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Visualizza articoli per tag: risarcimenti

Il fatto che il Garante della protezione dei dati personali riconosca che l’interessato ha subìto una violazione della propria riservatezza, non comporta che quest’ultimo abbia automaticamente diritto ad ottenere un risarcimento del danno.

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L’affissione in bacheca di notizia già resa nota verbalmente in assemblea e subito rimossa non produce danno risarcibile. Lo ha stabilito il Tribunale ordinario di Milano con sentenza numero 7732 del 6 ottobre 2023.

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Se un documento con dati personali viene pubblicato per un errore materiale o anche per poco tempo, il titolare del trattamento deve risarcire per il danno cagionato alla persona. Nella vicenda trattata dalla Corte di cassazione nella recente ordinanza 13073/2023 un ente pubblico aveva proposto ricorso per cassazione contro la sentenza con la quale il Tribunale l'aveva condannato a risarcire i danni cagionati a una propria dipendente a causa di un trattamento illecito di dati personali.

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La casa discografica paga i danni per violazione della privacy alla signora ripresa in un video di cantante famoso mentre sta mano nella mano, in una romantica serata napoletana, con un uomo che non è suo marito. Una relazione extraconiugale diventa così di dominio pubblico, in una zona nella quale il dvd venduto anche in abbinata con la rivista Sorrisi e Canzoni Tv, era andato a ruba. Nella stessa provincia in cui abitava la signora e dove le persone sono curiose.

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In materia di violazione della privacy occorre che il soggetto passivo denunci in maniera analitica i danni sofferti senza limitarsi a eccepire che l'illecito uso dei suoi dati gli avrebbe procurato una generica sofferenza. Un comportamento questo che - secondo la Cassazione (ordinanza n. 16402/21) - è completamente inadeguato per riconoscere il danno non patrimoniale.

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Non si deve esagerare con il risarcimento del danno privacy: l'indennizzo non ha funzione punitiva o dissuasiva, ma solo compensativa. L'importo riconosciuto al danneggiato, quindi, non può superare il valore del pregiudizio subito. È quanto deciso dalla Corte di giustizia dell'unione europea con la sentenza del 21/12/2023, nella causa C-667/21.

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Rischio risarcimenti e sanzioni fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo con il nuovo Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali. Fondamentale copertura assicurativa per consulenti e DPO. Bernardi: "Scelta professionisti non solo per competenze, ma anche per idonee garanzie finanziarie per responsabilità derivanti dalle attività professionali. Fondamentale che azienda esiga annualmente di ricevere evidenza copertura assicurativa". Convenzione Federprivacy con Essebi Insurance Broker per polizza con Argo attivabile dagli associati

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L'esposizione in bacheca di documentazione dalla quale possa ricavarsi il nominativo dei condomini morosi è da ritenersi vietata ed espone l'autore al risarcimento dei danni per indebita diffusione dei dati personali, perché in tal modo le informazioni possono venire a conoscenza dei soggetti terzi che transitano nelle parti comuni (fornitori, parenti e amici dei condomini, ecc.). E i danni risarcibili sono anche quelli non patrimoniali, potendosi quindi ricorrere alla prova presuntiva e alla liquidazione equitativa del pregiudizio subito.

Spetta alla banca l'onere di provare il corretto funzionamento del sistema di home banking, e quindi di dimostrare che siano comunque riferibili al correntista le operazioni online contestate. È quanto emerge dalla sentenza 1268/2018 dello scorso 6 settembre del Tribunale di Parma.

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Sui danni da privacy le sentenze europee prendono l'altalena. In Germania l'uso illecito episodico dell'indirizzo e-mail è valso 25 euro di risarcimento, saliti a 300 euro (sempre in Germania) se il messaggio di posta elettronica è una pubblicità indesiderata di mascherine FFP2; in Olanda un Comune, che illegittimamente non ha cancellato una cartella di una famiglia seguita dai servizi sociali, ha dovuto pagare 125 euro a un minore e 125 euro alla sua mamma (totale 250 euro), ma, sempre in Olanda, la somma è salita vertiginosamente a 2.500 euro per la conservazione indebita di dati sanitari.

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Privacy Day Forum 2023: il trailer della giornata

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