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La trasparenza come fondamento della fiducia digitale

Nel mondo iperconnesso e data-driven in cui operiamo, le persone sono sempre più consapevoli del valore dei propri dati personali. Allo stesso tempo, cresce l’attenzione verso la responsabilità delle organizzazioni che quei dati raccolgono, analizzano e archiviano. In questo contesto, la trasparenza non è più solo un adempimento normativo, ma una leva strategica per costruire fiducia, credibilità e reputazione.

(Nella foto: Massimo Castelli, Ceo di 365TRUST. E' speaker al Privacy Day Forum 2025)

Non basta informare: serve comunicare - I testi delle informative, spesso redatti con linguaggio tecnico o generico, risultano poco comprensibili per gli interessati. Ma la sfida non è solo linguistica: è culturale. Le organizzazioni devono passare da una logica difensiva (“abbiamo messo l’informativa online”) a una logica relazionale, in cui la protezione dei dati diventa parte del dialogo con gli stakeholder.

Comunicare in modo chiaro su come vengono trattati i dati, chi li gestisce, quali sono i diritti delle persone e come esercitarli, significa dimostrare attenzione e rispetto. Significa, in ultima analisi, mettere la persona al centro.

L’importanza di un presidio continuativo - La trasparenza non può essere episodica né affidata a interventi isolati. Richiede un presidio organizzativo costante, in grado di rispondere tempestivamente alle richieste degli interessati, aggiornare documenti e policy, monitorare i trattamenti, gestire eventi critici come i data breach.

È necessario che ogni organizzazione disponga di canali accessibili e ben identificabili per il dialogo con l’esterno: indirizzi email dedicati, moduli web, punti di contatto, sezioni del sito istituzionale facilmente navigabili. Anche il linguaggio usato nei form, nei messaggi automatici e nelle comunicazioni di risposta è parte della trasparenza: la forma è sostanza.

La knowledge base come spazio di consapevolezza - Uno strumento sempre più strategico per promuovere trasparenza e consapevolezza è la creazione di una knowledge base accessibile, chiara e ben organizzata. Una raccolta digitale, continuamente aggiornata, che raccolga articoli, guide, risposte a domande frequenti e materiali formativi su temi legati alla privacy, alla cybersecurity e ai diritti degli interessati.

Questo spazio, facilmente consultabile dal sito web aziendale, aiuta utenti e stakeholder a orientarsi nel trattamento dei dati, a capire le implicazioni delle scelte digitali, a esercitare in modo consapevole i propri diritti. Una knowledge base efficace non sostituisce l’interazione umana, ma la rafforza, offrendo risposte pronte e affidabili a dubbi ricorrenti.

Dalla normativa al valore sociale - Il Regolamento UE 2016/679 (GDPR) ha già chiarito che trasparenza e correttezza sono principi fondamentali del trattamento. Ma la trasparenza è molto più di una norma da rispettare: è una promessa di affidabilità. Quando un’organizzazione è trasparente, rende visibili i propri processi decisionali, le scelte in materia di sicurezza, le modalità di conservazione e uso dei dati.

In un’epoca in cui il rischio di disinformazione è alto, la trasparenza genera responsabilizzazione: dà alle persone strumenti per capire, decidere, controllare. E contribuisce a ridurre conflitti, lamentele e reclami.

Verso un modello di accountability pubblica - La vera sfida per le aziende più mature è trasformare la compliance in cultura: far sì che la trasparenza non resti confinata all’ufficio legale o al Data Protection Officer (DPO), ma diventi parte del modo in cui l’organizzazione si racconta e si relaziona.

Alcuni strumenti possono facilitare questo processo: portali privacy pubblici con contenuti aggiornati, FAQ tematiche, sezioni per l’esercizio dei diritti, aree knowledge base dedicate, documenti accessibili e versioni semplificate delle policy. Anche l’integrazione con strumenti di comunicazione interna (intranet, newsletter, percorsi formativi) contribuisce a consolidare una cultura della responsabilità condivisa.

Un impegno che crea valore - La trasparenza richiede impegno, ma genera valore: per l’organizzazione, che migliora la sua reputazione e riduce il rischio di contenziosi; per le persone, che si sentono tutelate e coinvolte; per il sistema Paese, che si arricchisce di soggetti più consapevoli e responsabili.

In definitiva, trasparenza significa creare ponti tra chi gestisce i dati e chi li affida. E in un mondo digitale sempre più complesso, questi ponti sono essenziali per costruire relazioni sane, durature e sostenibili.

Note sull'Autore

Castelli Massimo Castelli Massimo

Giurista esperto in Data Protection e Compliance, Data Protection Officer | Data Protection Advisor, European Privacy Auditor ISDP©10003, Delegato Federprivacy per la Repubblica di San Marino. Email: massimo.castelli@365trust.me

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