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Il 5 dicembre è una data importante nel percorso di costruzione dei diritti afferenti alla privacy e alla vita delle persone: il Senato ha infatti approvato in via definitiva la legge sull’ oblio oncologico, che attende ora la promulgazione del Presidente della Repubblica per poi entrare in vigore previa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Dati sensibili dei pazienti condivisi su WhatsApp da parte di almeno 26 membri del personale sanitario per più di 500 volte accertate. Attraverso l’app di Meta venivano inviati nominativi, indirizzi, immagini, video, e screenshot, che includevano informazioni cliniche dei diretti interessati. Ma anche divulgazione illecita di dati personali a un utente non autorizzato non appartenente allo staff medico che era stato aggiunto nel gruppo per errore.

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Per la Corte di cassazione, non bisogna dimenticare che la violazione del segreto professionale si ha solo se la notizia è comunicata a chi non la conosce. Il reato di rivelazione del segreto professionale è previsto e punito dall'articolo 622 del codice penale, che prevede la pena della reclusione fino a un anno o della multa da 30 a 516 euro per tutti coloro che, avendo notizia di un segreto per ragione del proprio stato o ufficio o della propria professione o arte, lo rivelano senza giusta causa o lo impiegano a proprio o altrui profitto.

Per chi si occupa di dati, il 2020 doveva essere il solito anno tumultuoso. Come per quelli precedenti, erano stati messi in preventivo tempo ed energie per analizzare i nuovi databreach, studiare nuove casistiche, decrittare nuove decisioni e provvedimenti, definire nuove interpretazioni e quindi attendersi su tutti fronti una larga dose di novità, che effettivamente ci sono state. Niente di nuovo, si fa per dire, in un comparto così abituato ai cambiamenti perché sottobraccio al rapido progresso tecnologico; ma chi si aspettava una novità così grande? Il Covid-19, infatti, per tutto il mondo della privacy, del data protection, e delle tecnologie è una macroscopica prova di resistenza.

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Oblio oncologico fai-da-te da subito con la legge per “la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche”, approvata in via definitiva dal senato il 5 dicembre 2023, ma c'è il rischio che, nell'immediato, banche e assicurazioni vadano in ordine sparso.

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Negli ultimi tempi si è parlato spesso dell’oblio oncologico in Europa, dove diversi paesi hanno approvato apposite leggi (Francia, Belgio, Olanda, Portogallo e, da ultimo, Romania ) o convenzioni fra Stato e assicurazioni (Lussemburgo , dove il diritto all’oblio è esteso anche all’epatite C e all’HIV). Sulla materia sono intervenuti sia la Commissione UE con il Piano europeo di lotta contro il cancro (2021) che il Parlamento europeo, in una propria risoluzione del 2022 , propugna che entro il 2025 ogni Stato membro emani una propria legge sull’oblio oncologico.

Un milione di persone, per i medici, ce l’hanno fatta: hanno sconfitto un tumore, stanno bene, possono – ma purtroppo sono costretto a scrivere potrebbero – tornare a vivere come tutti gli altri. Eppure glielo impediamo. Glielo impediscono i mercati, glielo impedisce la società sbagliata nella quale viviamo, glielo impedisce l’inciviltà delle regole del profitto che ha la meglio sulla civiltà dei diritti.

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Mercoledì, 06 Ottobre 2021 10:42

Occhio a ridurre la libertà della gente

Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che il governo Draghi sta studiando una carta digitale che assommerà le funzioni attualmente svolte da carta d'identità, tessera sanitaria, carta di credito e Spid. In pratica, un documento unico per identificare il cittadino nei confronti di tutte le pubbliche amministrazioni e del sistema sanitario, con la possibilità di utilizzarla anche come carta di credito o borsellino elettronico. In previsione, forse, di una graduale restrizione all'utilizzo dei contanti come strumento decisivo nella lotta contro l'evasione fiscale.

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Parere favorevole del Garante della Privacy sullo schema di decreto che regola le modalità di trasmissione telematica delle dichiarazioni di consenso all’utilizzo del proprio corpo e dei tessuti post mortem ai fini di studio, formazione e ricerca scientifica.

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Sì all'sms per avvisare il paziente che il referto medico on line è pronto, ma senza fare riferimento al tipo di visita o all'esito. La precisazione arriva dal Garante della privacy, che ha fornito le risposte alle domande più frequenti sulla refertazione elettronica sullo stato clinico del paziente dopo un esame clinico o strumentale.

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Privacy Day Forum, dibattito e spunti: lo speciale di TV9

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