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Visualizza articoli per tag: telecamere

La vicenda che vede involontario protagonista Stefano De Martino si connota come opportunità didattica e dovrebbe costituire un monito a chi si affida a certi dispositivi senza avere sufficiente coscienza di quelle che possono esserne le immancabili controindicazioni.

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Alcuni cittadini residenti nel comune di Portici hanno presentato un reclamo al Garante Privacy contro la locale amministrazione comunale. La doglianza ha riguardato l'assenza di qualsivoglia forma di informativa nei pressi dei luoghi in cui erano presenti telecamere adibite a rilevare l'infrazione di "passaggio con il rosso". Il Garante ha quindi avviato un'attività istruttoria chiedendo spiegazioni all'autorità comunale.

Con l’entrata in vigore del Gdpr il tema sulla videosorveglianza è stato oggetto di studi e approfondimenti specifici ad opera dei garanti europei i quali, in particolare, hanno predisposto le linee guida 3/2019, pubblicate il 29 gennaio 2020 sul trattamento dei dati personali attraverso dispositivi video. Importanti sono i chiarimenti resi circa la non applicazione del Regolamento europeo e quindi delle disposizioni collegate alla normativa sul trattamento dei dati personali, quando una persona non è in alcun modo individuabile e, pertanto: «nell’ipotesi di telecamere finte (o che comunque non registrano video o immagini), in quanto non vengono elaborati dati personali (ma su questo punto devono essere approfonditi i possibili risvolti penali)».

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La società di cybersicurezza Bitsight ha documentato vulnerabilità che coinvolgono oltre 40.000 telecamere di videosorveglianza, accessibili da internet senza autenticazione, crittografia o password, che trasmettono in diretta senza alcuna protezione, esponendo spazi privati e pubblici agli occhi di chiunque conosca l'indirizzo IP.

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Le smart tv, i router e le telecamere per la videosorveglianza sono gli oggetti delle case intelligenti maggiormente vulnerabili agli attacchi degli hacker. È quanto emerge da un'analisi effettuata da Bitdefender, secondo cui, in media, le reti domestiche subiscono più di 10 attacchi ogni giorno contro i dispositivi che si trovano tra le mura domestiche.

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Se salite sul taxi e durante l’itinerario vi va di scambiare due chiacchere, oppure incappate in un conducente espansivo sullo stile di Alberto Sordi con la sua Fiat Ritmo gialla "Zara 87" nel memorabile film “Il tassinaro”, prima di lasciarvi andare a parlare di questioni confidenziali informatevi se e quali dispositivi sono installati sull’autovettura per sincerarvi che una videocamera non vi stia riprendendo e magari anche quello che dite non venga registrato a vostra insaputa.

Il diritto alla sicurezza e incolumità è prevalente nella sua tutela rispetto al diritto alla riservatezza. Perciò una telecamera non viola la riservatezza nel caso in cui venga installata sul pianerottolo di un condominio osservando le precauzioni (comunicazione all'amministratore e affissione di cartello segnalatore). E' quanto precisa il Tribunale di Prato mediante sentenza del 29 giugno 2023, n. 440 (questione vertente sull'utilizzo delle telecamere private, tematica di viva attualità e diffuso interesse).

Telecamere lecite in condominio, ma soltanto allo scopo di tutelare la sicurezza delle persone e dei beni, con ridotto ambito visivo e con il rispetto degli adempimenti preliminari indicati dall'Autorità garante. Una delle novità più innovative contenute nella legge di riforma del condominio n. 220 del 2012 è stata quella che ha legittimato l'installazione di impianti di videosorveglianza sulle parti comuni e che ha specificato il procedimento necessario per adottare tale soluzione. Infatti in precedenza la videosorveglianza in ambito condominiale non aveva una normativa specifica di riferimento e si erano addirittura registrate alcune sentenze di merito che avevano negato la legittimità delle videoriprese.

Il Ministero della Giustizia potrà avviare un nuovo progetto di videosorveglianza in mobilità per garantire maggiore sicurezza alle attività della polizia penitenziaria, ma dovrà adottare precise misure a tutela della riservatezza delle persone coinvolte.

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Mentre asili nido e scuole dell'infanzia italiane sono sempre più spesso teatro di vicende raccapriccianti con bambini che vengono maltrattati e sottoposti a vessazioni fisiche e psicologiche, lo scorso 23 ottobre la Camera ha approvato una proposta di legge per introdurre la videosorveglianza a scopo preventivo nelle scuole, e ora si attende l'approvazione definitiva del Senato, anche se il provvedimento dovrà essere a prova di privacy.

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Tavola rotonda su privacy e intelligenza artificiale nel mondo del lavoro

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