Informazioni commerciali, i dati provenienti da fonte pubblica non vanno presi per oro colato
Non si può perdere la faccia per debiti altrui. Le società di informazioni commerciali, nell'elaborare la scheda di rischio su una singola persona, devono stare attente anche quando inseriscono le informazioni esatte provenienti da fonti pubbliche. Per come sono elaborate, infatti, potrebbero dare un risultato non corretto. È quanto deciso dalla corte di Cassazione con la ordinanza 368 del 13 gennaio 2021, che pone a carico delle imprese di informazioni commerciali l'onere di costruirePer leggere questo articolo devi essere registrato ed effettuare il login!