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Pubblicato il rapporto del sondaggio “Il Garante che verrà”: meno politica e più competenze per tutelare la privacy dei cittadini

Per l’81,9% degli addetti ai lavori, i prossimi componenti del Garante dovrebbero avere sia competenze giuridiche che informatiche, e ritengono meglio affidarne la guida a tecnici esperti della materia (61,3%). Alla luce della bufera scatenata da Report, praticamente nessuno (0,1%) vorrebbe alla privacy un personaggio con background politico, con il 72% degli addetti ai lavori che è addirittura contrario a ex parlamentari e militanti di partiti politici nel Collegio dell’Authority. Il rapporto dell’indagine condotta da Federprivacy inviato alle istituzioni.

Firenze, 17 novembre 2025 – La bufera scatenata dalla trasmissione televisiva Report sul Garante per la protezione dei dati personali ha sollevato molti interrogativi su requisiti e aspettative che dovrebbero soddisfare i componenti dell'Autorità, compresi vari aspetti sulla loro indipendenza e l'assenza di conflitti d'interesse, la gestione delle ingerenze esterne, i rapporti con la politica, i compensi percepiti, il passato professionale, nonché il background e le competenze che dovrebbe possedere chi deve guidare l’Authority.

Per conoscere l'opinione della comunità di addetti ai lavori e offrire spunti alle istituzioni per valutare quali possano essere i punti fermi dei meccanismi che regolano il funzionamento del Garante, e quali invece potrebbero essere criticità che occorre arginare per evitare situazioni che in futuro possano metterne in discussione l'indipendenza e l'autorevolezza necessarie per assicurare la tutela della privacy dei cittadini, Federprivacy ha realizzato il sondaggio "Il Garante che verrà: caratteristiche e requisiti attesi dal prossimo Collegio dell'Autorità per la protezione dei dati personali".

“Naturalmente, l'obiettivo del nostro sondaggio non è quello di giudicare la correttezza dell'operato dell'attuale Autorità – ha precisato Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy - ma alla luce delle asserzioni fatte da Report che auspichiamo possano essere totalmente smentite, ritenevamo però doveroso conoscere l’opinione della comunità di addetti ai lavori per fare le opportune riflessioni sulle caratteristiche che dovrebbero avere i futuri membri del Collegio che dovranno essere eletti a luglio 2027 e fornire il nostro contributo alle istituzioni”.

Dall’indagine svolta dall’Osservatorio di Federprivacy su un campione di 1.164 partecipanti, è emerso che la maggioranza dei professionisti della protezione dei dati (81,9%) ritiene che un componente dell’Autorità debba possedere sia competenze giuridiche che informatiche, e secondo il 78% degli addetti ai lavori in nessun caso dovrebbe essere eletta una persona senza i requisiti richiesti dal Codice della Privacy. Priorità quella del profilo professionale che non dovrebbe cedere il passo neppure a eventuali “quote rosa” per evitare discriminazioni di genere, in quanto il 71% ritiene che un candidato per il Garante debba essere valutato soprattutto per le sue competenze, e non in base al sesso. Per il 61,3% degli intervistati sarebbe perciò preferibile che ad andare all’Authority fosse un tecnico esperto della materia, e praticamente nessuno (0,1%) vorrebbe vedere seduto su una poltrona dell’Autorità un personaggio con background politico. Sulla stessa linea, il 72% degli addetti ai lavori ritiene che ex parlamentari e militanti di partiti politici non dovrebbero far parte del Collegio del Garante.

(Nella foto: Pasquale Stanzione, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali dal 2020)

Per il prossimo mandato, l’80,4% dei professionisti si aspetta inoltre un presidente del Garante per la privacy con un elevato spessore etico e morale e un profondo senso delle istituzioni (60,3%), che non venga scelto per ricoprire tale carica semplicemente perché è la persona più anziana del Collegio (79,5%), bensì per le sue peculiari caratteristiche. La maggioranza (70,9%) pensa che il trascorso professionale non debba precludere la possibilità di diventare un membro del Garante, a condizione che durante il mandato venga troncato ogni rapporto con la precedente attività (29,4%) e che non vi sia un evidente conflitto d’interessi (41,5%). Infine, poco più della metà dei professionisti (53,8%) pensa che il compenso per la carica dovrebbe essere parametrato agli stipendi dei dirigenti delle pubbliche amministrazioni.

Il mandato dell’attuale Collegio del Garante per la protezione dei dati personali scadrà tra poco più di un anno e mezzo, e per questo Federprivacy ha portato il rapporto con i risultati della propria indagine all’attenzione del Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché ai presidenti di Camera e Senato.

Note sull'Autore

Federprivacy Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: urp@federprivacy.org 

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