Andrea Pedicone
Consulente investigativo ed in materia di protezione dei dati personali, Auditor/Lead Auditor Qualificato UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2017 Sistemi di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni, socio membro Federprivacy.
Licenziato chi visiona e preleva dati personali altrui accedendo al database aziendale per finalità diverse da quelle lavorative
Con la sentenza n. 28887/2025, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato riguardante l’accesso abusivo a sistema informatico, aggiungendo però la rilevanza della violazione del codice di comportamento del pubblico dipendente, del codice di condotta interno all’azienda e dall’art. 64 ccnl di comparto con sanzione espulsiva prevista dall’art. 18, comma 8.
Se il lavoratore che viola le regole aziendali ha ricevuto un’adeguata informativa, è legittimo il suo licenziamento a seguito del controllo del computer
Il computer è uno strumento di lavoro e, per suo tramite, è potenzialmente possibile monitorare la prestazione lavorativa. Per tale ragione, le tutele previste dallo statuto dei lavoratori, si estendono anche allo strumento di lavoro. Ciò significa che qualora il datore di lavoro intenda monitorare le attività eseguite sul pc, dovrà quindi informare il dipendente di tale eventualità.
Licenziamento e investigazioni private: quando il lavoratore ha diritto a visionare il report investigativo, la licenza e il rispetto della normativa privacy
Un’azienda sospetta che un suo dipendente abusi dei permessi di cui alla Legge 104/1992. Il datore di lavoro si affida quindi a un investigatore privato e, a seguito delle indagini licenzia il lavoratore. Il Tribunale ritiene legittimo il licenziamento, ma la Corte di Appello lo annulla e ordina il reintegro del lavoratore, e la controversia giunge in Cassazione.
Il caso della coppia inquadrata dalla "kiss cam" al concerto: il GDPR, il precedente in Italia, ed una amara riflessione sulla privacy
In America una coppia è stata inquadrata sul maxischermo di uno stadio mentre si abbracciava durante un concerto. I due, però, pare fossero amanti e la scena – visibile su tutti i social – ha fatto il giro del mondo. Premesso che negli Stati Uniti il GDPR non è applicabile, cosa sarebbe accaduto se il fatto si fosse verificato in Italia? Quali sarebbero state le implicazioni in materia di privacy?
Agenzia delle Entrate e Riscossione, si configura una violazione della privacy se il terzo pignorato è in realtà estraneo
Un signore affitta un immobile ma non paga le tasse. L’Agenzia delle Entrate e Riscossione vuole recuperare le somme ed effettua il pignoramento dei canoni di locazione che gli inquilini dovrebbero versare al locatore, individuandoli come terzi. Peccato, però, che il contratto di locazione è terminato da tempo e, addirittura, l’uomo ha venduto l’immobile.
Non viola la privacy il medico che registra di nascosto la conversazione con i colleghi per esercitare il suo diritto di difesa
Seguendo un orientamento ormai consolidato, la Corte di Cassazione, seconda sezione civile, con l’ordinanza 5844 del 5 marzo 2025, ha ribadito che le registrazioni tra presenti, effettuate per essere poi utilizzate in giudizio a tutela di un proprio diritto, non violano il GDPR e sono quindi legittime ed utilizzabili.
Quando la PA si arroga il diritto di non rispettare le regole sulla privacy: una deriva pericolosa che i DPO non sempre riescono ad arginare
Il Garante Privacy sanziona un’amministrazione comunale per l’installazione di telecamere. La storia dell’ennesimo ente locale che monitora i cittadini senza rispettare le regole. A nulla rileva la nobiltà del fine.
Non devono rispettare la privacy solo gli autovelox, ma anche le telecamere che rilevano le infrazioni di ‘passaggio con il rosso’
Alcuni cittadini residenti nel comune di Portici hanno presentato un reclamo al Garante Privacy contro la locale amministrazione comunale. La doglianza ha riguardato l'assenza di qualsivoglia forma di informativa nei pressi dei luoghi in cui erano presenti telecamere adibite a rilevare l'infrazione di "passaggio con il rosso". Il Garante ha quindi avviato un'attività istruttoria chiedendo spiegazioni all'autorità comunale.
Il datore di lavoro che riprende il dipendente mentre ruba non commette violazione della privacy
Nessuna violazione privacy nel riprendere un dipendente che ruba. L’ultima della Cassazione in materia di controllo del lavoratore e riservatezza (sentenza numero 3045 del 6 febbraio 2025). Con una lunga ed articolata motivazione, i giudici della Suprema Corte hanno ribadito la legittimità dei controlli difensivi per la tutela del patrimonio aziendale.
Il detective senza regolare licenza che si finge cliente fa comunque licenziare il lavoratore che abusa del congedo parentale
Un collaboratore di un investigatore privato, senza licenza e senza mandato scritto si è finto cliente ottenendo le prove per il licenziamento di un dipendente infedele. Fondamentale sollevare le eccezioni di illecito trattamento dei dati personali per ottenere la inutilizzabilità delle prove. L'importanza del provvedimento del Garante Privacy n. 60/2008 (GU 275/08).
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