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Nicola Bernardi

Presidente di Federprivacy. Consulente del Lavoro. Consulente in materia di protezione dati personali e Privacy Officer certificato TÜV Italia, Of Counsel Ict Legal Consulting, Lead Auditor ISO/IEC 27001:2013 per i Sistemi di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni. Twitter: @Nicola_Bernardi

Un tormento durato mesi, quello subito da una donna perseguitata da un collega di lavoro, che non accettando il rifiuto delle sue avances aveva continuato a covare risentimento ponendo in essere una vera e propria attività di spionaggio e persecuzione, con molestie, minacce e ingiurie tramite telefono, sms, e social network, arrivando perfino a violare il suo profilo Facebook. Con la sentenza della Quinta Sezione Penale della Cassazione 47049/2019, per l'uomo è stata confermata la condanna per il reato di stalking ai sensi dell'art. 612 bis del Codice Penale con una pena di due anni e sei mesi di reclusione.

Un gigantesco database di 4 terabytes contenente 1,2 milardi di record di informazioni personali, inclusi account di social media, indirizzi e-mail e numeri di telefono, è stato scoperto su un server non protetto. Al momento non è chiaro come l'archivio possa essere finito online accessibile da chiunque, ma secondo Vinny Troia, Ceo di Night Lion Security, la maggior parte di tali dati sono stati raccolti su un server Google Cloud da una società chiamata People Data Labs.

Il personale medico di un centro ospedaliero universitario è stato costretto ad abbandonare i computer per una settimana perchè un attacco ransomware li aveva resi inutilizzabili. Ma pur registrando "ritardi molto lunghi nelle cure", i sanitari non si sono dati per vinti e hanno proseguito le loro attività tornando al vecchio metodo "carta e matita", fino a quando i problemi tecnici non sono stati progressivamente risolti.

Non rivela molto di più di quello che ormai sanno tutti, ma il rapporto di sessanta pagine "Surveillance Giants, how the business model of Google and Facebook threatens human rights" stilato da Amnesty International addita spietatamente i due giganti americani della tecnologia come una minaccia globale per i diritti umani.

Quando riceviamo mail pubblicitarie o veniamo contattati nell'ambito di campagne di marketing e domandiamo agli operatori come abbiano ottenuto i nostri dati personali, spesso ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, e la risposta che riceviamo è che "abbiamo dato il consenso", come se per il fatto che se in una certa occasione di cui neanche abbiamo ricordo abbiamo dato un consenso più o meno consapevole avessimo firmato una condanna ad essere perseguitati vita natural durante da spam e promozioni aggressive.

Google ha collaborato segretamente con uno dei più grandi sistemi sanitari degli Stati Uniti per raccogliere ed analizzare i dati personali sulla salute di milioni di ignari cittadini americani allo scopo di progettare un servizio di assistenza sanitaria basato sull'intelligenza artificiale. A rivelarlo è il Wall Street Journal.

L'Autorità di controllo della protezione dei dati per lo stato di Berlino ( Die Berliner Beauftragte für Datenschutz und Informationsfreiheit ) ha sanzionato la seconda più grande società immobiliare tedesca Deutsche Wohnen per le violazioni del GDPR per la conservazione di dati personali senza giustificazione legale.  L'importo della multa, pari a 14,5 milioni di euro , è il più elevato finora emesso da un'autorità di controllo tedesca per le violazioni della protezione dei dati.

Tra poco la banca potrebbe non essere più solo l’istituto a cui affidiamo i nostri soldi, ma anche il nostro “grillo parlante”, che ci avverte quando spendiamo troppo, o quando tendiamo ad indebitarci.

La Vueling Airlines è stata sanzionata dal Garante per la privacy spagnolo perché giudicata non adeguata al Gdpr in materia di cookies, in quanto visitando il sito web della compagnia area gli utenti non avevano la reale possibilità di rifiutare o accettare i cookies sui propri dispositivi.

Se vi capita di ricevere una mail contenente un messaggio in cui l'anonimo mittente sostiene di avere immagini o video compromettenti che vi riguardano, con la promessa di non divulgarne il contenuto se accettate di pagare un cospicuo riscatto in bitcoin, siete stati probabilmente presi di mira da "Phorpiex", la botnet ultimamente molto utilizzata dai cybercriminali per inviare messaggi di "sextortion", ovvero di ricatto a sfondo sessuale con lo scopo di spaventare o estorcere denaro alle vittime.

Privacy Day Forum 2023: i momenti salienti

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