Federprivacy
Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: urp@federprivacy.org
Il browser Firefox accusato di tracciare gli utenti attraverso una funzione che dovrebbe proteggere la privacy
L’European Centre for Digital Rights dell'organizzazione non profit noyb.eu ha reso noto di aver presentato un esposto all'autorità garante della protezione dei dati austriaca contro Mozilla.
Rischio privacy europeo: Áudea e Inveo group insieme per una partnership sull’asse Spagna-Italia
Áudea, leader spagnolo nei servizi di cybersecurity, e INVEO Group, gruppo italiano specializzato in privacy governance, certificazione e consulenza in materia di data protection, annunciano la formalizzazione di una partnership volta a rafforzare e ampliare i servizi di protezione dei dati nei rispettivi territori nazionali.
Il Garante Privacy richiama i media sul caso Sangiuliano: tutelare la dignità delle persone coinvolte
In relazione alla vicenda inerente all’ex Ministro Gennaro Sangiuliano, con un comunicato stampa del 20 settembre u.s. il Garante per la protezione dei dati personali ha richiamato media e siti web e al più rigoroso rispetto della normativa in materia di privacy e, in particolare, al criterio dell’essenzialità dell’informazione.
Cybersicurezza, l'Italia è un paese modello per l’agenzia delle Nazioni Unite specializzata in ICT
L’Italia è un Paese modello per la sua postura nella cybersicurezza. A dirlo è l’ITU, l’International Telecommunication Union, agenzia delle Nazioni Unite specializzata in ICT, che promuove a pieni voti (100/100) il nostro Paese nel report Global Cybersecurity Index 2024.
Fiduciarie, per la Corte UE non prevale la trasparenza nei confronti degli altri soci ma prevale la privacy
La privacy batte la trasparenza societaria. I dati di coloro che detengono partecipazioni indirette, tramite società fiduciarie, sono coperti da riservatezza e gli altri soci non hanno il diritto incondizionato di conoscerli. È questo il principio applicato dalla Corte di giustizia dell’UE con la sentenza del 12 settembre 2024 resa nelle cause riunite C-17/22 e C-18/22.
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Il DPO deve dimostrare le prestazioni effettuate, altrimenti non ha diritto ad essere pagato
Niente compenso al Dpo che non ha svolto attività. Il responsabile della protezione dei dati deve dimostrare le prestazioni effettuate, altrimenti non ha diritto ad essere pagato. Per il professionista non basta assumersi la responsabilità della funzione. È quanto ha stabilito il tribunale civile di Prato con la sentenza n. 665 del 19 agosto 2024.
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I clienti acquistavano medicine dando il consenso per i cookie, ignari che la farmacia online condivideva i dati sensibili con i social di Mark Zuckerberg
Due aziende che vendono farmaci online usavano sui loro siti web il cosiddetto Metapixel di Meta, e a partire dal 2017 hanno condiviso imprudentemente per diversi anni dati sensibili di circa un milione di clienti con la società di Mark Zukerberg, fino a quando non è intervenuta l’autorità che le ha sanzionate per un totale di quasi 4 milioni di euro.
Se c'è l'accordo sindacale per la tutela del patrimonio aziendale è licenziabile il cassiere ladro ripreso dalle telecamere
Il cassiere che ruba è inchiodato al licenziamento dalle immagini della telecamera a circuito chiuso. E ciò perché l'impianto di controllo è installato dopo l'accordo coi sindacati per la tutela del patrimonio aziendale, il che rende utilizzabili contro il lavoratore i video registrati dal sistema di sorveglianza. Così la Corte di cassazione civile, sez. lavoro, nell'ordinanza n. 23985 del 06/09/2024.
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Il dipendente può usare in giudizio la conversazione registrata di nascosto
Un dipendente può utilizzare le conversazioni di suoi colleghi, registrate a loro insaputa e senza il loro consenso, se questo utilizzo è funzionale alla tutela giudiziale di un proprio diritto. Con questo principio, coerente con l’indirizzo maggioritario della giurisprudenza, la Corte di cassazione (ordinanza 24797/2024) riafferma il primato della tutela dei mezzi di difesa rispetto alle esigenze di riservatezza dei terzi.
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Il dipendente che non firma per accettazione la nomina di incaricato privacy va sospeso dal lavoro e dalla retribuzione
Se non firma per accettazione la nomina di incaricato privacy, il dipendente non può lavorare e va sospeso dal servizio e dalla paga. Così ha deciso il tribunale di Udine, sezione lavoro, con l'ordinanza nella causa n. 504/2024 del 2/8/2024, prima decisione sulla questione del rapporto tra nomina privacy e rapporto di lavoro.
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Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale
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