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È reato inviare una e-mail contente copia di una sentenza inesistente
La sentenza è per sua natura atto che può circolare solo in copia, restando l'originale allegato a raccolta. Ne discende che la trasmissione della stessa, accompagnata dalla prospettazione di conformità all'originale in conseguenza della simulata celebrazione del giudizio, si manifesta idonea a ledere il pubblico affidamento. È irrilevante la circostanza di fatto legata alla materiale esistenza o meno dell'atto "originale" rispetto al quale dovrebbe operarsi il raffronto comparativo con la copia, perché l'attività falsificatoria effettuata con la modalità della contraffazione assume come riferimento non tanto la copia in sé, quanto il falso contenuto dichiarativo o di attestazione, apparentemente mostrato dalla copia formata ed esibita.
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E se un giorno scopriste che tutta la vostra posta elettronica è stata cancellata?
Quante volte al giorno controllate la vostra casella di posta elettronica? un sondaggio di qualche tempo fa evidenziava che il 34% degli utenti controllava la propria email sicuramente più di dieci volte al giorno, ma un altro 54% dichiarava invece che lo faceva immediatamente al ricevimento di ogni singolo messaggio.
Email aziendale del dipendente, vietati i controlli retroattivi
Con l’ordinanza 807/2025, la Cassazione ha ribadito che le indagini eseguite dal datore di lavoro sulla posta elettronica aziendale del dipendente possono riguardare solo informazioni successive al momento in cui è sorto un “fondato sospetto” di un potenziale illecito, e non sono quindi ammesse ai fini disciplinari le indagini svolte su periodi antecedenti all’insorgenza di tale sospetto.
Email marketing & Privacy: come impostare campagne promozionali conformi al GDPR
Nell’era del digitale l’email si conferma come una modalità per fare marketing diretto ancora molto sfruttata dalle aziende, in quanto garantisce risultati molto positivi soprattutto se legata all’utilizzo di attività di profilazione degli utenti.
Email pubblicitarie inviate senza consenso dell’utente, non basta un link per disiscriversi ad evitare la sanzione del Garante Privacy
Un link per disiscriversi nelle email promozionali inviate senza consenso non rende lecito l’invio. Lo ha precisato il Garante privacy nel comminare una sanzione di 10mila euro ad una società che aveva utilizzato questa modalità per le proprie campagne promozionali indirizzate a numerosi destinatari.
Gli indirizzi email degli studenti non possono essere divulgati indiscriminatamente
Stop alla propalazione degli indirizzi e-mail degli studenti. A meno che non vi siano motivi specifici per una maggiore visibilità nel contesto dell'organizzazione dei servizi didattici, la circolarità dei dati degli alunni deve rispettare il principio di minimizzazione (articolo 5, regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679, siglato Gdpr). Un'indicazione di massima suggerisce che è eccessiva la diffusione dei dati al di fuori della singola scuola.
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L'email personale del dipendente è sempre inviolabile anche se utilizzata sul server aziendale
L’accesso alla posta elettronica personale dei lavoratori non è consentito al datore di lavoro per finalità difensive, neppure se le email sono state rinvenute sul server aziendale e sul personal computer assegnato ai dipendenti.
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La mail contenente dati sensibili inviata per errore a una moltitudine di destinatari? basta un alert per evitare il data breach
L'adozione di un sistema di “alert” che avvisi l’utente che si sta inviando una mail a persone esterne all’organizzazione, in modo da intercettare eventuali usi impropri del campo “c.c.” è una funzione che potrebbe prevenire ed evitare molti dei data breach causati dall’errore umano in cui informazioni delicate vengono comunicate a una moltitudine di soggetti non autorizzate a conoscerle.
La posizione della Corte UE su email marketing e protezione dati: la Direttiva ePrivacy prevale sul GDPR?
Il 27 marzo 2025 l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia UE ha presentato le proprie conclusioni nella causa C 654/23, riguardante l’obbligo di consenso per l’utilizzo di indirizzi email ottenuti in precedenza, ai fini di marketing diretto da parte della stessa azienda.
Microsoft: gli hacker russi hanno spiato le email dei clienti
Un gruppo di hacker russi, noto come "Midnight Blizzard", ha compromesso i sistemi di Microsoft, ottenendo accesso non autorizzato alle email dei clienti. L'intrusione, avvenuta circa sei mesi fa, ha interessato un numero non specificato di account.
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Tavola rotonda su privacy e intelligenza artificiale nel mondo del lavoro
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