei trasporti per violazione della privacy
Meglio fare un passo indietro sulla trasparenza dei procedimenti amministrativi. Evitando di pubblicare documenti di riconoscimento e curriculum integrali per non incorrere in sanzioni privacy.
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Sanzionato per violazione della privacy un comune che aveva pubblicato illecitamente i dati personali di centinaia di cittadini
Il Garante privacy ha inflitto una sanzione di 12mila euro a un Comune per aver pubblicato online, i dati personali di centinaia di cittadini, in modo illecito. Le informazioni erano contenute nei registri delle richieste di accesso civico e documentale nella sezione Amministrazione trasparente del sito istituzionale e rimasti consultabili almeno fino ad aprile 2024.
Scuole, la privacy di personale e studenti sbarra la strada al Foia
L'accesso civico non è un passe-partout. La privacy di docenti, personale amministrativo, studenti e famiglie sbarra la strada al Foia (freedom of information act) italiano. È quanto emerge dai pareri del Garante della privacy formulati a proposito dell'applicazione di questo strumento di trasparenza amministrativa, previsto dall'articolo 5, comma 2, del d.lgs. 33/2013. Quest'ultimo è certamente un istituto utilizzabile per ottenere informazioni dalle pubbliche amministrazioni. Non si tratta, tuttavia, di uno strumento senza limiti o paletti.
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Se gli utenti non possono revocare facilmente il consenso scatta la sanzione
Quando riceviamo mail pubblicitarie o veniamo contattati nell'ambito di campagne di marketing e domandiamo agli operatori come abbiano ottenuto i nostri dati personali, spesso ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, e la risposta che riceviamo è che "abbiamo dato il consenso", come se per il fatto che se in una certa occasione di cui neanche abbiamo ricordo abbiamo dato un consenso più o meno consapevole avessimo firmato una condanna ad essere perseguitati vita natural durante da spam e promozioni aggressive.
Società di recruiting cancella dati per non dare riscontro all'interessato e impedisce l’esercizio dei diritti del Gdpr
A seguito di un'istanza di esercizio dei diritti ai sensi del Gdpr da parte di un interessato che intendeva accedere ai propri dati personali, piuttosto che fornire le informazioni richieste, una società di recruiting ha invece deciso di cancellare le informazioni dai propri archivi. Ma la mossa non è piaciuta affatto all'autorità per la privacy della Danimarca, dove ha sede l'agenzia di ricerca e selezione del personale.
Tar del Lazio, pubblicazione della situazione patrimoniale sul web solo per ministeri e fiduciari
L'obbligo di pubblicare sul web la situazione patrimoniale vale solo per la dirigenza di vertice dei ministeri e per chi ricopre incarichi fiduciari. Esso non si estende dunque a tutta la dirigenza pubblica. Per questo motivo il Tar del Lazio, sezione I, con ordinanza 20/11/2019, ha accolto il ricorso presentato dal sindacato Cosmed avverso un provvedimento dell'azienda sanitaria locale di Matera, sospendendone l'efficacia e rinviando la trattazione del merito al prossimo 20 giugno. Con questa delibera l'Asl aveva imposto ai propri dirigenti la pubblicazione su Internet della propria situazione patrimoniale, in attuazione della deliberazione dell'Autorità anticorruzione n. 586 del 26 giugno 2019.
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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai
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