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Nessun documento legale redatto dall'intelligenza artificiale. È l'aut aut messo da un giudice federale del Texas dopo i casi dell'uso dell'IA in tribunale. L'ultimo è accaduto pochi giorni fa quando un avvocato a New York per costruire una causa si è affidato a ChatGpt che ha fornito sei casi precedenti, tutti risultati completamente inesistenti.

La comodità è figlia della pigrizia. Quest’ultima ha una discendenza pericolosa, tra cui spiccano le nipotine della messaggistica istantanea la più vivace delle quali è certo WhatsApp. Quest’ultima soluzione prende facilmente per mano chi lavora da remoto o semplicemente si trova fuori ufficio: è suadente e abbordabile anche per chi non ha competenze tecnologiche, è traditrice perché non offre nessuna garanzia di riservatezza.

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Giovedì, 08 Agosto 2019 18:23

WhatsApp, bug permette di modificare i messaggi

All’interno di WhatsApp c’è una grave vulnerabilità che permette, almeno a chi è in grado di farlo, di intercettare e modificare i messaggi sia nelle conversazioni private che di gruppo. Questa possibilità è stata mostrata al Black Hat di Las Vegas, sfruttando una falla in WhatsApp Web. Lo ha dimostrato il team di cybersecurity Check Point Software Technologies con un processo di reverse engeneering.

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Sempre più spesso le comunicazioni scambiate attraverso WhatsApp vengono accettate dai giudici come prove decisive nei processi, sia civili che penali. Non solo i messaggi di testo delle chat, ma anche quelli vocali e perfino le emoticon possono infatti avere valore giuridico. Un semplice pollice in su può rappresentare l’accettazione di spese straordinarie per i figli o persino di un contratto.

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