Visualizza articoli per tag: intelligenza artificiale
Il datore di lavoro deve informare dipendenti e sindacati sugli strumenti di AI che utilizza
Le aziende che impiegano sistemi di intelligenza artificiale nei processi di gestione del personale devono informare in modo chiaro e completo lavoratori e sindacali sul funzionamento degli algoritmi. È questo il principale effetto dell’art.11 della Legge 132/2025 che ha introdotto per la prima volta nel diritto del lavoro italiano un quadro organico sull’uso dell’AI.
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Il deepfake adesso è low cost: con 50 dollari chiunque può clonare la vostra voce
Il costo per creare video e audio deepfake è crollato a poche decine di dollari. Una soglia che apre scenari inquietanti: dalle frodi finanziarie alla manipolazione dell’opinione pubblica, fino alla perdita di fiducia nelle prove digitali. Per i professionisti della privacy e del diritto, si tratta di un terreno di sfida che non può più essere rimandato.
Il diritto di dire no a chi ci chiede di rinunciare alla nostra riservatezza: non una battaglia contro la tecnologia ma una difesa della nostra privacy
Affrontare il tema della privacy in modo più consapevole sarà determinante per il futuro. Per gli utenti il primo passo sarà capire quali rischi si corrono utilizzando una determinata tecnologia e valutare se tali rischi sono superiori ai vantaggi che ne ricaveremmo.
Il futuro del lavoro tra superintelligenza e singolarità
L’applicazione dell'intelligenza artificiale in campi specifici apre la strada a nuove paure, ma anche a impensabili, fino ad alcuni anni fa, lavori e prospettive per il futuro. Con l'AI, nel mondo del lavoro serviranno sempre più competenze specifiche, e ciò vale anche per chi aspira a diventare un professionista della privacy.
Il futuro dell'intelligenza artificiale: dilemmi etici e l'imperativo della privacy
L'intelligenza artificiale sta attraversando una fase di sviluppo senza precedenti, alimentando un dibattito sempre più intenso su questioni etiche fondamentali. Tra queste, emerge con particolare rilevanza l'interrogativo se l'IA potrà mai raggiungere le stesse caratteristiche dell'intelligenza umana e se diritti fondamentali come la privacy mantengano ancora la loro centralità.
Il Garante della Privacy blocca ChatGPT
Stop a ChatGPT finché non rispetterà la disciplina privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto [doc. web n. 9870832], con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma. L’Autorità ha contestualmente aperto un’istruttoria.
Il Garante della Privacy blocca l'app 'Replika': viola il GDPR
Il Garante della privacy ferma “Replika”. Il chatbot, dotato di una interfaccia scritta e vocale che basandosi sull’intelligenza artificiale genera un “amico virtuale”, per il momento non potrà usare i dati personali degli utenti italiani. L'Autorità ha infatti disposto con effetto immediato, nei confronti della società statunitense che sviluppa e gestisce l’applicazione, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati.
Il Garante della Privacy detta le condizioni per sospendere lo stop a ChatGPT
OpenAI avrà tempo fino al 30 aprile per adempiere alle prescrizioni imposte dal Garante per la protezione dei dati personali riguardo a informativa, diritti degli interessati, utenti e non utenti, base giuridica del trattamento dei dati personali per l’addestramento degli algoritmi con i dati degli utenti. Solo allora, venendo meno le ragioni di urgenza, l’Autorità sospenderà il provvedimento di limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani preso nei confronti della società statunitense e ChatGPT potrà tornare accessibile dall’Italia.
Il Garante della privacy notifica a OpenAI l’atto di contestazione per le violazioni del Gdpr di ChatGPT
Il Garante per la protezione dei dati personali ha notificato a OpenAI, società che gestisce la piattaforma di intelligenza artificiale ChatGPT, l’atto di contestazione per aver violato la normativa in materia di protezione dei dati personali.
Il Garante della Privacy scrive a Parlamento e Governo: necessario individuare autorità di vigilanza sull’intelligenza artificiale indipendenti e imparziali
Il Garante per la protezione dei dati personali possiede i requisiti di competenza e indipendenza necessari per attuare il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale coerentemente con l’obiettivo di un livello elevato di tutela dei diritti fondamentali. È quanto scrive il Presidente Stanzione in una segnalazione inviata nei giorni scorsi ai Presidenti di Senato e Camera e al Presidente del Consiglio.
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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai
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