Arriva l’App Immuni: il Governo fa un passo avanti, ma restano dubbi
Nella notte di mercoledì 29 aprile 2020 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge che fissa alcune regole fondamentali per l'utilizzo dell'app Immuni (il nome potrebbe cambiare), scelta per tracciare i contagi da coronavirus.
La decisione è arrivata dopo che nella stessa giornata di mercoledì il Garante per la protezione dei dati personali aveva espresso parere favorevole alla proposta normativa di tracciamento dei contatti tramite la predetta app Immuni.
Una nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri indica le caratteristiche dell’app:
- l’app sarà disciplinata da una norma di legge approvata dal Parlamento, a garanzia di massima trasparenza;
- l’installazione sul dispositivo mobile sarà volontaria e non ci saranno sanzioni o limitazioni per chi deciderà di non scaricarla;
- la piattaforma sarà istituita presso il Ministero della Salute e sarà gestita in collaborazione con soggetti pubblici;
- prima dell'attivazione dell'app si riceveranno informazioni su finalità, operazioni di trattamento e altri dettagli;
- saranno trattati solo i dati strettamente necessari alle finalità di tracciamento anti contagio (avvisare gli utenti di essere tra i contatti di un soggetto risultato positivo al Covid-19 e agevolare l’eventuale assistenza sanitaria in favore degli stessi utenti)
- saranno trattati solo i dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi oppure, ove ciò non sia possibile, pseudononimizzati;
- non saranno trattati dati di geo-localizzazione;
- l'utilizzo dell'app della piattaforma, nonché il trattamento di dati personali dovranno essere interrotti "non oltre il 31 dicembre 2020", ed entro la stessa data tutti i dati personali trattati saranno "cancellati o resi definitivamente anonimi".
Ebbene, si nota subito una netta evoluzione in senso positivo del percorso intrapreso dal Governo che, dalla laconica ed oscura ordinanza del 10 aprile 2020 firmata dal Commissario Arcuri, ha finalmente chiarito molti dubbi manifestati dagli esperti della materia della protezione dei dati personali.
Tuttavia, seppur apprezzabile il passo in avanti – guidato dal Garante – restano ancora molte ombre su punti chiave.
(Nella foto: l'Avv.Matteo Maria Perlini, Delegato Federprivacy per la provincia di Frosinone)
In particolare, dopo 11 giorni dalla selezione dell’app Immuni non è stato ancora deciso se i dati raccolti dalla App saranno conservati sui dispositivi mobili dei cittadini o su un server pubblico. Infatti, secondo le parole del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, la scelta verrà fatta prima che ‘Immuni’ venga attivata.
Non è chiaro come sarà gestita la tempistica dei tamponi, sia per chi deve registrare sull’app la sua positività, sia per i soggetti che rientrino tra i contatti di un positivo al Covid-19.
Ricordiamo che l’utilizzo dell’app potrà essere efficace e proporzionato solo se affiancato da una strategia di tamponi a tappeto (come già sperimentato con successo dalla Asl di Frosinone) e di isolamento di chi è a rischio di contagio, nonché da profilassi di assistenza sanitaria tempestiva e capillare di quei soggetti di cui sia accertata la positività, e su questo il Governo non ha fornito chiarimenti.
Queste ed altre importanti questioni dovranno trovare al più presto risposta, dato che l’app, secondo le intenzioni del Governo, dovrebbe arrivare entro il mese di maggio.
Restiamo, poi, in attesa dell’esito dell’indagine avviata dal Copasir che, come tutti noi, vuole vederci chiaro sull’intera operazione governativa, soprattutto sulle modalità con le quali è stata selezionata l’azienda che ha sviluppato l’app.
(Nel video, l'Avv. Matteo Maria Perlini, Delegato Federprivacy per la provincia di Frosinone, intervistato da TG24.info)