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Ex lobbyista di Meta nominata commissaria dell’Autorità per la protezione dei dati in Irlanda, ma la notizia non va giù agli attivisti della privacy

Secondo quanto riportato da The Irish Times, Niamh Sweeney, fino a oggi dirigente responsabile delle attività di lobby per Meta, assumerà il ruolo di commissaria presso la Data Protection Commission (DPC) dell'Irlanda a partire da ottobre.

(Nella foto: Niamh Sweeney, garante privacy "in pectore" in Irlanda)

La DPC irlandese è l’autorità principale in materia di privacy nell’Unione europea per molte grandi aziende statunitensi del settore tecnologico, quali Google, Microsoft e Meta.

Nel corso della sua carriera, Sweeney ha dedicato oltre sei anni alle attività legate a Meta: inizialmente come responsabile delle relazioni pubbliche per Facebook Irlandese, e successivamente come direttore delle politiche pubbliche per l’Europa di WhatsApp.

Questa nomina ha suscitato critiche da parte di NOYB, che punta il dito contro quella che definisce una forma di conflitto di interessi. Secondo l’organizzazione, l’attuale sistema lascia spazio a una “autorità che in precedenza doveva regolamentare Meta” di essere ora “regolata” da una figura che ha lavorato dalla parte dell’azienda.

L’organizzazione non profit fondata dall’Avv. Max Schrems evidenzia che, pur essendo state emesse multe per diversi miliardi di euro dalla DPC irlandese, soltanto lo 0,6 % di tali sanzioni risulta effettivamente riscosso.

NOYB sottolinea inoltre che questa situazione contribuisce a creare un’impressione di applicazione della normativa, laddove in realtà l’efficacia operativa si dimostrerebbe limitata.
Un aspetto particolarmente controverso riguarda il fatto che Sweeney ha difeso Meta in contenziosi attualmente pendenti, tra cui un procedimento relativo al mancato ottenimento del consenso da parte degli utenti — multa da 390 milioni di euro — e un altro concernente il trasferimento illegittimo di dati personali negli Stati Uniti (sanzione da 1,2 miliardi di euro).

Ora, con la sua nomina, sarà incaricata di gestire e supervisionare proprio questi casi.

Il pungente commento di Max Schrems, che pare non aver digerito la notizia, è stato il seguente: «Abbiamo ora una lobby statunitense che controlla il settore tecnologico per l’Europa» e rileva come l’Irlanda «non ha fatto rispettare la normativa UE per decenni, ma almeno in passato preferiva agire con opacità; oggi invece lo fa in modo ufficiale».

Secondo NOYB, con questa decisione, secondo l’organizzazione, l’Irlanda «non tenta più di mascherare i legami con le grandi aziende tecnologiche americane».

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